Merate: la storia della DC "piccola balena bianca" nella tesi di Francesco Panzeri, nipote dell'ing. Luigi Zappa
Si intitola “Una piccola balena bianca – Storia della sezione della DC di Merate”, relatrice Daniela Saresella – correlatore Paolo Zanini, ed è la tesi con cui Francesco Panzeri, classe 1999, si è laureato dottore in scienze storiche dopo un percorso di studi di cinque anni presso l'università di Milano di via Festa del perdono.
Un lavoro di studio e ricerca che è partito nell'agosto 2022 e poi ha visto la stesura in cinque mesi, con selezione di documenti, ricerca di fotografie, analisi di volantini, dispacci, annotazioni, verbali.
Ma Francesco Panzeri ha “giocato in casa”. La sua famiglia è conosciutissima in virtù del nonno materno Luigi Zappa, forse il sindaco più conosciuto della città, esponente di spicco della Democrazia Cristiana, a cui è dedicata la tesi, e del nonno paterno Angelo Panzeri, segretario cittadino della DC.
151 pagine, sei capitoli e una appendice in cui ha ricostruito la storia e le traversie di questa sezione, cercando di fare un parallelismo tra ciò che accadeva in ambito nazionale e quello che si respirava a Merate.
A fornire l'ossatura della sua tesi è stato tutto il materiale che si trova nella cantina di famiglia e che in questi anni è stato vagliato e catalogato affinchè non andasse perduto.
“Quando è stata chiusa la sede DC nel 2002, tutto l'archivio era a casa del nonno. Poco prima della pandemia avevamo iniziato a riordinarlo, suddividendolo in cartelle per anni e per aree tematiche. È un grande patrimonio, dove è documentata tutta una parte di storia di Merate. Io ho pochi ricordi del nonno Luigi, ho una foto sua a cui tengo moltissimo. Era una persona che si è sempre interessata alla sua città e in questo archivio si ritrova molto di lui”.
In questi mesi Francesco ha dovuto lavorare su circolari di riunioni, consigli, indicazioni regionali e provinciali con scambi di informazione a vari livelli, volantini di propaganda, giornali di partito e del movimento giovanile.Durante i 55 giorni del rapimento di Aldo Moro, tra l'altro, c'erano state a livello locale diverse iniziative per spiegare alla popolazione cosa stesse succedendo e dopo la sua morte era stato redatto un giornalino con le foto di quando lo statista venne a Merate. Immagini e ricordi dove la partecipazione della gente era stata palpabile e massiccia.
Il capitolo n. 1 tratta l'ultima fase della guerra (1942/45). Ci sono due paragrafi con le vicende nazionali e locali e si spiega la nascita del partito popolare italiano da cui deriverà la DC. Nel corso della sua analisi Francesco Panzeri ricostruisce come il fascismo è arrivato a Merate e si concentra poi sulla nascita dei movimenti che hanno portato alla costituzione del movimento. Fino alla caduta di Mussolini, alla popolazione era dato sapere ben poco. C'era solo don Natale Basilico che organizzava incontri con i giovani, nel tentativo di tenerli lontani dal fascismo. Dopo la Liberazione qualcosa si era mosso e nel frattempo Merate veniva occupata con distaccamenti nazisti e in città iniziava a crearsi la corrente della Resistenza armata con i Comitati di Liberazione Nazionale e tre figure chiave Mauro Laeng, Emilio Meschi e Alessandro Brivio. Il 25 gennaio 1945 usciva il primo documento ufficiale marchiato con il simbolo della Democrazia Cristiana.
Il secondo capitolo si concentra sulla nascita e i primi passi del partito, dal 1945 al 1947. La prima parte è sulla Liberazione a Merate. Curioso il ritrovamento del documento della resa firmato da don Natale Basilico e da un tedesco convertito all'Islam, Harun El Rashid, che era a capo delle truppe naziste dell'est con presidio alle ex dame inglesi. La città provava a ripartire dopo 20 anni di dittatura, ricostruendo tra le fila dei suoi uomini una capacità politica e un pensiero politico. Bisognava, infatti, riabituare le persone alla politica ordinaria.
Sono gli anni delle prime elezioni amministrative e del referendum per la scelta tra monarchia e repubblica. A Merate le prime elezioni furono il 17 marzo 1946 con la DC che alle amministrative si imponeva. In archivio per la sua tesi Francesco ha trovato un foglio scritto a mano dalla nonna Carla Rossini (che evidentemente non era così avulsa alla politica) con i dati: 16 seggi su 20 andarono alla DC, l'ultimo candidato eletto fu Lidia Rigoni che ottenne più voti del capolista avversario (2910).
Primo sindaco della città fu Alessandro Tettamanti che restò solo 4 mesi, poi morì. Venne sostituito da Mario Sala. A Merate il referendum si svolse nella data del 2 giugno: per la Repubblica si schierò il 63,10% dei votanti. Per la costituente la DC ottenne il 56,34%.
Si tratta della prima elezione in cui ci si sno i partiti. Sino al 1990 la DC avrà sempre la maggioranza assoluta. La ricostruzione porta sino al sindaco Mario Gallina quando si registra la prima giunta di coalizione.
Il capitolo n. 3 si intitola “Il 1948: una scelta di campo” ed è diviso in due parti. La prima fino al 18 aprile 1948 e poi da quella data c'è l'analisi di cosa ha comportato il trionfo della DC in quelle elezioni. Qui lo studio di Panzeri passa attraverso i documenti della campagna elettorale e i manifesti. Tra questi documenti anche una circolare che arriva dal provinciale che ordina come il primo comizio utile andasse fatto a Paderno che era “l'unico fiorellino rosso in mezzo a tutti fiorellini bianchi”.
Con il quarto capitolo si arriva ai giorni nostri. “Dalla DC alla Margherita: i momenti chiave di cinquant'anni”. Quattro i momenti chiave scelti per questi 5 lustri. C'è la corsa verso il centrosinistra con Merate sempre a maggioranza assoluta DC. “Tutte le comunicazioni dai livelli superiori che invitavano a un dialogo con il PSI, non venivano sviluppate” ha puntualizzato l'autore. Si sta poi col fiato sospeso per i 55 giorni di Moro e c'è la descrizione di come furono vissute a Merate quelle settimane. E' il momento della fine della DC (1992/94): si passa al PPI di Martinazzoli, con tangentopoli di mezzo. Dal PPI si transita alla Margherita e qui il racconto su Merate è cronaca più che storia. La scissione del PPI crea due ali, anche a Merate: Dario Perego nel primo mandato (1994/99) era ancora appoggiato dagli ex della DC e dunque dal PPI. Nel 1999 la sua lista civica vince ma contro Gallina, dove erano confluiti i popolari. La compagine del secondo mandato era più di centrodestra. Con Gallina sindaco nel 1990 si registra la prima giunta comunale di coalizione. La prima volta che una lista civica di centrosinistra si impone a Merate è con Battista Albani nel 2004.
Il capitolo cinque è di “colore” ed è dedicato alla vita di sezione. Qui l'autore racconta i 4 organi del partito: la stampa del partito, il movimento giovanile, il movimento femminile e le feste dell'amicizia. Nella stampa di partito c'erano i giornalini “Nuovazione”, “Notizie” e poi quelli del movimento giovanile “Giovanioggi” e “Esperienze”. Vent'anni di feste dell'amicizia raccontano di concerti, convegni, iniziative, attraverso manifesti e volantini. La storia del movimento giovanile e femminile è fatta per lo più di circolari, per strutturare i gruppi e scegliere gli eventi.
Antonio Rusconi, Giovanni Battista Albani,. Mario Gallina Dario Perego e un excursus di ricordi sono il cuore del sesto capitolo che precede l'appendice dove l'autore ha inserito una serie di dati con il totale degli iscritti alla sezione DC di Merate e quelli del PPI, l'elenco di tutti i segretari di sezione e del comitato comunale, i risultati delle elezioni amministrative dal 1946 al 2024.
“La Merate di oggi arriva da qui” ha concluso Francesco Panzeri “Quello che ho imparato in cinque anni di studio è che la storia siamo noi, chi la vive è il vero protagonista. È stato bello ricercare e studiare le persone che hanno vissuto e costruito un certo periodo. Paragonando quei tempi ai giorni nostri mi ha stupito vedere come allora ci fosse una grande partecipazione di giovani alla vita politica del paese, usciti da vent'anni di oscurantismo. Tornavano a essere liberi e ad avere la possibilità di mettersi in gioco, militando in un partito. E non hanno voluto perdersi questa opportunità. Oggi è difficile trovare una partecipazione così ampia e sentita”.
Dopo una estate tra qualche vacanza e un aiuto in oratorio, Francesco si prepara a tornare a insegnare come già fatto lo scorso anno scolastico. “Il mo desiderio sarebbe quello di insegnare storia, ma in un altro modo, cercando di dare uno sguardo al futuro e alle vicende dell'oggi”.
Per il momento c'è la soddisfazione grande di avere raccontato una storia, quella della DC meratese, partendo da materiale proprio, con un pensiero a quel nonno tanto attivo e famoso che a Merate ha dato tanto.
Un lavoro di studio e ricerca che è partito nell'agosto 2022 e poi ha visto la stesura in cinque mesi, con selezione di documenti, ricerca di fotografie, analisi di volantini, dispacci, annotazioni, verbali.
Ma Francesco Panzeri ha “giocato in casa”. La sua famiglia è conosciutissima in virtù del nonno materno Luigi Zappa, forse il sindaco più conosciuto della città, esponente di spicco della Democrazia Cristiana, a cui è dedicata la tesi, e del nonno paterno Angelo Panzeri, segretario cittadino della DC.
151 pagine, sei capitoli e una appendice in cui ha ricostruito la storia e le traversie di questa sezione, cercando di fare un parallelismo tra ciò che accadeva in ambito nazionale e quello che si respirava a Merate.
“Il titolo è la prima cosa che mi è venuta in mente” ha raccontato Francesco, figlio di Paolo e Lidia, nipote di Achille, Licia e don Gianluigi, e che sogna di insegnare “è un titolo ossimorico. La DC veniva definita balena per l'enorme quantitativo di voti che riusciva a raccogliere e l'aggettivo bianca si rifaceva al principale colore dello stemma. Io ho voluto aggiungere “piccola” per contrapporre il concetto nazionale a quello locale, ed è proprio questo su cui si gioca ogni capitolo”.
A fornire l'ossatura della sua tesi è stato tutto il materiale che si trova nella cantina di famiglia e che in questi anni è stato vagliato e catalogato affinchè non andasse perduto.
“Quando è stata chiusa la sede DC nel 2002, tutto l'archivio era a casa del nonno. Poco prima della pandemia avevamo iniziato a riordinarlo, suddividendolo in cartelle per anni e per aree tematiche. È un grande patrimonio, dove è documentata tutta una parte di storia di Merate. Io ho pochi ricordi del nonno Luigi, ho una foto sua a cui tengo moltissimo. Era una persona che si è sempre interessata alla sua città e in questo archivio si ritrova molto di lui”.
Il capitolo n. 1 tratta l'ultima fase della guerra (1942/45). Ci sono due paragrafi con le vicende nazionali e locali e si spiega la nascita del partito popolare italiano da cui deriverà la DC. Nel corso della sua analisi Francesco Panzeri ricostruisce come il fascismo è arrivato a Merate e si concentra poi sulla nascita dei movimenti che hanno portato alla costituzione del movimento. Fino alla caduta di Mussolini, alla popolazione era dato sapere ben poco. C'era solo don Natale Basilico che organizzava incontri con i giovani, nel tentativo di tenerli lontani dal fascismo. Dopo la Liberazione qualcosa si era mosso e nel frattempo Merate veniva occupata con distaccamenti nazisti e in città iniziava a crearsi la corrente della Resistenza armata con i Comitati di Liberazione Nazionale e tre figure chiave Mauro Laeng, Emilio Meschi e Alessandro Brivio. Il 25 gennaio 1945 usciva il primo documento ufficiale marchiato con il simbolo della Democrazia Cristiana.
Il secondo capitolo si concentra sulla nascita e i primi passi del partito, dal 1945 al 1947. La prima parte è sulla Liberazione a Merate. Curioso il ritrovamento del documento della resa firmato da don Natale Basilico e da un tedesco convertito all'Islam, Harun El Rashid, che era a capo delle truppe naziste dell'est con presidio alle ex dame inglesi. La città provava a ripartire dopo 20 anni di dittatura, ricostruendo tra le fila dei suoi uomini una capacità politica e un pensiero politico. Bisognava, infatti, riabituare le persone alla politica ordinaria.
Sono gli anni delle prime elezioni amministrative e del referendum per la scelta tra monarchia e repubblica. A Merate le prime elezioni furono il 17 marzo 1946 con la DC che alle amministrative si imponeva. In archivio per la sua tesi Francesco ha trovato un foglio scritto a mano dalla nonna Carla Rossini (che evidentemente non era così avulsa alla politica) con i dati: 16 seggi su 20 andarono alla DC, l'ultimo candidato eletto fu Lidia Rigoni che ottenne più voti del capolista avversario (2910).
Primo sindaco della città fu Alessandro Tettamanti che restò solo 4 mesi, poi morì. Venne sostituito da Mario Sala. A Merate il referendum si svolse nella data del 2 giugno: per la Repubblica si schierò il 63,10% dei votanti. Per la costituente la DC ottenne il 56,34%.
Si tratta della prima elezione in cui ci si sno i partiti. Sino al 1990 la DC avrà sempre la maggioranza assoluta. La ricostruzione porta sino al sindaco Mario Gallina quando si registra la prima giunta di coalizione.
Il capitolo n. 3 si intitola “Il 1948: una scelta di campo” ed è diviso in due parti. La prima fino al 18 aprile 1948 e poi da quella data c'è l'analisi di cosa ha comportato il trionfo della DC in quelle elezioni. Qui lo studio di Panzeri passa attraverso i documenti della campagna elettorale e i manifesti. Tra questi documenti anche una circolare che arriva dal provinciale che ordina come il primo comizio utile andasse fatto a Paderno che era “l'unico fiorellino rosso in mezzo a tutti fiorellini bianchi”.
Con il quarto capitolo si arriva ai giorni nostri. “Dalla DC alla Margherita: i momenti chiave di cinquant'anni”. Quattro i momenti chiave scelti per questi 5 lustri. C'è la corsa verso il centrosinistra con Merate sempre a maggioranza assoluta DC. “Tutte le comunicazioni dai livelli superiori che invitavano a un dialogo con il PSI, non venivano sviluppate” ha puntualizzato l'autore. Si sta poi col fiato sospeso per i 55 giorni di Moro e c'è la descrizione di come furono vissute a Merate quelle settimane. E' il momento della fine della DC (1992/94): si passa al PPI di Martinazzoli, con tangentopoli di mezzo. Dal PPI si transita alla Margherita e qui il racconto su Merate è cronaca più che storia. La scissione del PPI crea due ali, anche a Merate: Dario Perego nel primo mandato (1994/99) era ancora appoggiato dagli ex della DC e dunque dal PPI. Nel 1999 la sua lista civica vince ma contro Gallina, dove erano confluiti i popolari. La compagine del secondo mandato era più di centrodestra. Con Gallina sindaco nel 1990 si registra la prima giunta comunale di coalizione. La prima volta che una lista civica di centrosinistra si impone a Merate è con Battista Albani nel 2004.
Il capitolo cinque è di “colore” ed è dedicato alla vita di sezione. Qui l'autore racconta i 4 organi del partito: la stampa del partito, il movimento giovanile, il movimento femminile e le feste dell'amicizia. Nella stampa di partito c'erano i giornalini “Nuovazione”, “Notizie” e poi quelli del movimento giovanile “Giovanioggi” e “Esperienze”. Vent'anni di feste dell'amicizia raccontano di concerti, convegni, iniziative, attraverso manifesti e volantini. La storia del movimento giovanile e femminile è fatta per lo più di circolari, per strutturare i gruppi e scegliere gli eventi.
Antonio Rusconi, Giovanni Battista Albani,. Mario Gallina Dario Perego e un excursus di ricordi sono il cuore del sesto capitolo che precede l'appendice dove l'autore ha inserito una serie di dati con il totale degli iscritti alla sezione DC di Merate e quelli del PPI, l'elenco di tutti i segretari di sezione e del comitato comunale, i risultati delle elezioni amministrative dal 1946 al 2024.
“La Merate di oggi arriva da qui” ha concluso Francesco Panzeri “Quello che ho imparato in cinque anni di studio è che la storia siamo noi, chi la vive è il vero protagonista. È stato bello ricercare e studiare le persone che hanno vissuto e costruito un certo periodo. Paragonando quei tempi ai giorni nostri mi ha stupito vedere come allora ci fosse una grande partecipazione di giovani alla vita politica del paese, usciti da vent'anni di oscurantismo. Tornavano a essere liberi e ad avere la possibilità di mettersi in gioco, militando in un partito. E non hanno voluto perdersi questa opportunità. Oggi è difficile trovare una partecipazione così ampia e sentita”.
Dopo una estate tra qualche vacanza e un aiuto in oratorio, Francesco si prepara a tornare a insegnare come già fatto lo scorso anno scolastico. “Il mo desiderio sarebbe quello di insegnare storia, ma in un altro modo, cercando di dare uno sguardo al futuro e alle vicende dell'oggi”.
Per il momento c'è la soddisfazione grande di avere raccontato una storia, quella della DC meratese, partendo da materiale proprio, con un pensiero a quel nonno tanto attivo e famoso che a Merate ha dato tanto.
S.V.