Cherchez la femme?
“Cercate la donna, insomma, diceva il giornalista: da buon giornalista e da buon siciliano” scrive l’indimenticabile Leonardo Sciascia ne Il giorno della civetta, ma il capitano Bellodi non era d’accordo: “avrebbero dovuto darlo come precetto alla polizia, in Sicilia, pensava il capitano, non bisognava cercare la donna: perché si finiva per trovarla, e a danno della giustizia”. Sono passati 63 anni dalla pubblicazione del romanzo e ci troviamo a un migliaio di chilometri in linea d’aria da Agrigento, ma evidentemente i giornalisti sono sempre e ovunque gli stessi, e del resto lo stesso Dumas padre, al quale accadde nel 1860 di fondare e di dirigere a Napoli il quotidiano L’Indipendente, non fu del tutto estraneo a tale professione. Quanto al ragionamento del capitano Bellodi, conserva tutta la sua validità: anche ai nostri giorni e anche in Brianza, volendo a tutti i costi chercher la femme, la si trova, o ci si illude di trovarla, sempre, comunque, “a danno della giustizia”. Proseguendo nella narrazione, il padrino mafioso don Mariano Arena, che per esercitare con successo il suo ruolo apicale nel crimine organizzato doveva certamente essere (al pari del suo creatore) un profondo conoscitore dell’animo umano, rivolge al capitano che lo sta arrestando un’osservazione diventata ormai proverbiale: “L’umanità […] la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quacquaraqua […] Lei , anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo”. Tali reminiscenze letterarie mi sono tornate in mente più di una volta, chissà perché, durante la recente campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale meratese, e poi leggendo i commenti sui risultati. Che dite? Sarà stato il fastidio per le ripetute quanto gratuite allusioni a presunte motivazioni private dietro le scelte politiche di qualcuno dei protagonisti? Voglio chiarire di aver votato con convinzione per la lista di ViviAmo Merate, che ho del resto contribuito con la mia firma a presentare agli elettori, ma non mi sarei mai sognato di ricorrere, in questo come in altri casi, a insinuazioni personali degne (con rispetto parlando, naturalmente) di un quaquaraqua.
Michele Bossi
Mirabile ricostruzione cinematografica e letteraria ma che ahimé nulla c'entra con la vicenda locale. Ma si tratta giustappunto di una questione privata quindi limitiamoci a circoscrivere l'analisi alle ragioni dello scontro e successiva rimozione degli ex assessori Franca Maggioni e Giuseppe Procopio. Da quell'analisi in poi molte cose, probabilmente a Lei non note, hanno segnato la campagna elettorale della lista di maggioranza uscente. Ma, immagino, Lei non conosca la questione. E quindi si ferma alle belle enunciazioni di principio sulle quali non si può che concordare.