Brivio: uomo e Intelligenza Artificiale tra etica e diritto

Si è aperta nella serata di venerdì 14 la nuova rassegna proposta dalla parrocchia di Brivio e Beverate “Incamminati VERSO quale META?”. Ogni anno la comunità parrocchiale organizza nel mese di giugno una serie di appuntamenti per discutere temi di attualità. Focus di quest’anno saranno l’intelligenza artificiale e il metaverso che verranno esplorati in quattro serate con l’aiuto di esperti.
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Ospiti del primo incontro il dirigente scolastico Claudio Corbetta, il responsabile Privacy e Compliance Matteo Tavola e l’avvocato Paolo Motta, che partendo dall’intervento fatto dal Papa il 1°gennaio, sulla necessità di mettere le nuove tecnologie al servizio della causa della pace e fratellanza, hanno illustrato ai presenti i pro e i contro di uno strumento che sta trovando, nell’era del digitale, sempre più spazio e impiego. Un fenomeno oggi molto popolare e discusso, nato però già nel 1950 dal test del matematico Alan Turing per determinare se una macchina fosse in grado di esibire un comportamento intelligente simile a quello umano. Da quel momento questi strumenti hanno intrapreso un processo di sviluppo caratterizzato da alti e bassi, culminato nel 1996 con la vittoria della macchina Deep Blue sul campione mondiale di scacchi Garry Kasparov.
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Claudio Corbetta, Matteo Tavola e Paolo Motta

Le intelligenze artificiali sono basate su algoritmi in grado di raccogliere dati che vengono processati per dare un output e non solo, sono in grado di rielaborarli e classificarli per poi interagire con l’esterno. Questi congegni possono avere principalmente tre funzionalità: predittiva, per presagire cosa potrà succedere in futuro; generativa, ossia in grado di produrre contenuti, oppure di automazione e movimento, come i robot che possono agire fisicamente nello spazio. Strumenti che devono essere addestrati per operare al meglio, che come i bambini hanno bisogno di imparare sia tramite l’esperienza, sia con gli insegnamenti di altri, nutrendosi, a differenza delle persone, solamente di dati. Il nome di queste macchine è tuttavia forviante. “Si possono quasi definire stupide più che intelligenti, perché non capiscono quello che stanno dicendo. È come quando si impara qualcosa a memoria senza capirne il significato” ha spiegato Corbetta. Questi apparecchi non sono difatti in grado di comprendere i processi di causa ed effetto o di astrazione, perché agiscono su un principio di statistica che non permette di recuperare il vero senso e valore di ciò che stanno manifestando.
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D’altro canto sono strumenti che possono produrre ragionamenti quasi “alieni”, come Alpha zero, che nel 2007 ha elaborato nuove strategie per giocare a scacchi che una mente umana non avrebbe mai potuto immaginare, oppure la capacità di sviluppare un vaccino capace di combattere un virus che i medici e studiosi non riuscivano a contrastare. Da questi interventi così importanti delle tecnologie, sempre più radicate in ambito lavorativo e medico, sorgono domande etiche sul giusto e sbagliato e filosofiche sull’identità umana, questioni giuridiche sull’attribuzione della colpa in caso di errore. L’uomo è passato da non essere più padrone dell’universo, come si credeva prima di Copernico, fino a non rappresentare più l’essere più intelligente. Da questa consapevolezza è sorta una paura sul sopravvento della tecnologia, sulla sua capacità evolutiva di diventare senziente e controllare l’umanità. Questi timori sono stati alimentati soprattutto da furbe strategie di marketing intorno ad una forte innovazione. “Se ci pensiamo in realtà tutte le scoperte e novità, basti pensare all’automobile, hanno portato a forti stravolgimenti, che inizialmente hanno destabilizzato la quotidianità, ma che poi hanno trovato risoluzioni e generato nuove possibilità ed opportunità” hanno rassicurato gli esperti.
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Questo è l’esito positivo al quale bisogna sperare, un risultato raggiungibile attraverso regolamentazioni e gestioni efficienti di queste intelligenze, metodi capaci di fronteggiare la sopraffazione causata dalla loro potenza. Un processo che è solamente agli inizi, ma che in Europa ha già portato, il 21 maggio 2024, ad approvare una legge per garantire al contempo, sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali e la promozione dell’innovazione. Tanta è la strada ancora da fare per poter “convivere” in maniera sana con questi strumenti, che non dovranno stravolgere i pilastri dell’etica, filosofia e diritto, che reggono le società, bensì offrire un supporto all’azione umana, agendo per il bene della collettività.
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Un discorso che verrà ampliato e ripreso con il prossimo appuntamento, venerdì 21 giugno alle ore 20:45 presso l’oratorio di Beverate, dove gli stessi relatori terranno la serata “Metaverso: chi siamo e cosa ci facciamo qui?”.
I.Bi.
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