Merate: 'Corpi abbandonati' è il nuovo romanzo di Emiliano Bezzon, comandante PL e volto RAI

Si legge tutto d’un fiato non tanto perché le 202 pagine sono divise in 48 brevi capitoli, che aiutano a “non perdere il filo” tra una pausa e l’altra, quanto perché la storia è scorrevole, accattivante, incuriosisce e ti costringe a tenere il libro sul sedile del passeggero dell’auto così da avanzare di un pezzettino nella trama durante le attese ai semafori (che avevano il loro perché invece delle rotonde).

“Corpi abbandonati” è il settimo romanzo di Emiliano Bezzon e protagoniste sono ancora due donne già note al suo pubblico, la capitana Doriana Messina e la detective e psicoterapeuta Giorgia del Rio. E’ un intreccio da una parte di storie, investigazioni, delitti e dall’altra di una giustizia che cerca di dare risposte pur tra le mille contraddizioni, ambiguità, negligenze che lo stesso apparato statale porta con sé.
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Emiliano Bezzon, il libraio Michele e Monica Pezzella

Si inizia dal desiderio della Capitana di far luce sulla morte del padre, maresciallo dei carabinieri travolto da un’auto pirata e per il quale non fu fatta alcuna approfondita indagine, anzi tutto fu sbrigativamente silenziato dagli stessi inquirenti, per arrivare a incontrare altri drammi e altre vite spezzate e marchiate dalla violenza.

A fare da cornice ci sono i paesaggi incantati e inquietanti, personaggi “di carattere” e tutti d’un pezzo, ambienti istituzionali e altri più informali e nostrani a partire dalle trattorie o dalle piole dove i sapori della cucina locale e delle cantine diventano uno degli ingredienti di successo delle storie.
Dai piatti “carichi” valtellinesi a quelli più ricercati di pesce della Calabria, attraverso abbinamenti di vini per nulla scontati e banali, si percepisce una ricerca frutto di degustazioni personali.

E qui entra in gioco l’approfondimento dell’autore che tutto nulla lascia al caso, tutto esamina, studia, “viviseziona”. Come un investigatore.

E, infatti, Emiliano Bezzon alle divise ci è avvezzo. Classe 1964, nativo di Gallarate, laureato in Giurisprudenza, è partito da comandante della polizia municipale di Vigevano e poi la sua è stata una carriera tutta in crescendo. Ha diretto il reparto radio mobile della polizia locale di Milano per poi passare a dirigente superiore del settore operativo. E nel 2006 è stato nominato comandante dell’intero corpo. È passato poi alle città di Gallarate, Varese (dove ha comandato la polizia locale e la protezione civile) e Torino dove ha diretto l’area grandi eventi tra il 2018 e il 2021. Oggi è dirigente capo per la città di Varese del settore valorizzazione delle attività e del patrimonio culturale, ecosistemico e del turismo. È direttore e docente dell’accademia di polizia locale di regione Lombardia.
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Il suo settimo romanzo “Corpi abbandonati” lo ha presentato a Merate, dove per un certo periodo a comandare la polizia locale c’era la collega ed amica dottoressa Monica Pezzella. In città lo hanno anche riconosciuto quale volto noto di Rai 2 del programma “Ore 14” in onda dal lunedì al venerdì.

Quella raccontata è una storia vera della cronaca di Reggio Calabria, basata su una indagine realmente svolta dalla DDA dove chiaramente gli atti sono stati romanzati, i personaggi hanno assunto sembianze differenti, i nomi sono ripresi da amici o conoscenti frequentati negli anni torinesi ma che nulla hanno a che vedere con la vicenda.

Alla fantasia Bezzon ha aggiunto una profonda ricerca fatta di sopralluoghi per conoscere i posti e saperli descrivere dopo averne respirato l’aria, odorato i profumi, assaggiato piatti tipici e sorseggiato mosti locali, calpestando piazze e strade, osservando monumenti alla ricerca di quel dettaglio che può “colorare” un capitolo e farne la differenza.

“Quando scrivo un romanzo ho già tutto nella mia mente” ha raccontato passeggiando per Merate e apprezzandone la bellezza e la suggestione con le due piazze centrali, il cannocchiale e il castello con la torre “generalmente scrivo il sabato e la domenica, una ventina di pagine al giorno, spesso con la musica in sottofondo ma con accanto sempre il mio adorato siberian husky”.

Impossibile condensare i dettagli delle 200 pagine, sono tanti e tutti ben allineati uno dopo l’altro. Vale la pena leggerseli sotto l’ombrellone o un pino argentato, riconoscendo magari qualcuno dei luoghi descritti o assaporando qualche piatto della tradizione. Mare o monti non fa differenza. In “Corpi abbandonati” c’è tutto.
S.V.
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