Mandic: proseguono gli accertamenti sulla morte del feto. Tanti i dubbi sulle risposte alla domanda di salute dei cittadini
Il drammatico epilogo del “caso” della mamma visitata al Mandic e trasferita a Lecco ha rilanciato bruscamente una polemica che, purtroppo, sembrava sopita. Sono pochi gli elementi sicuri: il Pronto soccorso di Lecco ha solo accertato che il feto era ormai privo di vita. E il taglio cesareo è stato effettuato dopo la constatazione della sopraggiunta morte della bimba per un probabile (ancora da accertare) aborto spontaneo. Non c’è stato travaglio.
Resta la domanda circa le condizioni del feto al momento dell’accesso al triage del San Leopoldo Mandic.
Ed è qui che si concentra l’attenzione anche dei sindaci del territorio, in particolare di Mattia Salvioni di Merate che ha subito preso contatti col direttore generale dell’ASST di Lecco Marco Trivelli. Perché non si possono sottacere le conseguenze dovute alla chiusura del reparto di Ostetricia-Ginecologia sancita nel maggio scorso. Uno staff presente in reparto, in grado di intervenire in tempo zero direttamente in pronto soccorso avrebbe modificato l’esito? Risposta impossibile proprio perché non si conoscono le condizioni del feto al momento dell’entrata della madre in Ps.
Ma quanti altri casi si sono verificati di donne che, inconsapevolmente, si sono presentate in ospedale per poi sentirsi rispondere, come nel video di Francesco, deve rivolgersi a un ospedale? Ma come non è questo l’ospedale? Sì ma qui siccome non si arrivava al numero standard di 500 parti l’anno il punto nascite è stato chiuso e praticamente il personale, disperso.
E allora torna imperiosa la domanda: è possibile che un presidio con 900 dipendenti, 300 posti letto e un budget di ca. 100 milioni di euro all'anno al servizio di un bacino di 120mila persone sia privo di un reparto vitale come Ostetricia-Ginecologia? Qualcuno che guarda più il giardino proprio che all’intero quartiere non si pone la domanda che nel momento in cui una donna va a partorire a Vimercate o a Ponte San Pietro poi a quel presidio si rivolgerà anche per altre patologie?
Ecco, è in questa cornice che la nuova Direzione strategica deve operare se davvero vuole dare un futuro al Mandic. Perché se un meratese si rivolge al Ps per un problema all’occhio e si sente rispondere che deve rivolgersi al San Gerardo il problema non è circoscritto solo all’Oculistica ma investe l’attrattività di tutti i reparti.
Un presidio per acuzie di primo livello deve essere in grado di rispondere alla domanda di salute come previsto dal Piano Organizzativo Aziendale Strategico che, se così non è, resta un bel progetto scritto su carta patinata ma di nessun valore.
E il Poas prevede sia l’Ostetricia-Ginecologia sia la struttura semplice di Oculistica. Tanto per fare due esempi. Entrambi, però, non più attivi.
Resta la domanda circa le condizioni del feto al momento dell’accesso al triage del San Leopoldo Mandic.
Ed è qui che si concentra l’attenzione anche dei sindaci del territorio, in particolare di Mattia Salvioni di Merate che ha subito preso contatti col direttore generale dell’ASST di Lecco Marco Trivelli. Perché non si possono sottacere le conseguenze dovute alla chiusura del reparto di Ostetricia-Ginecologia sancita nel maggio scorso. Uno staff presente in reparto, in grado di intervenire in tempo zero direttamente in pronto soccorso avrebbe modificato l’esito? Risposta impossibile proprio perché non si conoscono le condizioni del feto al momento dell’entrata della madre in Ps.
Ma quanti altri casi si sono verificati di donne che, inconsapevolmente, si sono presentate in ospedale per poi sentirsi rispondere, come nel video di Francesco, deve rivolgersi a un ospedale? Ma come non è questo l’ospedale? Sì ma qui siccome non si arrivava al numero standard di 500 parti l’anno il punto nascite è stato chiuso e praticamente il personale, disperso.
E allora torna imperiosa la domanda: è possibile che un presidio con 900 dipendenti, 300 posti letto e un budget di ca. 100 milioni di euro all'anno al servizio di un bacino di 120mila persone sia privo di un reparto vitale come Ostetricia-Ginecologia? Qualcuno che guarda più il giardino proprio che all’intero quartiere non si pone la domanda che nel momento in cui una donna va a partorire a Vimercate o a Ponte San Pietro poi a quel presidio si rivolgerà anche per altre patologie?
Ecco, è in questa cornice che la nuova Direzione strategica deve operare se davvero vuole dare un futuro al Mandic. Perché se un meratese si rivolge al Ps per un problema all’occhio e si sente rispondere che deve rivolgersi al San Gerardo il problema non è circoscritto solo all’Oculistica ma investe l’attrattività di tutti i reparti.
Un presidio per acuzie di primo livello deve essere in grado di rispondere alla domanda di salute come previsto dal Piano Organizzativo Aziendale Strategico che, se così non è, resta un bel progetto scritto su carta patinata ma di nessun valore.
E il Poas prevede sia l’Ostetricia-Ginecologia sia la struttura semplice di Oculistica. Tanto per fare due esempi. Entrambi, però, non più attivi.