Comodamente sedute/132 : il momento che precede

Non so se vi è mai capitato di pensarci, al momento che precede.
Io se potessi, lo salterei a prescindere, perché davvero non so mai come viverlo, mi coglie sempre impreparata.
Ciò che accade dopo il momento che precede, che si tratti di qualcosa di piacevole o meno, è comunque qualcosa che ci aspettiamo, e che in qualche modo siamo pronti ad affrontare.
Ma il momento che lo precede, quello è sempre tanto scomodo e faticoso.
Ripenso ai tanti momenti che hanno preceduto eventi importanti della mia vita:
il momento prima del mio ingresso in chiesa quando mi sono sposata,
il momento prima della nascita di miei figli,
il momento prima di perdere persone a me care.
Ma anche momenti che precedevano una visita medica importante,
un colloquio di lavoro,
un acquisto impegnativo,
 un confronto di coppia o tra amiche.
Sempre, sempre mi sono ritrovata vulnerabile, impreparata, impaurita, perché la forza, arriva  puntuale insieme all’evento. Non un attimo prima.
E quell’attimo prima abbiamo il fianco scoperto.
Per questo non lo amo, il momento che precede.
Il momento che precede il temporale
Il momento che precede lo scatto di una fotografia
Il momento che precede la fine di un amore
Il momento che precede il primo bacio
Il momento che precede l’inizio di un viaggio
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Ne attraversiamo continuamente, a volte senza nemmeno renderci conto di farlo, talmente siamo proiettati verso ciò che accadrà e non dentro ciò che sta accadendo.
“È la consapevolezza della fine che infonde ogni momento che la precede di un meraviglioso significato. Non tanto perché  ci dà il significato ultimo della vita, quanto perché  ci incita e ci costringe a riempire le nostre vite con significati. È quella consapevolezza che ci spinge a cercare nuovi inizi. È la coscienza di vivere in un tempo preso a prestito che ci suggerisce  di usarne ogni boccone in maniera saggia.”
Zygmunt Bauman
E voi? Come affrontate il momento che precede?
Vi starete domandando la ragione per cui mi sono imbattuta in questa riflessione.
Oggi voglio soffermarmi sul momento che precede il mio consueto saluto prima della vacanze estive che è sempre un momento un po’ triste ma necessario.
Anche quest’anno questa rubrica si prende una pausa durante il mese di agosto, per rimettere in ordine pensieri e parole, per pensarne di nuove, per riprendere energia ed entusiasmo.
Spero di ritrovarvi di nuovo tutte quante, riposate e pronte a ripartire verso nuovi progetti.
Non dimenticatevi di prendervi cura non solo di chi vi sta accanto, ma anche soprattutto di voi stesse, ascoltate i vostri bisogni e non abbiate timore di condividerli. Chi vi ama, capirà.

La parola vacanza significa essere vuoto, libero.
Un vuoto che non è fine a se stesso, un vuoto piacevole che sperimentiamo pochissimi giorni all’anno. Giorni vuoti dal lavoro, dallo studio, dai vari impegni quotidiani, ci svuotiamo di scadenze, doveri, impegni, per fare il pieno di quello che più ci piace: andare a letto tardi oppure alzarsi presto la mattina, camminare o rimanere sdraiati, leggere, chiacchierare, oppure fissare semplicemente un punto all’orizzonte e liberare la mente: tutto è consentito purché sia fonte di felicità. Vacanza non significa necessariamente partire, quanto piuttosto staccare dalla routine quotidiana e dedicare del tempo di qualità a se stessi e alle persone care. Certo per alcune persone ciò avviene soltanto prendendo le distanze da casa e lavoro, perché in questo modo concede spazio a nuovi pensieri. Io credo che ci sia soltanto una regola da rispettare quando si sceglie la meta: soddisfare un proprio bisogno e possibilmente riuscire a conciliarlo con quello delle persone amate con cui intendiamo trascorrere le nostre vacanze.
Che sia nostro marito, nostra moglie, i figli, un’amica, una sorella, ciò che conta è che sia veramente un’occasione per ritrovarsi e raccontarsi con leggerezza e allegria dando la priorità alla bellezza dello stare insieme e soprattutto alla gratitudine di avere qualcuno con cui condividere momenti e luoghi così belli. Oppure un’occasione per stare in compagnia di se stessi.
Per quanto mi riguarda quest’anno metto da parte il mio consueto cammino, e mi butto in una nuova avventura: andrò qualche giorno a Parigi con Susanna e la sua amica Letizia. 
Non vedo l’ora di tornare in questa città meravigliosa che ho visitato per la prima volta durante il mio viaggio di nozze e guardarla con gli occhi di due giovani ragazze che certamente mi aiuteranno a cogliere sfumature nuove e sorprendenti.
E al mio ritorno naturalmente, vi racconterò come è andata.  
Ovunque voi siate e ovunque andiate vi auguro una buona vacanza, giorni felici di sole, di letture che rimangono nel cuore, di panorami che non si dimenticano, di chiacchierate fino a tarda notte.
Se volete rileggere qualche articolo vi aspetto come sempre nel mio blog www.comodamentesedute.com e se ne avete voglia, scrivetemi gio.fumagalli66@gmail.com, mi farà moltissimo piacere.
Vi abbraccio una ad una con gratitudine e affetto.
Viaggiare in compagnia di coloro che amiamo è una casa in movimento.
Leigh Hunt
Giovanna Fumagalli Biollo
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