Brivio: l’analisi di Bergoglio sull’Intelligenza Artificiale con don Walter Magnoni
Nella sera di giovedì 27 giugno, al cine teatro “Flavio Mauri” di Brivio, si è tenuto il terzo incontro della rassegna proposta dalla parrocchia di Brivio e Beverate “In camminati VERSO quale META?” . L’ospite è stato don Walter Magnoni, professore dell’Università Cattolica di Milano e responsabile della “Comunità pastorale Madonna di di Lourdes” di Lecco.
L’incontro si è focalizzato sul coinvolgimento della chiesa nelle questioni di attualità, in questo caso si è parlato di varie dichiarazioni e documenti scritti dal Papa riguardo l’argomento, ora motivo di discussione, l’intelligenza artificiale.
“Perché il papa si preoccupa di parlare dell’intelligenza artificiale?” Così ha esordito don Walter. “La risposta non è univoca, alcuni pensano che il Papa si debba occupare solo della preghiera, ma in realtà tutto ciò che è umano interessa alla vita della Chiesa, e siccome questo tema è così decisivo è apparso opportuno dire qualcosa”.
Infatti, portando degli spezzoni delle encicliche, “Laudato si” del 2015 e “Laudate deum” del 2023, don Walter ha mostrato quanto il Papa sia stato attivo nell’esprimersi e nel dare consigli.
Nella seconda enciclica in particolare al N.21 si parla di AI, ed è scritto che bisogna vederla come uno strumento e che va usato come tale, recuperando il senso del limite e riconoscendo che anche noi ne abbiamo uno essendo umani, e come tali la nostra vita sulla terra ha un inizio e una fine.
Il relatore l’ha definito definito inoltre uno strumento fantastico e letale, che può tirare fuori il massimo delle potenzialità solo nelle mani giuste, riuscendo a diffondere la cultura e renderla accessibile a tutti, anche a chi non ne ha i mezzi economici, definendola così “democratizzazione della conoscenza”, ma anche per un significativo progresso scientifico. Può anche essere però motivo di malessere nel caso in cui avvantaggiasse le nazioni sviluppate e svantaggiasse le nazioni ancora in via di sviluppo, aumentando così il gap culturale tra le due parti.
Secondo don Walter non si è sicuri che le persone che hanno il potere lo utilizzino bene, perché a volte potrebbero essere preoccupate a massimizzare i propri profitti. La chiesa non è contro il profitto ma ne riconosce il valore, il problema è quando il profitto diventa il solo criterio: in questo caso si sacrificano persone, mettendo così in pericolo la cultura dell’incontro a vantaggio della cultura dello scarto, cioè la teoria per la quale quando le persone non servono più si buttano.
Per rendere più chiaro il concetto, Papa Francesco nei suoi testi ha utilizzato l’esempio dei coltelli. I nostri antenati creavano coltelli che utilizzavano per cacciare guadagnandosi da vivere e tagliare i pellami per coprirsi, ma anche per uccidersi tra loro.
Nonostante tutto è importante non togliere centralità all’uomo per darlo alla macchina che alla fine non fa altro che una scelta tecnica tra le possibilità che ha e si basa su criteri ben definiti e scelte statistiche. L’essere umano non solo sceglie, ma in cuor suo è capace anche di decidere, e la differenza tra scegliere e decidere è che il secondo è sinonimo di saggezza, e all’essere umano deve sempre rimanere la decisione.
Don Walter ha poi messo in luce anche gli aspetti negativi dell’AI, tra i quali le risorse idriche eccessive necessarie per il raffreddamento dei server, la mano d’opera delle persone che raccolgono a mano ed etichettano tutti i dati e che lavorano in condizioni deplorevoli, e anche l’enormità di risorse impiegate.
A seguito di questo discorso illuminante e ricco di informazioni, tanto da poter lasciare al pubblico i mezzi per valutare l’utilità e in qualche modo “prepararsi” a quella che sarà una realtà concreta nel futuro, è susseguito un momento di scambio tra il relatore e i presenti, che hanno potuto esprimere i propri dubbi che, in base alle sue competenze, don Walter ha gentilmente chiarito.
L’incontro si è poi concluso con il promemoria del prossimo incontro di venerdì 5 luglio. Don Emilio Colombo ha tenuto a dedicare l’incontro a Don Luigi, ex parroco di Bevevate, per i suoi 70anni di servizio parrocchiale.
L’incontro si è focalizzato sul coinvolgimento della chiesa nelle questioni di attualità, in questo caso si è parlato di varie dichiarazioni e documenti scritti dal Papa riguardo l’argomento, ora motivo di discussione, l’intelligenza artificiale.
“Perché il papa si preoccupa di parlare dell’intelligenza artificiale?” Così ha esordito don Walter. “La risposta non è univoca, alcuni pensano che il Papa si debba occupare solo della preghiera, ma in realtà tutto ciò che è umano interessa alla vita della Chiesa, e siccome questo tema è così decisivo è apparso opportuno dire qualcosa”.
Infatti, portando degli spezzoni delle encicliche, “Laudato si” del 2015 e “Laudate deum” del 2023, don Walter ha mostrato quanto il Papa sia stato attivo nell’esprimersi e nel dare consigli.
Nella seconda enciclica in particolare al N.21 si parla di AI, ed è scritto che bisogna vederla come uno strumento e che va usato come tale, recuperando il senso del limite e riconoscendo che anche noi ne abbiamo uno essendo umani, e come tali la nostra vita sulla terra ha un inizio e una fine.
Il relatore l’ha definito definito inoltre uno strumento fantastico e letale, che può tirare fuori il massimo delle potenzialità solo nelle mani giuste, riuscendo a diffondere la cultura e renderla accessibile a tutti, anche a chi non ne ha i mezzi economici, definendola così “democratizzazione della conoscenza”, ma anche per un significativo progresso scientifico. Può anche essere però motivo di malessere nel caso in cui avvantaggiasse le nazioni sviluppate e svantaggiasse le nazioni ancora in via di sviluppo, aumentando così il gap culturale tra le due parti.
Secondo don Walter non si è sicuri che le persone che hanno il potere lo utilizzino bene, perché a volte potrebbero essere preoccupate a massimizzare i propri profitti. La chiesa non è contro il profitto ma ne riconosce il valore, il problema è quando il profitto diventa il solo criterio: in questo caso si sacrificano persone, mettendo così in pericolo la cultura dell’incontro a vantaggio della cultura dello scarto, cioè la teoria per la quale quando le persone non servono più si buttano.
Per rendere più chiaro il concetto, Papa Francesco nei suoi testi ha utilizzato l’esempio dei coltelli. I nostri antenati creavano coltelli che utilizzavano per cacciare guadagnandosi da vivere e tagliare i pellami per coprirsi, ma anche per uccidersi tra loro.
Nonostante tutto è importante non togliere centralità all’uomo per darlo alla macchina che alla fine non fa altro che una scelta tecnica tra le possibilità che ha e si basa su criteri ben definiti e scelte statistiche. L’essere umano non solo sceglie, ma in cuor suo è capace anche di decidere, e la differenza tra scegliere e decidere è che il secondo è sinonimo di saggezza, e all’essere umano deve sempre rimanere la decisione.
Don Walter ha poi messo in luce anche gli aspetti negativi dell’AI, tra i quali le risorse idriche eccessive necessarie per il raffreddamento dei server, la mano d’opera delle persone che raccolgono a mano ed etichettano tutti i dati e che lavorano in condizioni deplorevoli, e anche l’enormità di risorse impiegate.
A seguito di questo discorso illuminante e ricco di informazioni, tanto da poter lasciare al pubblico i mezzi per valutare l’utilità e in qualche modo “prepararsi” a quella che sarà una realtà concreta nel futuro, è susseguito un momento di scambio tra il relatore e i presenti, che hanno potuto esprimere i propri dubbi che, in base alle sue competenze, don Walter ha gentilmente chiarito.
L’incontro si è poi concluso con il promemoria del prossimo incontro di venerdì 5 luglio. Don Emilio Colombo ha tenuto a dedicare l’incontro a Don Luigi, ex parroco di Bevevate, per i suoi 70anni di servizio parrocchiale.
A.Sc.