Church Pocket/24. Il ferragosto e il mistero dell’Assunzione della Madonna, Maria Vergine. Un passaporto per il cielo
“Vidi la nuova Gerusalemme come sposa adorna discendere dal cielo per il suo Sposo”. È il canto trionfale che accompagna, ogni anno, la sera del 14 agosto, la processione introitale del Solenne Pontificale dell’Arcivescovo di Capua nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il Duomo di Santa Maria Capua Vetere, la città che nel 1937 di quella sera incoronò il suo simulacro, votandosi per sempre alla Vergine Assunta in Cielo. Il ritornello di questo canto, scritto da Mons. Frisina, è tratto dal brano di Apocalisse 21. La festa dell’Assunzione di Maria al cielo, nella mia famiglia, inizia così, con quel canto e continua, il giorno dopo, ovviamente, con un pranzo e mangiando i taralli, ricoperti di naspo di zucchero, a simboleggiare le nuvole su cui Maria è stata Assunta in cielo. Ma veramente la Madonna è salita al cielo il 15 agosto? Questo giorno è carico di significati già da prima della solenne ricorrenza mariana. Tale giorno è conosciuto principalmente come "Ferragosto", una festività che affonda le sue radici nell'antica Roma. Il nome romano di questa festa deriva dal latino Feriae Augusti, che significa "riposo di Augusto". Il giorno di festa fu istituito dall'imperatore Augusto nel 18 a.C., a culmine delle celebrazioni dedicate alla fine di alcuni lavori agricoli e come pausa per la ripresa delle attività contadine di settembre, come la vendemmia. La festa aveva anche lo scopo di celebrare l'imperatore e il potere dell'Impero Romano, e si estendeva per tutto il mese di agosto.
Con l'avvento del Cristianesimo, molte feste romane, in quel processo di cristianizzazione dell’ellenismo, furono sostituite da celebrazioni cristiane affinché non fossero perdute. La Tradizione Cristiana, in questo giorno, ricorda quando la Vergine Maria fu assunta in cielo, anima e corpo. Questa tradizione si diffuse ampiamente sin dal VII secolo, come ci testimonia il canto di offertorio Assumpta est in coelum, presente in un graduale da cantarsi appositamente il 15 agosto. L'Assunzione di Maria è uno dei dogmi mariani della Chiesa Cattolica, riguardante la fine terrena della Beata Vergine. Sebbene l’antichità di questa celebrazione, il dogma è stato proclamato ufficialmente solo nel 1950 da Papa Pio XII con la Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus.
La Tradizione nell'Assunzione di Maria è radicata nella tradizione cristiana sin dai primi secoli, ma non ha un fondamento biblico. Diversi Padri della Chiesa, come San Giovanni Damasceno e Sant'Agostino, hanno sostenuto l'idea che Maria fosse stata assunta in cielo, basando le riflessioni teologiche sulla venerazione della Madre di Gesù, oltre che su varie tradizioni orali e scritti apocrifi, come il Transitus Mariae. Durante il Medioevo, la tradizione divenne sempre più diffusa e, già nel XII secolo, la festa dell'Assunzione era celebrata in diverse Chiese locali; alcuni vescovi dedicavano le cattedrali alla Vergine Assunta. Nel 1330, Papa Giovanni XXII istituì ufficialmente la festa dell'Assunzione il 15 agosto.
Papa Pio XII, prima di proclamare il dogma, consultò tutti i vescovi, teologi e fedeli di tutto il mondo per verificare se questo sentire del Popolo di Dio fosse universalmente accettato e sentito come una verità di fede. La risposta fu un consenso quasi unanime. Così, il 1º novembre 1950, Papa Pacelli proclamò solennemente il dogma dell'Assunzione di Maria. Il testo della costituzione afferma:
La proclamazione del dogma si fonda sul ruolo straordinario della Madre di Dio, la theotokos, nella storia della salvezza, in quanto Madre di Gesù nella sua totalità, di uomo e di Dio. Dante è autore di uno dei più belli e teologici inni alla Vergine, nel XXXIII canto del Paradiso, conosciuto come il Vergine Madre. Non a caso il Sommo Poeta affida questa orazione a San Bernardo, un grande teologo. La teologia, nell’Inno alla Vergine di Dante diventa magistralmente poesia. Questa preghiera, composta di quindici terzine, e melodia perfetta della liturgia e della fede in Maria nel Medioevo ed è di una rara precisione dogmatica. Maria è la «Vergine Madre» del Figlio di Dio: Dante apre l’inno con un ossimoro, definendo il dogma della perpetua Verginità di Maria. Tale dogma, del secondo Concilio di Costantinopoli, afferma che Maria è sempre rimasta vergine, prima, durante e dopo il concepimento e il parto di suo figlio. Continua la teologica ode con «Figlia del tuo Figlio» in quanto, contemporaneamente, creatura di Dio e madre di Cristo che è egli stesso Dio.In questa seconda parte del primo verso si realizza il dogma della Divina Maternità di Maria: tale professione di fede non è solo “della Madonna” ma dice qualcosa anche di Cristo: chiamando Maria Madre di Dio, il concilio di Efeso riconosce nel Cristo due nature, quella divina e quella umana, in una sola Persona. Maria è madre della Persona di Cristo, della seconda persona della Trinità, è Madre di Gesù Cristo nella sua interezza. L’Alighieri continua, con il secondo verso con «Umile e alta più che creatura», con un’altra coppia di attributi ossimorici. Il riferimento all’umiltà di Maria è nel Magnificat (Luca 1, 48), in cui la Madre di Dio loda il cielo dicendo «perché guardò l’umiltà della sua serva». Questa è l’umile grandezza di Maria: umile, perché obbediente a Dio, e grande perché diventa per i peccatori «meridiana face»: volto visibile della bontà invisibile di Dio. In questa grandezza umile prende forma il dogma dell’Assunzione: rappresenta la speranza della risurrezione dei corpi per tutti i credenti, poiché Maria, prima tra i redenti, preannuncia ed è segno futuro della fine dei tempi per tutti coloro che seguiranno Cristo. La sua Assunzione è la chiusura del cerchio di una vita nel Signore, culmine della sua Immacolata Concezione. Per ora, settimana di un caldo agosto, mi limito alla prima terzina del grande Inno alla Vergine, in altre occasioni, se di interesse, si può fare un’analisi teologica della Preghiera del XXXIII canto del Paradiso. A scuola, di solito, ci insegnano solo l’analisi delle figure retoriche ma capirne la teologia sottostante può essere utile per comprendere la bellezza di questa poesia.
Nella tradizione orientale, però, l’Assunzione non la vediamo come siamo abituati nei quadri ottocenteschi, con una Madonna che vola sulle nuvole. Gli ortodossi e anche molti paesi del Sud Italia, come la Sicilia e la Calabria, venerano l’Assunzione con la teologia della Dormitio Virginis, letteralmente la dormizione di Maria. Questa teologia identifica sia la natura umana della Vergine – più che creatura, ma pur sempre creatura – e nello stesso tempo la sua rinascita come nuova creatura, resa incorrotta dall’amore del Figlio. In molte chiese orientali il tema della Dormizione seguì un preciso tema iconografico, come nella foto, che spiega bene la teologia ad essa connessa: Maria è rappresentata su un letto circondato dagli apostoli. Uniche testimonianze nella chiesa latina – quindi non orientale – oltre al Sud Italia, di questa teologia sono gli splenditi mosaici della Basilica Romana di Santa Maria Maggiore e gli affreschi della Chiesa Rupestre di Santa Maria in Grotta di Rongolisi di Sessa Aurunca, in Provincia di Caserta, sconosciuti a molti.
Nei prossimi scritti continueremo la rassegna sul sacerdozio con testimonianze inedite di preti e non. Da buon meridionale, non potevo non sospendere tutto per la Madonna. Questa festa possa sempre insegnarci a guardare al cielo con fiducia poiché la speranza ci “eleva”. E con un po' di fortuna, magari anche noi ci sentiremo un po' più leggeri! Sicuramente non dopo il pranzo dell’Assunta nel cortile di casa di mia madre. Intanto, auguro Buon Ferragosto e buona Solennità dell’Assunzione di Maria: tra riposo, ombrellone, scarponi, fede e taralli!
Con l'avvento del Cristianesimo, molte feste romane, in quel processo di cristianizzazione dell’ellenismo, furono sostituite da celebrazioni cristiane affinché non fossero perdute. La Tradizione Cristiana, in questo giorno, ricorda quando la Vergine Maria fu assunta in cielo, anima e corpo. Questa tradizione si diffuse ampiamente sin dal VII secolo, come ci testimonia il canto di offertorio Assumpta est in coelum, presente in un graduale da cantarsi appositamente il 15 agosto. L'Assunzione di Maria è uno dei dogmi mariani della Chiesa Cattolica, riguardante la fine terrena della Beata Vergine. Sebbene l’antichità di questa celebrazione, il dogma è stato proclamato ufficialmente solo nel 1950 da Papa Pio XII con la Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus.
La Tradizione nell'Assunzione di Maria è radicata nella tradizione cristiana sin dai primi secoli, ma non ha un fondamento biblico. Diversi Padri della Chiesa, come San Giovanni Damasceno e Sant'Agostino, hanno sostenuto l'idea che Maria fosse stata assunta in cielo, basando le riflessioni teologiche sulla venerazione della Madre di Gesù, oltre che su varie tradizioni orali e scritti apocrifi, come il Transitus Mariae. Durante il Medioevo, la tradizione divenne sempre più diffusa e, già nel XII secolo, la festa dell'Assunzione era celebrata in diverse Chiese locali; alcuni vescovi dedicavano le cattedrali alla Vergine Assunta. Nel 1330, Papa Giovanni XXII istituì ufficialmente la festa dell'Assunzione il 15 agosto.
Papa Pio XII, prima di proclamare il dogma, consultò tutti i vescovi, teologi e fedeli di tutto il mondo per verificare se questo sentire del Popolo di Dio fosse universalmente accettato e sentito come una verità di fede. La risposta fu un consenso quasi unanime. Così, il 1º novembre 1950, Papa Pacelli proclamò solennemente il dogma dell'Assunzione di Maria. Il testo della costituzione afferma:
“Pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma divinamente rivelato che l'Immacolata Madre di Dio, la sempre Vergine Maria, compiuto il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”.
La proclamazione del dogma si fonda sul ruolo straordinario della Madre di Dio, la theotokos, nella storia della salvezza, in quanto Madre di Gesù nella sua totalità, di uomo e di Dio. Dante è autore di uno dei più belli e teologici inni alla Vergine, nel XXXIII canto del Paradiso, conosciuto come il Vergine Madre. Non a caso il Sommo Poeta affida questa orazione a San Bernardo, un grande teologo. La teologia, nell’Inno alla Vergine di Dante diventa magistralmente poesia. Questa preghiera, composta di quindici terzine, e melodia perfetta della liturgia e della fede in Maria nel Medioevo ed è di una rara precisione dogmatica. Maria è la «Vergine Madre» del Figlio di Dio: Dante apre l’inno con un ossimoro, definendo il dogma della perpetua Verginità di Maria. Tale dogma, del secondo Concilio di Costantinopoli, afferma che Maria è sempre rimasta vergine, prima, durante e dopo il concepimento e il parto di suo figlio. Continua la teologica ode con «Figlia del tuo Figlio» in quanto, contemporaneamente, creatura di Dio e madre di Cristo che è egli stesso Dio.In questa seconda parte del primo verso si realizza il dogma della Divina Maternità di Maria: tale professione di fede non è solo “della Madonna” ma dice qualcosa anche di Cristo: chiamando Maria Madre di Dio, il concilio di Efeso riconosce nel Cristo due nature, quella divina e quella umana, in una sola Persona. Maria è madre della Persona di Cristo, della seconda persona della Trinità, è Madre di Gesù Cristo nella sua interezza. L’Alighieri continua, con il secondo verso con «Umile e alta più che creatura», con un’altra coppia di attributi ossimorici. Il riferimento all’umiltà di Maria è nel Magnificat (Luca 1, 48), in cui la Madre di Dio loda il cielo dicendo «perché guardò l’umiltà della sua serva». Questa è l’umile grandezza di Maria: umile, perché obbediente a Dio, e grande perché diventa per i peccatori «meridiana face»: volto visibile della bontà invisibile di Dio. In questa grandezza umile prende forma il dogma dell’Assunzione: rappresenta la speranza della risurrezione dei corpi per tutti i credenti, poiché Maria, prima tra i redenti, preannuncia ed è segno futuro della fine dei tempi per tutti coloro che seguiranno Cristo. La sua Assunzione è la chiusura del cerchio di una vita nel Signore, culmine della sua Immacolata Concezione. Per ora, settimana di un caldo agosto, mi limito alla prima terzina del grande Inno alla Vergine, in altre occasioni, se di interesse, si può fare un’analisi teologica della Preghiera del XXXIII canto del Paradiso. A scuola, di solito, ci insegnano solo l’analisi delle figure retoriche ma capirne la teologia sottostante può essere utile per comprendere la bellezza di questa poesia.
Nella tradizione orientale, però, l’Assunzione non la vediamo come siamo abituati nei quadri ottocenteschi, con una Madonna che vola sulle nuvole. Gli ortodossi e anche molti paesi del Sud Italia, come la Sicilia e la Calabria, venerano l’Assunzione con la teologia della Dormitio Virginis, letteralmente la dormizione di Maria. Questa teologia identifica sia la natura umana della Vergine – più che creatura, ma pur sempre creatura – e nello stesso tempo la sua rinascita come nuova creatura, resa incorrotta dall’amore del Figlio. In molte chiese orientali il tema della Dormizione seguì un preciso tema iconografico, come nella foto, che spiega bene la teologia ad essa connessa: Maria è rappresentata su un letto circondato dagli apostoli. Uniche testimonianze nella chiesa latina – quindi non orientale – oltre al Sud Italia, di questa teologia sono gli splenditi mosaici della Basilica Romana di Santa Maria Maggiore e gli affreschi della Chiesa Rupestre di Santa Maria in Grotta di Rongolisi di Sessa Aurunca, in Provincia di Caserta, sconosciuti a molti.
Nei prossimi scritti continueremo la rassegna sul sacerdozio con testimonianze inedite di preti e non. Da buon meridionale, non potevo non sospendere tutto per la Madonna. Questa festa possa sempre insegnarci a guardare al cielo con fiducia poiché la speranza ci “eleva”. E con un po' di fortuna, magari anche noi ci sentiremo un po' più leggeri! Sicuramente non dopo il pranzo dell’Assunta nel cortile di casa di mia madre. Intanto, auguro Buon Ferragosto e buona Solennità dell’Assunzione di Maria: tra riposo, ombrellone, scarponi, fede e taralli!
Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023.
Rubrica a cura di Pietro Santoro