L'ignavo

Ferdinando, l'ignavo Caro Ferdinando, sei un poeta, complimenti per la prosa in versi e in rima. Però, se la società e il mondo progrediscono e migliorano è grazie a chi si lamenta, a "chi non sa accettare il gioco umano" come dici tu, a chi dice: così non va bene, bisogna cambiare, migliorare. Per i faciloni come te a cui tutto va bene, a cui tutto scivola via indifferentemente, saremmo ancora agli operai che lavorano 14 ore al giorno per ingrassare i padroni delle ferriere, alle capanne fatte di tronchi, all'età della pietra, a prima dell'invenzione della ruota. Perché inventare la ruota se i tronchi si possono trascinare con delle corde? Perché inventare il motore a scoppio se i cavalli hanno sempre fatto bene il loro lavoro? Perché inventare la corrente elettrica se le candele hanno sempre funzionato egregiamente? Se tutti facessero come te, allora il mondo sarebbe fermo. Gli sconfitti non sono quelli che combattono e magari perdono, quelli che come dice il Vangelo hanno combattuto una buona battaglia. Gli sconfitti sono quelli che non scendono nemmeno in campo e lasciano che il mondo vada come vogliono i potenti di turno, quelli che indifferenti accettano "il gioco umano" come il caporalato nei campi, il traffico di esseri umani, le ruberie i giochi sporchi della politica. Ricordati che Dante gli ignavi li ha messi all'Inferno, gli accidiosi al Purgatorio.
Pierino
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