Accadeva 30 anni fa/146 maggio 1994: bungee jumping dal ponte di Paderno. Scontri sul centro commerciale Le Piazze
“E’ meglio fare la sinistra della destra o la destra della sinistra?”. Sembra un gioco di parole, invece nel 1994 questo interrogativo agitava il clone della fu Democrazia Cristiana – spazzata via dal ciclone Tangentopoli – cioè il Partito Popolare Italiano (PPI). Le elezioni politiche di marzo avevano incoronato Silvio berlusconi, Umberto Bossi e Gianfranco Fini. Il voto locale era in calendario per la primavera del 1995. Con chi si doveva alleare il PPI per tentare di restare alla guida di Merate e più in generale dei comuni a guida Dc chiamati al rinnovo delle Amministrazioni comunali?
Mario Gallina puntava su un accordo con Forza Italia e la Lega anche nell’ottica di “pescare” nel bacino del Carroccio omologandosi a qualche idea bossiana di federalismo. Insomma puntava a fare la sinistra della destra.
Giovanni Battista Albani, storico segretario del partito pensava invece ad una alleanza con le formazioni meno estreme della sinistra, i socialisti, i repubblicani – gia in Giunta con la Dc – e il Pds, il Partito Democratico di Sinistra. Una Margherita con 8 anni di anticipo sulla costituzione del nuovo partito guidato nel 2002 da Francesco Rutelli. Cioè la destra della sinistra. La storia ci dirà poi che Dario Perego e lo stesso Albani, pur già divaricati – l’uno nella corrente di centrodestra, l’altro in quella di centrosinistra – riuscirono a tenere assieme le diverse anime del partito ex scudocrociato sotto l’insegna “Merate al Centro”.
Fino al 1999, quando avvenne la rottura definitiva e due ex democristiani si scontrarono alle elezioni: Dario Perego e Mario Gallina. Una storia che ci porta direttamente al 2024. Quella forte componente ex Dc di sinistra, sconfitta nel 1999 si è presa la rivincita 25 anni dopo. Ieri come oggi a sostenere le ragioni di quella Dc partito di centro che guarda a sinistra c’erano ancora Battista Albani, i figli degli ex capi Zappa e Panzeri, Lanfranco Consonni e tanti altri.
Arrivano in gruppo. La maggior parte in mountain bike, si fermano sotto il ponte di Paderno e guardano su, la minuscola piattaforma, nel mezzo dell’arcata a più di 80 metri sopra il pelo dell’acqua. Da qualche settimana sono stati autorizzati i salti con l’elastico, il “bungee jumping”. Il sabato e la domenica si formano lunghe code di giovani che vogliono, lo diciamo con le parole di uno di loro . . .”sperimentare la sensazione di vivere la propria morte, sicuri però di non morire”. Non male, come definizione. Il tuffo è adrenalinico, l’elastico si tende a un metro dall’acqua o poco più. I tecnici della “Jochen Schweizer B. J.” di Bolzano hanno lavorato una ventina di giorni a metà febbraio per montare la piattaforma ma la domanda era stata inoltrata a giugno del ’93. Non durerà comunque a lungo. Negativo il parere della provincia (di Como). E poi l’eccesso di traffico, la gente sparsa sui pendii. Insomma il caos allarma l’Amministrazione di Paderno mentre i bolzanini fanno notare che gli investimenti sono stati altissimi e solo il tempo e il numero di audaci può farli rientrare dalle spese. Ma anche un salto costa: 120mila lire, 62 euro senza inflazione.
Dopo la diffida del sindaco di Calco Giuseppe Magni, la Prefettura assicura che farà pressione sull’Anas per quelle curve dello Sport. In attesa di un progetto articolato la richiesta è di eliminare la corsia di sorpasso in salita, ritenuta molto pericolosa. Trent’anni dopo siamo ancora qui a parlarne.
Il colonnello Carmine Adinolfi, comandante del gruppo Carabinieri Como, a Mario Gallina, sindaco di Merate parla chiaro: “O ci date concrete garanzie che la Compagnia la farete subito, oppure nostro malgrado saremo costretti a individuare un’altra area per il potenziamento dell’Arma in provincia di Lecco”.
Gallina risponde a stretto giro di posta: nonostante le lungaggini per convincere i sindaci dei comuni del territorio a partecipare alla spesa, ormai ci siamo: il 30 maggio è prevista la firma del mutuo da 4,2 miliardi e subito partirà la gara d’appalto. La struttura è prevista in un’area già di proprietà del comune di Merate del valore di 300 milioni di lire, a ridosso della SP 54 allo svincolo tra via Turati, via Gramsci e via Bergamo. Ogni anno si dovranno versare 570 milioni a rientro del finanziamento. Agli altri comuni sarà chiesta una compartecipazione calcolata pro capite. Poi si dovranno trovare i fondi per costruire gli alloggi per i militari.
La viabilità resta al centro di un confronto politico tra residenti e Amministrazione. In una polemica tra giornale e amministratori, in particolare Sindaco e Assessore ai lavori pubblici quest’ultimo, Battista Albani, affermava che la costruzione davanti all’ospedale avrebbe reso disponibili tanti parcheggi quanti nessun ospedale lombardo potrà mai disporre. Una boutade infelice dovuta all’accusa neanche tanto velata di vicinanza dell’impresa costruttrice con la DC. Il terreno era dell’ospedale, frutto di una donazione, e ai vertici del Comitato di gestione sedeva un Dc doc in stretti rapporti con leader provinciale Cesare Golfari. Negare la circostanza appariva già allora difficile. La sinistra si era duramente opposta alla costruzuione del centro commerciale ma la Dc meratese aveva dato il via libera. Salvo pentirsene. Nella stessa settimana della polemica col giornale locale, infatti, Battista Albani affermava: è stato un madornale errore autorizzare la costruzione di quella mastodontica volumetria davanti alla portineria del Mandic. Troppo tardi. Ed ecco che per ridurre l’ingolfamento via Cerri diventa a senso unico discendente dall’ospedale al semaforo. Senso unico anche in via Matteotti, dalla rotatoria fino all’intersezione con via De Gasperi. Il problema è anche aver autorizzato un’abnorme volumetria residenziale lungo la strada nell’antica località Bagolino. Gravi errore nella programmazione urbanistica.
Encomio a Vito Sorvillo, comandante la stazione carabinieri di Brivio. Insieme al brigadiere Ivano Petronella e al carabiniere scelto Roberto Mura, aveva posto fine alla scorribanda di un residente a Santa Maria Hoé che armato di fucile aveva prima esploso colpi in due bar a Brivio e Perego e poi minacciato di sparare a chiunque si avvicinasse. Dopo una lunga trattativa Sorvillo riusciva a convincere l’uomo a deporre il fucile che aveva avuto puntato contro per tutti gli estenuanti minuti della delicata trattativa.
Pronto il piano di riassetto della viabilità cittadina. L’8 giugno scatteranno i nuovi divieti con senso unico in via Roma e via Sant’Ambrogio, in via Trento e in via Trieste e poi, novità assoluta, la chiusura del centro da piazza Prinetti e piazza degli Eroi la domenica dalle 9 alle 12. Resta sospesa la chiusura di via Manzoni. La Giunta di Gallina intende prima confrontarsi con gli operatori commerciali.
Qualche foto di trent’anni fa.
146/continua
Mario Gallina puntava su un accordo con Forza Italia e la Lega anche nell’ottica di “pescare” nel bacino del Carroccio omologandosi a qualche idea bossiana di federalismo. Insomma puntava a fare la sinistra della destra.
Giovanni Battista Albani, storico segretario del partito pensava invece ad una alleanza con le formazioni meno estreme della sinistra, i socialisti, i repubblicani – gia in Giunta con la Dc – e il Pds, il Partito Democratico di Sinistra. Una Margherita con 8 anni di anticipo sulla costituzione del nuovo partito guidato nel 2002 da Francesco Rutelli. Cioè la destra della sinistra. La storia ci dirà poi che Dario Perego e lo stesso Albani, pur già divaricati – l’uno nella corrente di centrodestra, l’altro in quella di centrosinistra – riuscirono a tenere assieme le diverse anime del partito ex scudocrociato sotto l’insegna “Merate al Centro”.
Fino al 1999, quando avvenne la rottura definitiva e due ex democristiani si scontrarono alle elezioni: Dario Perego e Mario Gallina. Una storia che ci porta direttamente al 2024. Quella forte componente ex Dc di sinistra, sconfitta nel 1999 si è presa la rivincita 25 anni dopo. Ieri come oggi a sostenere le ragioni di quella Dc partito di centro che guarda a sinistra c’erano ancora Battista Albani, i figli degli ex capi Zappa e Panzeri, Lanfranco Consonni e tanti altri.
Arrivano in gruppo. La maggior parte in mountain bike, si fermano sotto il ponte di Paderno e guardano su, la minuscola piattaforma, nel mezzo dell’arcata a più di 80 metri sopra il pelo dell’acqua. Da qualche settimana sono stati autorizzati i salti con l’elastico, il “bungee jumping”. Il sabato e la domenica si formano lunghe code di giovani che vogliono, lo diciamo con le parole di uno di loro . . .”sperimentare la sensazione di vivere la propria morte, sicuri però di non morire”. Non male, come definizione. Il tuffo è adrenalinico, l’elastico si tende a un metro dall’acqua o poco più. I tecnici della “Jochen Schweizer B. J.” di Bolzano hanno lavorato una ventina di giorni a metà febbraio per montare la piattaforma ma la domanda era stata inoltrata a giugno del ’93. Non durerà comunque a lungo. Negativo il parere della provincia (di Como). E poi l’eccesso di traffico, la gente sparsa sui pendii. Insomma il caos allarma l’Amministrazione di Paderno mentre i bolzanini fanno notare che gli investimenti sono stati altissimi e solo il tempo e il numero di audaci può farli rientrare dalle spese. Ma anche un salto costa: 120mila lire, 62 euro senza inflazione.
Dopo la diffida del sindaco di Calco Giuseppe Magni, la Prefettura assicura che farà pressione sull’Anas per quelle curve dello Sport. In attesa di un progetto articolato la richiesta è di eliminare la corsia di sorpasso in salita, ritenuta molto pericolosa. Trent’anni dopo siamo ancora qui a parlarne.
Il colonnello Carmine Adinolfi, comandante del gruppo Carabinieri Como, a Mario Gallina, sindaco di Merate parla chiaro: “O ci date concrete garanzie che la Compagnia la farete subito, oppure nostro malgrado saremo costretti a individuare un’altra area per il potenziamento dell’Arma in provincia di Lecco”.
Gallina risponde a stretto giro di posta: nonostante le lungaggini per convincere i sindaci dei comuni del territorio a partecipare alla spesa, ormai ci siamo: il 30 maggio è prevista la firma del mutuo da 4,2 miliardi e subito partirà la gara d’appalto. La struttura è prevista in un’area già di proprietà del comune di Merate del valore di 300 milioni di lire, a ridosso della SP 54 allo svincolo tra via Turati, via Gramsci e via Bergamo. Ogni anno si dovranno versare 570 milioni a rientro del finanziamento. Agli altri comuni sarà chiesta una compartecipazione calcolata pro capite. Poi si dovranno trovare i fondi per costruire gli alloggi per i militari.
La viabilità resta al centro di un confronto politico tra residenti e Amministrazione. In una polemica tra giornale e amministratori, in particolare Sindaco e Assessore ai lavori pubblici quest’ultimo, Battista Albani, affermava che la costruzione davanti all’ospedale avrebbe reso disponibili tanti parcheggi quanti nessun ospedale lombardo potrà mai disporre. Una boutade infelice dovuta all’accusa neanche tanto velata di vicinanza dell’impresa costruttrice con la DC. Il terreno era dell’ospedale, frutto di una donazione, e ai vertici del Comitato di gestione sedeva un Dc doc in stretti rapporti con leader provinciale Cesare Golfari. Negare la circostanza appariva già allora difficile. La sinistra si era duramente opposta alla costruzuione del centro commerciale ma la Dc meratese aveva dato il via libera. Salvo pentirsene. Nella stessa settimana della polemica col giornale locale, infatti, Battista Albani affermava: è stato un madornale errore autorizzare la costruzione di quella mastodontica volumetria davanti alla portineria del Mandic. Troppo tardi. Ed ecco che per ridurre l’ingolfamento via Cerri diventa a senso unico discendente dall’ospedale al semaforo. Senso unico anche in via Matteotti, dalla rotatoria fino all’intersezione con via De Gasperi. Il problema è anche aver autorizzato un’abnorme volumetria residenziale lungo la strada nell’antica località Bagolino. Gravi errore nella programmazione urbanistica.
Encomio a Vito Sorvillo, comandante la stazione carabinieri di Brivio. Insieme al brigadiere Ivano Petronella e al carabiniere scelto Roberto Mura, aveva posto fine alla scorribanda di un residente a Santa Maria Hoé che armato di fucile aveva prima esploso colpi in due bar a Brivio e Perego e poi minacciato di sparare a chiunque si avvicinasse. Dopo una lunga trattativa Sorvillo riusciva a convincere l’uomo a deporre il fucile che aveva avuto puntato contro per tutti gli estenuanti minuti della delicata trattativa.
Pronto il piano di riassetto della viabilità cittadina. L’8 giugno scatteranno i nuovi divieti con senso unico in via Roma e via Sant’Ambrogio, in via Trento e in via Trieste e poi, novità assoluta, la chiusura del centro da piazza Prinetti e piazza degli Eroi la domenica dalle 9 alle 12. Resta sospesa la chiusura di via Manzoni. La Giunta di Gallina intende prima confrontarsi con gli operatori commerciali.
Qualche foto di trent’anni fa.
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