Merate: a suor Luisa Dell'Orto di Lomagna e ai coniugi Caiani di Vercurago il premio della diocesi di Milano “Fuoco dentro”
Un fuoco dentro che contagia e non lascia freddi e indifferenti coloro che lo accostano. Un fuoco dentro che può cambiare il mondo con piccoli gesti. Un fuoco dentro che come brace lavora spesso nel nascondimento per poi irraggiatai come una esplosione.
Sono storie di vita, di coraggio e riscatto, di dedizione e lungimiranza, di umiltà e pazienza quelle che sono state raccontate e premiate nel corso della serata, organizzata dalla Diocedi di Milano e sostenuta da Fondazione comunitaria del lecchese e da Elemaster, che si è svolta presso l'auditorium del Villoresi a Merate alla presenza dell'arcivescovo Mario Delpini.
Inframezzato dal suono delle cornamuse scozzesi di Orobian Pipes, dalle musiche e dai canti del coro Elikya l'evento è stato un condensato di emozioni, messaggi, aneddoti che hanno reso scorrevoli le tre ore.
Primo a essere premiato è stato don Claudio Burgio prete di "frontiera" che si occupa di quei ragazzi che tutti classificano come bulli e problematici ma che lui definisce solo desiderosi di felicità. Una sfida accolta anni fa che da cappellano del carcere Beccaria di Milano lo ha portato a fondare la comunità Kayros che dà accoglienza e opportunità di ripartenza ai minori. Una sfida, come ha spiegato nel corso della serata, che è basata sulla fiducia e sulla presenza e che ha portato il "prete dei rapper" (visti i suoi contatti anche con Simba La Rue e Baby Gang) ad essere credibile.
Impossibilitata a essere presente fisicamente, suor Babila Saleh ha registrato nei giorni scorsi una intervista dove ha raccontato il suo impegno per 13 anni nella striscia di Gaza a favore della convivenza e del pluralismo. Impegno che è stato una delle ragioni del premio Fuoco dentro. La religiosa della congregazione delle Rosary Sisters ha spiegato come l'avvio della guerra in autunno fosse inaspettato e meno ancora come si prevedesse una durata così lunga nel tempo rispetto alle volte precedenti. Ha raccontato, incalzata dalle domande della giornalista Chiara Zappa, le difficoltà a far "ripartire" una adolescenza segnata dal conflitto e dalla continua tensione, con l'aggressività che arriva a manifestarsi anche nel gioco.
A introdurre il premio alla memoria di suor Luisa Dell'Orto trucidata a colpi di pistola nel giugno 2022 a Porte au Prince, è stato un canto ispirato a Charles de Focault, fondatore della congregazione delle Piccole Sorelle del Vangelo. Sul palco è salita tra gli applausi la sorella Maria Adele che ha ricordato lo spirito di dedizione e di amore che aveva sempre spinto la religiosa a dedicarsi agli altri.
Nativa di Lomagna, laureata in lettere e filosofia aveva scelto di "cambiare strada" perché si era accorta che solo il Vangelo era in grado di dare risposte alle sue domande interiori. Amata dalle persone che mai aveva abbandonato nemmeno quando il terremo di Haiti aveva sconvolto le loro vite, suor Luisa aveva compreso che più si ama Dio e più si amano gli uomini. Principio che l'ha guidata sino all'ultimo giorno.
Franco Vaccari ha invece raccontato la genesi di Rondine Cittadella della Pace, realtà sorta in Toscana per educare al dialogo e all'annullamento dei conflitti partendo proprio dai singoli e da quello che ciascuno può fare nel suo piccolo. Una comunità nata con un lettera a Raisa Maksimovna Gorbačëva per chiedere il cessate il fuoco tra russi e ceceni negli anni della guerra fredda e che ora si fonda sulla metafora che se non si è capaci di "sporcarsi" con la storia, l'intimità, la profondità dell'altro allora non vi sarà mai pace.
Un esempio di coraggio e riscatto quello di Blessing Okoedion, donna nigeriana vittima della tratta della prostituzione a cui è riuscita a sfuggire e che non ha chiuso in un cassetto ma che ha fatto diventare l'oggetto della sua lotta per liberare le tante donne ancora oggi schiave dello sfruttamento sessuale. Fondatrice di Weavers of hope si occupa di mediazione culturale.
A chiudere l'assegnazione dei premi sono stati i coniugi Sara e Carlo Alberto Caiani, responsabili di una casa di minori a San Girolamo di Vercurago con i padri somaschi. Giovani sposi innamorati e pieni di progetti si aprono all'accoglienza di quei ragazzi che "nel sorteggio Uefa della vita non hanno avuto poi così fortuna come altri".
70 i minori accolti nella loro casa, vissuti fianco a fianco con i loro tre figli biologiici, testimoni oggi di una accoglienza vera e profonda che cambia, in meglio, la vita propria e quella altrui.
Terminate le premiazioni l'arcivescovo Mario Delpini ha riflettuto su come le storie ascoltate possano essere principio di trasfigurazione perché possono rendere conformi a un certo stile di vita.
Sono storie di vita, di coraggio e riscatto, di dedizione e lungimiranza, di umiltà e pazienza quelle che sono state raccontate e premiate nel corso della serata, organizzata dalla Diocedi di Milano e sostenuta da Fondazione comunitaria del lecchese e da Elemaster, che si è svolta presso l'auditorium del Villoresi a Merate alla presenza dell'arcivescovo Mario Delpini.
Inframezzato dal suono delle cornamuse scozzesi di Orobian Pipes, dalle musiche e dai canti del coro Elikya l'evento è stato un condensato di emozioni, messaggi, aneddoti che hanno reso scorrevoli le tre ore.
Primo a essere premiato è stato don Claudio Burgio prete di "frontiera" che si occupa di quei ragazzi che tutti classificano come bulli e problematici ma che lui definisce solo desiderosi di felicità. Una sfida accolta anni fa che da cappellano del carcere Beccaria di Milano lo ha portato a fondare la comunità Kayros che dà accoglienza e opportunità di ripartenza ai minori. Una sfida, come ha spiegato nel corso della serata, che è basata sulla fiducia e sulla presenza e che ha portato il "prete dei rapper" (visti i suoi contatti anche con Simba La Rue e Baby Gang) ad essere credibile.
Impossibilitata a essere presente fisicamente, suor Babila Saleh ha registrato nei giorni scorsi una intervista dove ha raccontato il suo impegno per 13 anni nella striscia di Gaza a favore della convivenza e del pluralismo. Impegno che è stato una delle ragioni del premio Fuoco dentro. La religiosa della congregazione delle Rosary Sisters ha spiegato come l'avvio della guerra in autunno fosse inaspettato e meno ancora come si prevedesse una durata così lunga nel tempo rispetto alle volte precedenti. Ha raccontato, incalzata dalle domande della giornalista Chiara Zappa, le difficoltà a far "ripartire" una adolescenza segnata dal conflitto e dalla continua tensione, con l'aggressività che arriva a manifestarsi anche nel gioco.
A introdurre il premio alla memoria di suor Luisa Dell'Orto trucidata a colpi di pistola nel giugno 2022 a Porte au Prince, è stato un canto ispirato a Charles de Focault, fondatore della congregazione delle Piccole Sorelle del Vangelo. Sul palco è salita tra gli applausi la sorella Maria Adele che ha ricordato lo spirito di dedizione e di amore che aveva sempre spinto la religiosa a dedicarsi agli altri.
Nativa di Lomagna, laureata in lettere e filosofia aveva scelto di "cambiare strada" perché si era accorta che solo il Vangelo era in grado di dare risposte alle sue domande interiori. Amata dalle persone che mai aveva abbandonato nemmeno quando il terremo di Haiti aveva sconvolto le loro vite, suor Luisa aveva compreso che più si ama Dio e più si amano gli uomini. Principio che l'ha guidata sino all'ultimo giorno.
Franco Vaccari ha invece raccontato la genesi di Rondine Cittadella della Pace, realtà sorta in Toscana per educare al dialogo e all'annullamento dei conflitti partendo proprio dai singoli e da quello che ciascuno può fare nel suo piccolo. Una comunità nata con un lettera a Raisa Maksimovna Gorbačëva per chiedere il cessate il fuoco tra russi e ceceni negli anni della guerra fredda e che ora si fonda sulla metafora che se non si è capaci di "sporcarsi" con la storia, l'intimità, la profondità dell'altro allora non vi sarà mai pace.
Un esempio di coraggio e riscatto quello di Blessing Okoedion, donna nigeriana vittima della tratta della prostituzione a cui è riuscita a sfuggire e che non ha chiuso in un cassetto ma che ha fatto diventare l'oggetto della sua lotta per liberare le tante donne ancora oggi schiave dello sfruttamento sessuale. Fondatrice di Weavers of hope si occupa di mediazione culturale.
A chiudere l'assegnazione dei premi sono stati i coniugi Sara e Carlo Alberto Caiani, responsabili di una casa di minori a San Girolamo di Vercurago con i padri somaschi. Giovani sposi innamorati e pieni di progetti si aprono all'accoglienza di quei ragazzi che "nel sorteggio Uefa della vita non hanno avuto poi così fortuna come altri".
70 i minori accolti nella loro casa, vissuti fianco a fianco con i loro tre figli biologiici, testimoni oggi di una accoglienza vera e profonda che cambia, in meglio, la vita propria e quella altrui.
S.V.