Vittorino Ripamonti, una persona perbene
Faccio ammenda per aver derogato al principio di evitare autocitazioni. Nel settembre del 1976 entravo per la prima volta nell’Aula consiliare di Merate, in villa Confalonieri, sede prestigiosa che, contro tutto e tutti, auspico torni ad essere il palazzo del popolo di Merate.Sulla poltrona più alta, accanto al segretario c’era Giuseppe Ghezzi, sindaco al primo mandato, dopo due consigliature rette da Luigi Zappa. La Dc otteneva regolarmente risultati bulgari, non aveva bisogno di alleanze, come invece accadrà nel 1990. Tra i tanti assessori spiccava per eleganza, eloquio e sorriso l’allora ragionier Vittorino Ripamonti. Con pazienza, per quanto anche io avessi qualche competenza contabile, mi introdusse nel mondo complicato della finanza pubblica. Richiamandomi con garbo quando qualche “pezzo” mostrava i segni dell’inesperienza.
E’ rimasto al suo posto anche nel Ghezzi 2 e questo ha rafforzato i nostri rapporti, pur sempre distinti nei ruoli ma dove a volte, il Lei dovuto diventava un “Tu” appena varcata la soglia dell’edificio per raggiungere le auto dopo le sedute, spesso oltre mezzanotte. Vittorino Ripamonti, oltre che estremamente preparato, era una persona per bene. La città è cresciuta anche grazie a uomini come lui. Speriamo che il suo ricordo non vada subito perduto come quello di altri amministratori, a partire proprio da Giuseppe Ghezzi. La nuova generazione al “potere” dovrebbe aprire una galleria di questi personaggi. Lo suggeriamo all’assessore alla Cultura. I volti dei sindaci non debbono restare affissi sulla parete della sala antistante l’Aula di villa Confalonieri. Devono trovare uno spazio e, accanto a loro, anche le immagini dei tanti che con capacità, competenza e spirito di comunità hanno trasformato un borgo contadino in una fiorente cittadina.
E’ rimasto al suo posto anche nel Ghezzi 2 e questo ha rafforzato i nostri rapporti, pur sempre distinti nei ruoli ma dove a volte, il Lei dovuto diventava un “Tu” appena varcata la soglia dell’edificio per raggiungere le auto dopo le sedute, spesso oltre mezzanotte. Vittorino Ripamonti, oltre che estremamente preparato, era una persona per bene. La città è cresciuta anche grazie a uomini come lui. Speriamo che il suo ricordo non vada subito perduto come quello di altri amministratori, a partire proprio da Giuseppe Ghezzi. La nuova generazione al “potere” dovrebbe aprire una galleria di questi personaggi. Lo suggeriamo all’assessore alla Cultura. I volti dei sindaci non debbono restare affissi sulla parete della sala antistante l’Aula di villa Confalonieri. Devono trovare uno spazio e, accanto a loro, anche le immagini dei tanti che con capacità, competenza e spirito di comunità hanno trasformato un borgo contadino in una fiorente cittadina.
Claudio Brambilla