Vittorino Ripamonti era un uomo corretto, intelligente, grande lavoratore. Straordinario papà
Vogliamo ricordare una persona speciale, un uomo corretto, intelligente, disponibile, un grande lavoratore ma anche una persona piena di passioni che amava coltivare con impegno
Quest’uomo si chiamava Ripamonti Vittorino, nato nel 1943 a Pianezzo, frazione di Olgiate Molgora.
Era un uomo che si era fatto da solo, dopo lavori innumerevoli, aveva iniziato a lavorare alla Bayer di Milano laureandosi poi anche in economia e commercio. Partendo dalla base, era riuscito a raggiungere per merito una posizione di prestigio, riconosciuta dai suoi superiori che lo hanno stimato e ringraziato per le sue intuizioni e gli input forniti, rimanendo anche disponibile a condividere con colleghi le sue passioni.
Negli anni 70-80 era stato membro attivo della DC e consigliere al bilancio al comune di Merate, e con il suo operato ha permesso la realizzazione di importanti opere, quali un forno inceneritore, la tribuna del campo sportivo, la fognatura intorno al lago di Sartirana, la piscina ed il centro tennis, di sistemare il collegio Manzoni e la sede della banda sociale, l’acquisto di villa Confalonieri e molte altre. Lavoro svolto di sabato o di sera, con intelligenza e lungimiranza.
Non sazio, aveva deciso di prendere una seconda laurea in Medicina studiando nei ritagli di tempo, frequentando i reparti ospedalieri di sabato e domenica. La medicina era fonte di interesse dal punto di vista scientifico ma soprattutto un modo di potersi dedicare e aiutare gli altri, estranei, parenti, amici, che spesso si rivolgevano a lui per un consiglio e un aiuto. Amava andare a fondo nelle cose, faceva delle ipotesi ed arrivava alle conclusioni, non si arrendeva di fronte ad ostacoli ed imprevisti.
Aveva una passione infinita per la montagna. Con il suo gruppo di cari amici ha scalato numerosi 4000, documentandoli con belle fotografie. Amava alzarsi presto la domenica mattina partire per scalare quella o quell’altra montagna, arrivare in cima o al rifugio e scendere di corsa per poi il giorno dopo alzarsi ancora prima ed andare al lavoro. Era in grado di camminare ore ed ore senza sentire la stanchezza, la sete, la fame. Non rinunciava mai ad una gita in montagna per una dormita riposante.
Ovviamente, era socio del CAI. Come lo era dell’AVIS, essendo stato donatore per decenni.
Guardando più nel suo privato, amava leggere, ascoltare musica classica, fare fotografie, alzare lo sguardo in cielo ogni volta che un aereo si aggirava nei paraggi, scrivere poesie, camminare nel parco del Curone.
Era una persona indipendente, libera ma rispettosa di regole e limiti.
E naturalmente era un padre, esigente ma comprensivo, che dava regole e sapeva come giustificarle, che voleva il meglio per noi, i suoi figli e si impegnava ad indicarci il lavoro come fonte di realizzazione e crescita personale.
Amava ricordare le tradizioni di quando era piccolo e crearne altre all’interno del nucleo familiare.
Molte cose di lui le abbiamo apprese dalle persone che sono venute a rendergli l’ultimo saluto in questi giorni perché era una persona modesta, di parole misurate e mai fuori luogo.
Vogliamo ringraziarlo infinitamente per tutto quello che ci ha dato e insegnato, prima e durante il periodo della sua malattia.
Ciao Papà,
Quest’uomo si chiamava Ripamonti Vittorino, nato nel 1943 a Pianezzo, frazione di Olgiate Molgora.
Era un uomo che si era fatto da solo, dopo lavori innumerevoli, aveva iniziato a lavorare alla Bayer di Milano laureandosi poi anche in economia e commercio. Partendo dalla base, era riuscito a raggiungere per merito una posizione di prestigio, riconosciuta dai suoi superiori che lo hanno stimato e ringraziato per le sue intuizioni e gli input forniti, rimanendo anche disponibile a condividere con colleghi le sue passioni.
Negli anni 70-80 era stato membro attivo della DC e consigliere al bilancio al comune di Merate, e con il suo operato ha permesso la realizzazione di importanti opere, quali un forno inceneritore, la tribuna del campo sportivo, la fognatura intorno al lago di Sartirana, la piscina ed il centro tennis, di sistemare il collegio Manzoni e la sede della banda sociale, l’acquisto di villa Confalonieri e molte altre. Lavoro svolto di sabato o di sera, con intelligenza e lungimiranza.
Non sazio, aveva deciso di prendere una seconda laurea in Medicina studiando nei ritagli di tempo, frequentando i reparti ospedalieri di sabato e domenica. La medicina era fonte di interesse dal punto di vista scientifico ma soprattutto un modo di potersi dedicare e aiutare gli altri, estranei, parenti, amici, che spesso si rivolgevano a lui per un consiglio e un aiuto. Amava andare a fondo nelle cose, faceva delle ipotesi ed arrivava alle conclusioni, non si arrendeva di fronte ad ostacoli ed imprevisti.
Aveva una passione infinita per la montagna. Con il suo gruppo di cari amici ha scalato numerosi 4000, documentandoli con belle fotografie. Amava alzarsi presto la domenica mattina partire per scalare quella o quell’altra montagna, arrivare in cima o al rifugio e scendere di corsa per poi il giorno dopo alzarsi ancora prima ed andare al lavoro. Era in grado di camminare ore ed ore senza sentire la stanchezza, la sete, la fame. Non rinunciava mai ad una gita in montagna per una dormita riposante.
Ovviamente, era socio del CAI. Come lo era dell’AVIS, essendo stato donatore per decenni.
Guardando più nel suo privato, amava leggere, ascoltare musica classica, fare fotografie, alzare lo sguardo in cielo ogni volta che un aereo si aggirava nei paraggi, scrivere poesie, camminare nel parco del Curone.
Era una persona indipendente, libera ma rispettosa di regole e limiti.
E naturalmente era un padre, esigente ma comprensivo, che dava regole e sapeva come giustificarle, che voleva il meglio per noi, i suoi figli e si impegnava ad indicarci il lavoro come fonte di realizzazione e crescita personale.
Amava ricordare le tradizioni di quando era piccolo e crearne altre all’interno del nucleo familiare.
Molte cose di lui le abbiamo apprese dalle persone che sono venute a rendergli l’ultimo saluto in questi giorni perché era una persona modesta, di parole misurate e mai fuori luogo.
Vogliamo ringraziarlo infinitamente per tutto quello che ci ha dato e insegnato, prima e durante il periodo della sua malattia.
Ciao Papà,
I tuoi figli Carla, Luigi, Massimo