A Vittorino Ripamonti mio compagno di Collegio
Caro Vittorino una delle ultime volte in cui ci siamo incontrati mi hai lasciato un foglio con tutti i nomi dei compagni delle medie dei tempi in cui frequentavamo insieme il “Manzoni” di Merate.
“Dai fai tu le ricerche per completare l’elenco con tutti gli indirizzi e i numeri di telefono: e chissà che ci si riesca a ritrovare almeno una volta tutti insieme !”
Quel foglio è restato a lungo sulla mia scrivania poi scompariva per qualche anno ma alla fine lo ritrovavo da qualche altra parte.
Ma quel lavoro che mi chiedevi non l’ho mai fatto ed è troppo tardi per farlo ora.
Delle mie medie al “Manzoni” ricordo il Preside Don Enrico Bellani che si affacciava talvolta alle nostre classi che diventavano all’improvviso silenziosissime.
E la signorina Rossini, professoressa di disegno, e poi la giovanissima professoressa di Storia e Geografia Adele Comotti che ci raccontava dei Nuraghe della Sardegna .
Ma dei compagni ne ricordo molti ma il ricordo più vivo è quello di Vittorino Ripamonti : esuberante , protagonista appassionato di molte cose ma soprattutto con un orgoglio smisurato per il suo paese Pianezzo.
E alla fine non lo chiamavamo più Vittorino ma “pianezzo”.
Una volta organizzò una gita nei boschi sopra Pianezzo che nella nostra memoria restò come un “safari” nella giungla africana.
Finite le medie io andai a fare il Liceo Classico a Monza e lui non so che altra scuola andò a fare.
Ma alla fine dell’anno mi disse che voleva fare una scuola come la mia e volle con insistenza e determinazione cominciare già a studiare il greco.
Passai molti pomeriggi quell’estate a casa sua a Pianezzo a studiare con lui le basi della grammatica greca.
Poi ci perdemmo di vista per un bel po’ di anni fino a quando ci ritrovammo come amministratori pubblici io a Cernusco (come sindaco) e lui a Merate come assessore al Bilancio.
Io impegnato nella non facile battaglia per poter aprire la Esselunga di Cernusco e lui impegnato nel fronte amplissimo di chi quel nuovo supermercato non lo voleva.
Ma gli anni d’oro della nostra amicizia restano gli anni del “Collegio Manzoni”.
Ti ricordi il prof Fabre che dipingeva in fondo al campo mentre ci faceva giocare al pallone?
Ciao Vittorino !
“Dai fai tu le ricerche per completare l’elenco con tutti gli indirizzi e i numeri di telefono: e chissà che ci si riesca a ritrovare almeno una volta tutti insieme !”
Quel foglio è restato a lungo sulla mia scrivania poi scompariva per qualche anno ma alla fine lo ritrovavo da qualche altra parte.
Ma quel lavoro che mi chiedevi non l’ho mai fatto ed è troppo tardi per farlo ora.
Delle mie medie al “Manzoni” ricordo il Preside Don Enrico Bellani che si affacciava talvolta alle nostre classi che diventavano all’improvviso silenziosissime.
E la signorina Rossini, professoressa di disegno, e poi la giovanissima professoressa di Storia e Geografia Adele Comotti che ci raccontava dei Nuraghe della Sardegna .
Ma dei compagni ne ricordo molti ma il ricordo più vivo è quello di Vittorino Ripamonti : esuberante , protagonista appassionato di molte cose ma soprattutto con un orgoglio smisurato per il suo paese Pianezzo.
E alla fine non lo chiamavamo più Vittorino ma “pianezzo”.
Una volta organizzò una gita nei boschi sopra Pianezzo che nella nostra memoria restò come un “safari” nella giungla africana.
Finite le medie io andai a fare il Liceo Classico a Monza e lui non so che altra scuola andò a fare.
Ma alla fine dell’anno mi disse che voleva fare una scuola come la mia e volle con insistenza e determinazione cominciare già a studiare il greco.
Passai molti pomeriggi quell’estate a casa sua a Pianezzo a studiare con lui le basi della grammatica greca.
Poi ci perdemmo di vista per un bel po’ di anni fino a quando ci ritrovammo come amministratori pubblici io a Cernusco (come sindaco) e lui a Merate come assessore al Bilancio.
Io impegnato nella non facile battaglia per poter aprire la Esselunga di Cernusco e lui impegnato nel fronte amplissimo di chi quel nuovo supermercato non lo voleva.
Ma gli anni d’oro della nostra amicizia restano gli anni del “Collegio Manzoni”.
Ti ricordi il prof Fabre che dipingeva in fondo al campo mentre ci faceva giocare al pallone?
Ciao Vittorino !
Antonio Conrater