Sospensione servizio Pneumologia: l'accorata lettera di una madre di un ragazzo distrofico. Il Dg Trivelli deve intervenire

Il Dg precedente, Paolo Favini, sostenuto dai soliti tromboni e casse di risonanza, portava la Pneumologia del Mandic come prova del potenziamento dell'ospedale. Non diceva però che si tratta di un reparto distaccato dell'Inrca, l'Istituto anconetano che ha una sede - proficua - a Casatenovo. Nessuno si poneva il problema che alla fine la gestione del reparto, per quanto ospitato nel padiglione del Mandic era ed è dell'istituto che, come ha fatto scrivere Riccardo Luzi, direttore sanitario, ha come priorità la cura degli anziani. Quindi le altre prestazioni si fanno se si possono fare. Altrimenti si chiude. Ed è successo proprio a danno dei pazienti più fragili in assoluto - e delle loro famiglie - i malati distrofici.
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Con un lessico da brivido il dottor Luzi avrebbe dichiarato a un quotidiano locale che la sospensione dell'attività di Pneumologia è "il male minore". Trovare parole per commentare questa affermazione è arduo restando nei limiti della continenza previsti dal codice deontologico. Ora si attende il dottor Marco Trivelli e il suo staff alla prima vera prova. Perchè ascoltare tutti è già di per sé un'ottima cosa ma poi occorrono anche le azioni pratiche conseguenti. Attendiamo dal dottor Trivelli una presa di posizione netta. La Pneumologia deve essere dell'ASST Lecco. E il delicatissimo servizio non può essere sospeso a tempo indeterminato. Sarebbe questa la magnifica sanità lombarda?
Sono la mamma di un ragazzo affetto da distrofia muscolare di Duchenne, una mamma che come altre dedica tutta la sua giornata, 7 giorni su 7, ad assistere il proprio figlio. Da quando a mio figlio hanno fatto la diagnosi di questa terribile malattia, la nostra vita è stata piena di paura, un semplice raffreddore può causare complicazioni che possono portarci via il nostro ragazzo. I problemi respiratori, oltre a quelli cardiaci, sono un incubo che ci fa sempre stare in allarme, quando mio figlio ha un raffreddore un po’ più forte, fa fatica a respirare, deve assumere cortisone e per giorni stiamo in apprensione.
Le difficoltà del sistema sanitario sono per noi state superate tante volte grazie a medici preparati e, soprattutto, con grande umanità e attenzione. La semi intensiva al Mandic rappresenta per noi una sicurezza, un reparto composto da medici e infermieri che sanno come comportarsi rispetto ai problemi legati alla distrofia. Ogni raffreddore, ogni crisi, faceva un po’ meno paura sapendo di avere un reparto specializzato per prendersi cura dei nostri ragazzi.
L’annuncio di questi giorni di chiudere questo reparto mette tanta tristezza. Oltre che una sicurezza per tanti malati di fronte ad una crisi respiratoria, questa struttura rappresentava un vanto per l’ospedale, qualcosa di unico sul territorio, qualcosa per cui si poteva dire che la sanità funziona. Allora tu pensi che venga valorizzato, che possa essere un modello. Invece no, con paroloni come “rimodulazione del setting assistenziale”, con giustificazioni tecniche, con definizioni che lasciano senza parole come “il male minore”, si annuncia che il reparto verrà chiuso. E allora ti senti ancora più solo, hai ancora più paura e ti senti sempre più arrabbiato con chi, con una forbice dalla sua poltrona, taglia con facilità le speranze di tante famiglie di poter salvare il proprio caro.

mamma di un ragazzo Distrofico
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