Italcementi non risponde ai sindaci sulla richiesta di fornire gli esiti dell'indagine epidemiologica
E' un braccio di ferro che va avanti da decenni (su svariati fronti) e se da una parte c'è un colosso dell'economia, dall'altra ci sono gli enti locali decisi a non arretrare e a non lasciare nulla di intentato.
I comuni dell'area meratese, con capofila Robbiate, appoggiati anche dalla Provincia di Lecco, avevano fatto richiesta qualche mese fa all'università di Tor Vergata di avere i dati relativi agli esiti dell'indagine epidemiologica svolta a suo tempo per conto di Italcementi.
L'ateneo romano non aveva dato corso alla domanda, invitando gli enti a a rivolgersi al committente, leggasi HeidelbergCement.
Un esito che non era poi così inatteso tanto che i sindaci il 26 giugno sono subito partiti con una lettera di formale richiesta alla società per ottenere le stesse risposte, finalizzate ad avere le più alte garanzie a tutela della salute della popolazione, commissionando tutti gli studi necessari per comprendere quanto la volontà di aumento drastico dell'utilizzo dei combustibili alternativi a quelli fossili possa rappresentare un potenziale pericolo.
Trascorsi i trenta giorni indicati come termine ultimo e non avendo avuto alcuna risposta, ora sarà necessario nuovamente avviare azioni forti.
“Agiremo in tutte le sedi possibili. Ora che i trenta giorni sono scaduti e non ci è arrivata alcuna risposta dovremo ritrovarci come sindaci e decidere a chi rivolgersi” ha concluso il sindaco Marco Magni, alla guida dell'ente capofila.
I comuni dell'area meratese, con capofila Robbiate, appoggiati anche dalla Provincia di Lecco, avevano fatto richiesta qualche mese fa all'università di Tor Vergata di avere i dati relativi agli esiti dell'indagine epidemiologica svolta a suo tempo per conto di Italcementi.
L'ateneo romano non aveva dato corso alla domanda, invitando gli enti a a rivolgersi al committente, leggasi HeidelbergCement.
Un esito che non era poi così inatteso tanto che i sindaci il 26 giugno sono subito partiti con una lettera di formale richiesta alla società per ottenere le stesse risposte, finalizzate ad avere le più alte garanzie a tutela della salute della popolazione, commissionando tutti gli studi necessari per comprendere quanto la volontà di aumento drastico dell'utilizzo dei combustibili alternativi a quelli fossili possa rappresentare un potenziale pericolo.
Trascorsi i trenta giorni indicati come termine ultimo e non avendo avuto alcuna risposta, ora sarà necessario nuovamente avviare azioni forti.
“Agiremo in tutte le sedi possibili. Ora che i trenta giorni sono scaduti e non ci è arrivata alcuna risposta dovremo ritrovarci come sindaci e decidere a chi rivolgersi” ha concluso il sindaco Marco Magni, alla guida dell'ente capofila.
S.V.