Dopo le macerie, la difficile ricostruzione del centrodestra

Un mese fa, Merate voltava pagina. Dopo 15 anni di governo del centrodestra il cosiddetto “campo largo” a trazione PD, sbaragliava le due liste concorrenti dando a Mattia Salvioni – in realtà il vero vincitore – la maggioranza assoluta con una percentuale record per la città. Peraltro il centrosinistra confermava le posizioni chiave in provincia, a Valmadrera, Casatenovo e Oggiono dove correva il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Alessandro Negri. Proprio la sconfitta bruciante di Negri dimostra che non si costruisce un partito strutturato quando dal 4% si passa al 28% in un paio d’anni. Fratelli d’Italia non esiste nei paesi, anche di una certa dimensione come Merate. Eliminati Fiorenza Albani e Norma Maggioni, bocciato sonoramente Alessandro Albertini, resta solo Alfredo Casaletto a reggere la Fiamma tricolore. Probabilmente con scarsa convinzione. Anche perché in asse con Mastroberardino, avversario storico di Negri che gode dell’appoggio di Giacomo Zamperini, ora ottimamente accasato in Regione.

Nulla di diverso per quanto riguarda Forza Italia. Il partito di plastica già era pressoché invisibile prima del voto, poi, dopo la stupida decisione di appoggiare Massimo Panzeri, è scomparso del tutto col suo coordinatore, Ruggero Riva, ignorato dagli elettori.

Roberto Gagliardi, coordinatore provinciale degli Azzurri, è un affabulatore del nulla, un concentrato di vuoto e banalità da far rimpiangere l’arrembante Bruno Colombo che, prima della prematura scomparsa, almeno faceva valere nei numeri il peso del suo partito. Gagliardi intona la pari dignità come un tormentone estivo ma sulla scacchiera non ha neppure una pedina.

Quanto alla Lega, la situazione di sbando era già evidente con l’impuntatura di voler ricandidare Panzeri quando era evidente che il cavallo fosse ormai azzoppato, più per demerito della corte che suo. Curioso che Mauro Piazza, grande stratega certamente dotato di intuito, non si sia opposto alla ricandidatura. Anche se, rivoltando la frittata, si può pensare che con la sconfitta del 9 giugno Panzeri si è giocato la possibilità di competere per un posto in Regione. Ora è certo che anche al prossimo giro, Piazza non avrà rivali.

Dunque del centrodestra meratese, ma anche provinciale, restano solo macerie. Tutto da ricostruire. E le sconfitte hanno reso il quadro ancora più fosco.

Soprattutto Zamperini e Negri dovranno lavorare sodo per mettere in piedi qualcosa di credibile in città come Merate, Casatenovo, Oggiono, Valmadrera dove il centrosinistra ha vinto.

Ma temiamo che Zamperini sia più interessato alla ricca poltrona regionale e Negri, come si dice in questi casi, ne deve ancora mangiare di pane.
Claudio Brambilla
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