Il Molgoretta "inquinato": oggi i sopralluoghi tecnici
Preoccupa la situazione del torrente Molgoretta nel territorio di Lomagna. In questi giorni sono state notate sostanze sospette all’interno del corso d’acqua. Materiale di non chiara natura galleggia, si compatta in scie e segue la corrente. Le segnalazioni sono giunte al Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, anche da parte dell’associazione di Protezione Civile di Lomagna, che nei dintorni ha il proprio campo base.
Il 6 agosto sono intervenute le Guardie Ecologiche Volontarie per un sopralluogo sul posto. Risalendo il corso d’acqua sono stati effettuati dei controlli a campione fino a quando non si è trovata un’acqua più nitida. In questo modo si è potuto approssimare l’origine del problema. Sembrerebbe che le chiazze derivino dall’impianto di fitodepurazione di via Giotto, costruito nell’area ex RDB da Lario Reti Holding per 1,7 milioni di euro. I lavori erano iniziati nel 2021 e sono stati ultimati un anno fa. Fenomeni simili non si erano ancora verificati. L’aumento delle temperature potrebbe aver causato una proliferazione di alghe.
La vasca era stata progettata proprio a maggiore protezione dell’habitat naturale grazie all’inserimento di vegetazione in grado di purificare naturalmente le acque. Tra queste piante sono state collocate anche le macrofite acquatiche, appunto per biofiltrare i residui inquinanti presenti nelle acque piovane fatte confluire nel bacino artificiale. Ora però l’impianto di fitodepurazione potrebbe aver contribuito ad alterare l’equilibrio dell’ecosistema. Si è comunque ancora in cerca di conferme a quelle che restano al momento delle supposizioni.
È plausibile che nei prossimi giorni vengano prospettate delle azioni di mitigazione, in accordo con l’Ente Parco. Inoltre ci aspetterebbe che l’amministrazione comunale prendesse contatti con la società partecipata Lario Reti Holding, che gestisce gli scolmatori e che ha realizzato il manufatto di fitodepurazione.
L’obiettivo sarà di contenere la proliferazione di alghe, se fosse confermata l’ipotesi delle macrofite acquatiche. Il Molgoretta nasce in alta valle Santa Croce e alta Val Curone. Il torrente percorre il territorio del Parco verso Sud fin proprio a Lomagna, dove incontra i due affluenti Curone e Lavandaia. Poi, all’esterno del territorio del Parco, si unisce al torrente Molgora. Eventuali interventi di pulizia e ri-bilanciamento dell’ecosistema – abitato pure da anfibi, molluschi ed invertebrati già in sofferenza per il clima caldo – conterrebbero la diffusione del problema lungo il resto del reticolo idrico.
Il 6 agosto sono intervenute le Guardie Ecologiche Volontarie per un sopralluogo sul posto. Risalendo il corso d’acqua sono stati effettuati dei controlli a campione fino a quando non si è trovata un’acqua più nitida. In questo modo si è potuto approssimare l’origine del problema. Sembrerebbe che le chiazze derivino dall’impianto di fitodepurazione di via Giotto, costruito nell’area ex RDB da Lario Reti Holding per 1,7 milioni di euro. I lavori erano iniziati nel 2021 e sono stati ultimati un anno fa. Fenomeni simili non si erano ancora verificati. L’aumento delle temperature potrebbe aver causato una proliferazione di alghe.
La vasca era stata progettata proprio a maggiore protezione dell’habitat naturale grazie all’inserimento di vegetazione in grado di purificare naturalmente le acque. Tra queste piante sono state collocate anche le macrofite acquatiche, appunto per biofiltrare i residui inquinanti presenti nelle acque piovane fatte confluire nel bacino artificiale. Ora però l’impianto di fitodepurazione potrebbe aver contribuito ad alterare l’equilibrio dell’ecosistema. Si è comunque ancora in cerca di conferme a quelle che restano al momento delle supposizioni.
Nel pomeriggio odierno il vice sindaco Lino Lalli, in qualità di assessore all’Ecologia, farà un sopralluogo accompagnato da alcuni volontari della Protezione civile di Lomagna, anche per comprendere se il fenomeno di sporcizia sia stato dettato soltanto dall’impianto di fitodepurazione o se, in qualche misura, anche l’attività nei campi limitrofi, con lo spargimento di concimi nei giorni scorsi, possa aver impattato negativamente sullo stato del torrente.
È plausibile che nei prossimi giorni vengano prospettate delle azioni di mitigazione, in accordo con l’Ente Parco. Inoltre ci aspetterebbe che l’amministrazione comunale prendesse contatti con la società partecipata Lario Reti Holding, che gestisce gli scolmatori e che ha realizzato il manufatto di fitodepurazione.
L’obiettivo sarà di contenere la proliferazione di alghe, se fosse confermata l’ipotesi delle macrofite acquatiche. Il Molgoretta nasce in alta valle Santa Croce e alta Val Curone. Il torrente percorre il territorio del Parco verso Sud fin proprio a Lomagna, dove incontra i due affluenti Curone e Lavandaia. Poi, all’esterno del territorio del Parco, si unisce al torrente Molgora. Eventuali interventi di pulizia e ri-bilanciamento dell’ecosistema – abitato pure da anfibi, molluschi ed invertebrati già in sofferenza per il clima caldo – conterrebbero la diffusione del problema lungo il resto del reticolo idrico.
M.P.