Merate: cerimonia in ricordo del partigiano Gino Prinetti a 80 anni dalla sua uccisione
“La libertà di cui godiamo oggi non è un dono caduto dal cielo, ma è frutto del coraggio e del sacrificio di uomini e donne come Gino Prinetti”. Ha parlato così il sindaco di Merate, Mattia Salvioni, davanti alla lapide del partigiano – milanese d’origine, ma meratese d’adozione – nel pomeriggio di 9 agosto, a 80 anni esatti dalla sua uccisione per mano dei nazisti.
“Oggi ci troviamo a ricordare un uomo il cui nome è scolpito non solo nella storia di Merate, ma anche nei cuori di chi crede nei valori della libertà, della giustizia e della dignità umana. Sono passati 80 anni dalla sua morte, ma il suo sacrificio, la sua lotta e il suo esempio sono vivi e vibranti più che mai” ha detto il primo cittadino dopo che è avvenuta la posa della corona di alloro sulla lapide del Partigiano di fronte agli Alpini della sezione locale, i rappresentanti dell’Arma, del comando dei Vigili del Fuoco, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell’ANPI e diversi cittadini.
“Gino Prinetti scelse di opporsi alla tirannia e all’oppressione in un’epoca segnata dal buio della dittatura e della guerra. Egli ebbe il coraggio di resistere, di dire ‘no’ fino all’ultimo a un sistema che calpestava i diritti fondamentali dell’essere umano. Oggi più che mai il suo esempio deve farci ricordare tutto questo. Prinetti è un simbolo della nostra resistenza collettiva, della nostra capacità di lottare per ciò che è giusto, anche di fronte alle avversità più terribili. Il suo esempio deve continuare a ispirarci, soprattutto in un mondo che spesso sembra dimenticare le lezioni del passato”.
Il sindaco ha quindi tenuto a leggere una lettera che Prinetti stesso scrisse alla madre e in cui ricordava con molta tenerezza la Villa Subaglio.
La parola è passata poi al presidente della sezione meratese dell’ANPI, Ernesto Passoni, che ha ringraziato l’amministrazione per aver accolto la proposta di commemorare il triste anniversario della morte del capitano. Passoni ha tenuto a leggere l’intervento che l’amica Laura Corti, appassionata di storia, ha fatto in occasione dello scorso 25 aprile, ripercorrendo parte della storia del partigiano Prinetti, soprattutto l’atto finale della sua eroica vita, quando nel 1944, combattendo fino all’ultimo con la Resistenza, sul colle della Bertagnina di Valduggia, in val Sesia, veniva ucciso durante un rastrellamento nazista insieme ad altri tre partigiani: Arturo Biella, Luigi Zanetti e Giovanni Avogadro.
Ripercorrendo quegli anni, Passoni ha ricordato che a Prinetti – nominato vicecomandante della Brigata Garibaldi “Osella" quando era rientrato in Italia dopo essersi rifugiato in Svizzera dal settembre del 1943 – è stata assegnata l'unica medaglia d'oro al valor militare nella provincia di Lecco. Il sindaco Salvioni ha poi letto le motivazioni che portarono a quella dovuta assegnazione.
In conclusione Passoni, come il primo cittadino, ha voluto condividere alcuni scritti che ricordano il partigiano e ha letto i nomi di altri eroi locali caduti durante la guerra, come Michele Meregalli di Usmate, Umberto Mandelli di Sartirana Briantea, Ernesto Panzeri di Mondonico, Alberto Consonni (ucciso a Merate), Giuseppe Giunti (carpentiere a Merate) e Antonio Giuseppe Colombo di Brugarolo.
Prima di congedarsi, Passoni ha lanciato un invito all’amministrazione chiedendo di sistemare la via del paese intitolata a Gino Prinetti e ricordando che da tempo desta in cattive condizioni.
La commemorazione, organizzata dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani e dal Comune, si è tenuta davanti all’ingresso di Villa Subaglio, che a lungo è appartenuta alla famiglia del partigiano e che per Giannatonio Prinetti Castelletti è stata sempre un luogo felice di cui, fino a un attimo prima di morire, conservava dolci ricordi di infanzia con la famiglia.
“Oggi ci troviamo a ricordare un uomo il cui nome è scolpito non solo nella storia di Merate, ma anche nei cuori di chi crede nei valori della libertà, della giustizia e della dignità umana. Sono passati 80 anni dalla sua morte, ma il suo sacrificio, la sua lotta e il suo esempio sono vivi e vibranti più che mai” ha detto il primo cittadino dopo che è avvenuta la posa della corona di alloro sulla lapide del Partigiano di fronte agli Alpini della sezione locale, i rappresentanti dell’Arma, del comando dei Vigili del Fuoco, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell’ANPI e diversi cittadini.
“Gino Prinetti scelse di opporsi alla tirannia e all’oppressione in un’epoca segnata dal buio della dittatura e della guerra. Egli ebbe il coraggio di resistere, di dire ‘no’ fino all’ultimo a un sistema che calpestava i diritti fondamentali dell’essere umano. Oggi più che mai il suo esempio deve farci ricordare tutto questo. Prinetti è un simbolo della nostra resistenza collettiva, della nostra capacità di lottare per ciò che è giusto, anche di fronte alle avversità più terribili. Il suo esempio deve continuare a ispirarci, soprattutto in un mondo che spesso sembra dimenticare le lezioni del passato”.
Il sindaco ha quindi tenuto a leggere una lettera che Prinetti stesso scrisse alla madre e in cui ricordava con molta tenerezza la Villa Subaglio.
La parola è passata poi al presidente della sezione meratese dell’ANPI, Ernesto Passoni, che ha ringraziato l’amministrazione per aver accolto la proposta di commemorare il triste anniversario della morte del capitano. Passoni ha tenuto a leggere l’intervento che l’amica Laura Corti, appassionata di storia, ha fatto in occasione dello scorso 25 aprile, ripercorrendo parte della storia del partigiano Prinetti, soprattutto l’atto finale della sua eroica vita, quando nel 1944, combattendo fino all’ultimo con la Resistenza, sul colle della Bertagnina di Valduggia, in val Sesia, veniva ucciso durante un rastrellamento nazista insieme ad altri tre partigiani: Arturo Biella, Luigi Zanetti e Giovanni Avogadro.
Ripercorrendo quegli anni, Passoni ha ricordato che a Prinetti – nominato vicecomandante della Brigata Garibaldi “Osella" quando era rientrato in Italia dopo essersi rifugiato in Svizzera dal settembre del 1943 – è stata assegnata l'unica medaglia d'oro al valor militare nella provincia di Lecco. Il sindaco Salvioni ha poi letto le motivazioni che portarono a quella dovuta assegnazione.
In conclusione Passoni, come il primo cittadino, ha voluto condividere alcuni scritti che ricordano il partigiano e ha letto i nomi di altri eroi locali caduti durante la guerra, come Michele Meregalli di Usmate, Umberto Mandelli di Sartirana Briantea, Ernesto Panzeri di Mondonico, Alberto Consonni (ucciso a Merate), Giuseppe Giunti (carpentiere a Merate) e Antonio Giuseppe Colombo di Brugarolo.
Prima di congedarsi, Passoni ha lanciato un invito all’amministrazione chiedendo di sistemare la via del paese intitolata a Gino Prinetti e ricordando che da tempo desta in cattive condizioni.
E.Ma.