Mandic, un lettore: visita prenotazione, indifferenza

Ennesima disavventura all’ospedale di Merate, ennesima frustrazione. E’ successo oggi 26 agosto all’accettazione dell’ospedale di Merate. «Buongiorno. Devo prendere un appuntamento per una visita otorinolaringoiatrica per mia mamma.» «Bene. Vedo che c’è la priorità entro 30 giorni. Qui a Merate non c’è posto. Posso mandarla a Bellano.» «Purtroppo mia mamma non è trasportabile fino a Bellano. Può verificare se c’è un posto in un'altra struttura un po’ più vicina» «No, non posso. Se c’è posto a Bellano e lei rifiuta, allora deve arrangiarsi da sola.» «Non sto rifiutando. Mia mamma ha quasi 90 anni e non riesco a farle fare un viaggio così lungo.» «Non è un problema mio. Se c’è posto nella nostra ASST, non posso cercarle un posto più vicino.» Che fare a questo punto? Parlare con un muro di gomma non porta risultati, quindi ho deciso di spiegare qui quello che avrei voluto dire all’operatore di sportello. Caro impiegato dell’ospedale di Merate, sa perché la visita è stata richiesta con priorità? Perché mia mamma tutte le volte che mangia rischia di soffocare e quando va bene vomita quello che ha mangiato. E sa perché non posso portarla fino a Bellano? Perché la distanza da qui a Bellano sono 50 chilometri e una persona di quasi 90 anni, senza patente s’intende, non riesce ad affrontare un viaggio di 50 chilometri all’andata e 50 al ritorno, perché avendo altre patologie legate alle arterie delle gambe, rischia di non camminare più per diversi giorni. E sa che negare la possibilità di prenotare una visita a una persona in queste condizioni potrebbe avere gravi conseguenze? No, credo che tutte queste cose non le sappia perché non le interessano. Potrei andare avanti per pagine a spiegarle gli effetti che potrebbe avere la sua burocratica indifferenza, ma mi fermo qui perché la priorità è prenotare questa benedetta visita, nonostante tutto. E ci riesco. Riesco a prenotare la visita per i primi giorni di settembre. E non a Bellano, a 50 chilometri di distanza. No, a 4,8 chilometri da casa. Caro impiegato dell’ospedale di Merate, tutti incolpano politici e amministratori perché nella nostra regione non funziona la Sanità , ma sappia che l’indifferenza, come diceva chi ne sapeva più di me e di lei, è il peso morto della storia. Buona giornata e cerchi di stare bene. 

Elena


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