Parco del Bagolino: lo stato di abbandono ne minaccia sopravvivenza e sviluppo
Queste sono le foto della piantumazione località Bagolino ,buona parte morte per la siccitàLettrice
Avrebbe dovuto rappresentare il primo esempio di Parco Agricolo urbano, una sorta di “riscatto” rispetto all’esperimento mezzo fallito condotto anni fa tra la provinciale 54 e via degli Alpini. Ma il Parco del Bagolino minaccia di seguire la sorte del parchetto voluto dall’allora sindaco Robbiani e per la medesima causa: la siccità e, di converso, la mancanza di interventi umani. Ecco infatti la distesa che avrebbe dovuto ospitare oltre mille arbusti, ridotta a erbaccia secca, a rischio incendio.
La vecchia Amministrazione nella persona di Fabio Tamandi si era scordata del piano, a lungo sbandierato come un esempio fulgido di attenzione all’ambiente; e la nuova forse nemmeno è stata informata dell’esistenza del parco del Bagolino.
La morale non cambia: tutto secco, tutto che sta andando alla malora.
Eppure il progetto è molto interessante e condivisibile. Si tratta di un appezzamento di terreno ampio 11.310 metri quadrati oltre a 2.570 mq. già oggi a bosco, per un totale in sede di acquisizione di 13.880 mq. Il progetto di creazione del Parco urbano e la direzione lavori è stata affidata alla società Larix Italia Srl nella persona dell'agronomo dottor Luigi Bonanomi che già si era distinto per la fattiva collaborazione nella riqualificazione del Parco di Villa Confalonieri non a caso premiato per la qualità del lavoro fatto. Della superficie totale il 70% pari a 7.917 metri quadrati è destinata al rimboschimento. Per la copertura di questo terreno il progetto originale prevede la messa a dimora di ben 1.328 piante di cui il 75% di piante arboree e il 25% di arbusti rispettando il parametro minimo di 1300 essenze per ettaro. La parte restante sarà destinata a nuovo prato stabile con un miscuglio di essenze graminacee e leguminose.
Non va meglio spostandoci di qualche chilometro a nord tra lo stagno piccolo, San Rocco e (quello che ormai possiamo definire) lo stagno grande, Sartirana. San Rocco, nella disponibilità del Comune da 830 giorni è ancora nelle condizioni dell’11 maggio 2022 quando l’allora vice sindaco Procopio firmò l’atto di comodato gratuito quarantennale.
Quanto allo stagno grande qualcosa le casette stanno pescando dai pozzi e un filo d’acqua viene spinto nel bacino. Ma a parte gli abbellimenti dovuti ai bravi volontari della Riserva il resto è immutato: isole e canneti avanzano, le sponde sono sempre più inaccessibili e i canali sono ostruiti da alberi caduti a mai rimossi. Provvedimenti concreti, per ora, nessuno.
Nota a margine: stiamo attendendo il bilancio quinquennale tra alberi tagliati e alberi messi a dimora. E’ comprovata l’importanza delle piante nella lotta all’inquinamento atmosferico e alla migliore sopportazione del cambiamento climatico cioè delle temperature sempre più elevate. La precedente Amministrazione aveva promesso mille alberi in più. Attendiamo di conoscere il dato.
Che temiamo sia, però, negativo.