Sabbioncello: frate Claudy ricorda suor Luisa Dell'Orto, sua docente di filosofia ad Haiti. “Era la mamma degli studenti”

Era considerata la “mamma degli studenti”, tanto esigente quanto comprensiva e disponibile, una “biblioteca vivente” per la sua cultura profonda e sterminata ma anche una formatrice e una educatrice che sapeva di avere una grande responsabilità verso i giovani a cui si dedicava anima e corpo.

E' un ricordo affettuoso e riconoscente quello che fra' Claudy Denisé, classe 1989, ha tracciato di suor Luisa Dell'Orto, sua docente di filosofia durante gli anni di insegnamento ad Haiti.
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In foto suor Luisa nell'anno 2013 al "Centre Salésien
d'Enseignement Supérieur" (CESADES). A destra con il saio fra' Claudy
 Oggi di stanza al convento di Sabbioncello, pronto ad iniziare un dottorato a Roma con la specializzazione in teologia morale, il giovane francescano da 16 anni veste i panni del poverello di Assisi, con una vocazione nata proprio nell'isola caraibica dove la Piccola Sorella del Vangelo ha seminato “pace e speranza” e dove è stata trucidata nel giugno di 2 anni fa.

Cresciuto in una famiglia cattolica, abituato a vivere la Fede con le opere e non solo a parole, fra' Claudy aveva iniziato come accolito alla Messa e pian piano in lui il seme della vocazione si era fatto strada, facendogli sentire sempre più profonda l'esigenza di dare qualcosa di più. Era così approdato alla parrocchia “Croce della missione” sempre di Haiti, dove operavano i frati minori, e nel 2009 era entrato a fare parte della congregazione.
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Dopo un anno di postulantato era entrato in contatto con l'istituto filosofico dei salesiani ed era lì che aveva fatto la conoscenza di suor Luisa Dell'Orto, religiosa dell'ordine fondato da Charles de Focault e originaria di Lomagna.

“Il primo anno di filosofia ho solo visto suor Luisa” ha raccontato fra' Claudy dal chiostro di Sabbioncello “Diciamo che inizialmente è stata una conoscenza da lontano. Ogni volta che lei incontrava noi studenti era cordiale e ci diceva come va ragazzi? Noi rispondevamo Kebnbe Ste”m che significa teniamo duro. Anni dopo ho scoperto che era diventato il suo motto”.

La vera conoscenza con la religiosa avviene l'anno successivo quando tiene il corso di storia della filosofia ai giovani frati desiderosi di imparare, pur con le difficoltà della materia.
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“Suor Luisa era la colonna portante dell'istituto. In realtà insegnava tutte le materie, aveva una cultura sterminata: estetica, filosfia dell'arte, etica, filosofia morale, filosofia antica, dottrina sociale della Chiesa e Fides et ratio. Ascoltarla e imparare da lei era un piacere. Era una persona appassionata, credeva in quello che faceva e dava tutta se stessa. Noi studenti ci rivolgevamo a lei quando dovevamo scrivere la tesi: sempre disponibile, dava un occhio ai nostri lavori, li correggeva e se aveva qualche dubbio si prendeva del tempo per studiare e poi tornava il giorno dopo con le risposte. Dava consigli, suggerimenti. Era un punto di riferimento ed era considerata la mamma degli studenti: sincera, intelligente, caritatevole ma anche molto esigente anzitutto con se stessa. Ci diceva che noi saremmo stati i preti del futuro, per il mondo di domani e quindi aveva una grande responsabilità nel prepararci. Era anche la nostra “biblioteca” perchè conosceva tantissime cose e quando avevamo bisogno di un approfondimento ci rivolgevamo a lei sicuri che ci avrebbe dato le risposte necessarie. Quando è stato il momento della tesi suor Luisa mi ha aiutato, l'ha letta e mi ha dato dei consigli per migliorarla. Ha fatto passare riga per riga, parola per parola. Si vedeva che prendeva il nostro futuro con grande serietà e attenzione e ci dedicava tutto il tempo necessario”.

All'impegno pastorale, la piccola sorella del Vangelo aveva affiancato quello umanitario e sociale, proprio per dare compimento alle indicazioni del Vangelo. La sua fede non era morta, ma viva nelle opere. E infatti l'istituto fondato per dare un aiuto ai più disagiati del Paese con gli anni è diventato un punto di riferimento per tutta l'isola.

“Un giorno ero andato da lei perchè dovevamo correggere alcune parti della tesi. Non mi aveva potuto raggiungere all'istituto e così mi ero spostato io. Arrivato a Kay Chal l'avevo trovata nel cortile circondata da bambini. Una scena bellissima che non dimenticherò mai. Lei era una vera formatrice, una educatrice seria. Sapeva come stare in mezzo ai giovani e infatti diceva che non andava educata solo la mente ma anche le mani e i piedi e per questo dopo le ore di lezione portava i bambini a giocare e a divertirsi”.
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Il 25 giugno del 2022, in circostanze ancora poco chiare ma riconducibili con buona probabilità a un tentativo di rapina finita male, suor Luisa veniva freddata con colpi di pistola mentre si trovava in auto. Inutili i soccorsi. Il suo cuore grande aveva smesso di battere ma solo nel suo minuto corpo.

“Ero a Firenze in quei giorni” ha proseguito fra' Claudy “quando ho saputo della sua morte ho subito uno schock. È stato il colpo più grande che abbia mai provato, un dolore atroce. Lei aveva dato tanto al popolo haitiano, tutta la sua vita spesa nel modo migliore, non solo a livello di pastorale ma soprattutto umano e sociale. La sua vita donata è un seme di speranza e di pace, di armonia e di riconciliazione e ora tocca a noi portare avanti il suo testimone”.
S.V.
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