Comodamente sedute/130: la Susi del futuro
Amo questo scatto rubato che aveva fatto mio marito durante una vacanza in montagna a Davos.
Non vi ho mai raccontato che per molti anni quando i bambini erano piccoli, prenotavamo sempre le vacanze a Davos, una ridente cittadina svizzera, paradiso per i bambini e di conseguenza per i genitori.
Ricco di parchi giochi bellissimi, di passeggiate poco impegnative alla portata di tutti e con comodi treni e bus gratuiti che la percorrono più volte al giorno.
Nell’appartamento che prendevamo in affitto c’era sempre la piscina.
Mio marito li accompagnava nel pomeriggio e io aspettavo il loro ritorno fatto di chiacchiere e di stanchezza con una tazza di cioccolata fumante.
Era un tempo perfetto.
I genitori lo sanno che quegli anni volano via veloci e per quanto faticosi e impegnativi siano, sono terreno fertile per la costruzione di ricordi importanti che l’intera famiglia si porterà sempre nel cuore.
Qui la Susi aveva due anni, e ora ne ha 21.
La vedete sorridente e felice, ma anche lei come tanti giovani oggi, nutre molti dubbi riguardo al suo futuro.
Verrebbe da pensare che la gioventù sia un momento di grande spensieratezza, in realtà sono molte le preoccupazioni che tormentano gli adolescenti e i giovani che rendono incerti i loro pensieri riguardo il futuro: l’ansia di non trovare lavoro, di non riuscire a raggiungere una propria indipendenza economica, il dubbio di aver intrapreso un percorso di studi sbagliato e di non riuscire a fare le scelte giuste.
Io dico sempre a Susi che deve imparare a fidarsi della Susi che verrà, esattamente come quella che aveva due anni ha fatto con lei.
Anche io ho imparato che devo fidarmi della persona saggia che diventerò domani, perché certamente sarà più pronta di quanto non lo sia io oggi ad affrontare ciò che la vita avrà in serbo per me.
Le preoccupazioni faranno sempre parte della nostra vita, ma il segreto non sta nel cercare di liberarcene, quanto piuttosto di accettarle.
La preoccupazione è uno stato d’animo che sperimentiamo di continuo in ogni fase della nostra vita.
Ci preoccupiamo se certe cose accadono oppure non accadono, ci spaventa sapere cosa ci riserva il futuro, ci spaventa non saperlo, vogliamo conoscere la verità ad ogni costo ma al tempo stesso ne siamo terrorizzati perché non siamo sicuri di poterne reggere il peso.
La preoccupazione è come una ragnatela che si allarga fino ad avvolgere anche coloro che ci vivono accanto: più amiamo e più ci preoccupiamo. E se non ci preoccupiamo, se non diamo sufficiente importanza a qualcosa o qualcuno, ci pare di non amare abbastanza.
Se ci fermiamo un momento a riflettere sul significato di questa parola, scopriamo che pre-occuparsi significa occuparsi prima, occuparsi cioè in anticipo di un cambiamento che potrebbe avvenire e che temiamo di non essere pronti ad affrontare.
E’ una sorta di meccanismo di difesa che la nostra mente mette in atto per non farci trovare impreparati di fronte a una difficoltà.
Preoccuparsi per un esame, un’interrogazione alle volte è cosa buona, perché ci aiuta a studiare con maggior impegno, a non sottovalutare ciò che ci aspetta, preoccuparsi di trovare un lavoro o di volerlo cambiare, di trovare casa o di volerla vendere, ci costringe ad attivare molteplici risorse per raggiungere l’obiettivo.
Perché quello storto lì certe volte è molto più dritto di quanto non avremmo mai immaginato.
E non dimentichiamo di vivere il presente.
Quella storia meravigliosa che è il nostro oggi, con tutto quello ci sta dentro.
“Il preoccuparsi non ruba mai al domani il suo dispiacere,
priva soltanto l’oggi della sua gioia”.
Leo Buscaglia
Amiche care, vi auguro una buona domenica, mentre vi scrivo sento il primo vero caldo estivo e anche se sono un amante dell’inverno, devo ammettere che un po’ mi mancava e a voi?
Vi aspetto come sempre nel mio blog per un saluto www.comodamentesedute.com e se avete voglia di condividere qualche preoccupazione, io sono pronta ad ascoltarle gio.fumagalli66@gmail.com
Non vi ho mai raccontato che per molti anni quando i bambini erano piccoli, prenotavamo sempre le vacanze a Davos, una ridente cittadina svizzera, paradiso per i bambini e di conseguenza per i genitori.
Ricco di parchi giochi bellissimi, di passeggiate poco impegnative alla portata di tutti e con comodi treni e bus gratuiti che la percorrono più volte al giorno.
Nell’appartamento che prendevamo in affitto c’era sempre la piscina.
Mio marito li accompagnava nel pomeriggio e io aspettavo il loro ritorno fatto di chiacchiere e di stanchezza con una tazza di cioccolata fumante.
Era un tempo perfetto.
I genitori lo sanno che quegli anni volano via veloci e per quanto faticosi e impegnativi siano, sono terreno fertile per la costruzione di ricordi importanti che l’intera famiglia si porterà sempre nel cuore.
Qui la Susi aveva due anni, e ora ne ha 21.
La vedete sorridente e felice, ma anche lei come tanti giovani oggi, nutre molti dubbi riguardo al suo futuro.
Verrebbe da pensare che la gioventù sia un momento di grande spensieratezza, in realtà sono molte le preoccupazioni che tormentano gli adolescenti e i giovani che rendono incerti i loro pensieri riguardo il futuro: l’ansia di non trovare lavoro, di non riuscire a raggiungere una propria indipendenza economica, il dubbio di aver intrapreso un percorso di studi sbagliato e di non riuscire a fare le scelte giuste.
Io dico sempre a Susi che deve imparare a fidarsi della Susi che verrà, esattamente come quella che aveva due anni ha fatto con lei.
Anche io ho imparato che devo fidarmi della persona saggia che diventerò domani, perché certamente sarà più pronta di quanto non lo sia io oggi ad affrontare ciò che la vita avrà in serbo per me.
Le preoccupazioni faranno sempre parte della nostra vita, ma il segreto non sta nel cercare di liberarcene, quanto piuttosto di accettarle.
La preoccupazione è uno stato d’animo che sperimentiamo di continuo in ogni fase della nostra vita.
Ci preoccupiamo se certe cose accadono oppure non accadono, ci spaventa sapere cosa ci riserva il futuro, ci spaventa non saperlo, vogliamo conoscere la verità ad ogni costo ma al tempo stesso ne siamo terrorizzati perché non siamo sicuri di poterne reggere il peso.
La preoccupazione è come una ragnatela che si allarga fino ad avvolgere anche coloro che ci vivono accanto: più amiamo e più ci preoccupiamo. E se non ci preoccupiamo, se non diamo sufficiente importanza a qualcosa o qualcuno, ci pare di non amare abbastanza.
Se ci fermiamo un momento a riflettere sul significato di questa parola, scopriamo che pre-occuparsi significa occuparsi prima, occuparsi cioè in anticipo di un cambiamento che potrebbe avvenire e che temiamo di non essere pronti ad affrontare.
E’ una sorta di meccanismo di difesa che la nostra mente mette in atto per non farci trovare impreparati di fronte a una difficoltà.
Preoccuparsi per un esame, un’interrogazione alle volte è cosa buona, perché ci aiuta a studiare con maggior impegno, a non sottovalutare ciò che ci aspetta, preoccuparsi di trovare un lavoro o di volerlo cambiare, di trovare casa o di volerla vendere, ci costringe ad attivare molteplici risorse per raggiungere l’obiettivo.
La preoccupazione non ci solleva dai problemi ma ci permette in un certo senso di affrontarli con più consapevolezza.
Purché non lasciamo che quella preoccupazione si trasformi in ansia e paura, facendoci sentire soggiogati e incapaci di reagire.
Accettare che non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro ma che possiamo adoperarci perché somigli il più possibile a quello che sogniamo.
Salvo poi essere pronti ad adattarsi nel caso qualcosa andasse storto.
Purché non lasciamo che quella preoccupazione si trasformi in ansia e paura, facendoci sentire soggiogati e incapaci di reagire.
Accettare che non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro ma che possiamo adoperarci perché somigli il più possibile a quello che sogniamo.
Salvo poi essere pronti ad adattarsi nel caso qualcosa andasse storto.
Perché quello storto lì certe volte è molto più dritto di quanto non avremmo mai immaginato.
E non dimentichiamo di vivere il presente.
Quella storia meravigliosa che è il nostro oggi, con tutto quello ci sta dentro.
“Il preoccuparsi non ruba mai al domani il suo dispiacere,
priva soltanto l’oggi della sua gioia”.
Leo Buscaglia
Amiche care, vi auguro una buona domenica, mentre vi scrivo sento il primo vero caldo estivo e anche se sono un amante dell’inverno, devo ammettere che un po’ mi mancava e a voi?
Vi aspetto come sempre nel mio blog per un saluto www.comodamentesedute.com e se avete voglia di condividere qualche preoccupazione, io sono pronta ad ascoltarle gio.fumagalli66@gmail.com
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo