Per il centrodestra il modello di Lecco è arrivato anche a Merate
PER IL CENTRO DESTRA IL MODELLO LECCO è ARRIVATO ANCHE A MERATE. PURTROPPO. Gentile Direttore, mai come in questa tornata elettorale il risultato delle elezioni comunali interpreta la volontà dei cittadini. Il voto della città di Merate ha espresso un giudizio inequivocabile: i cittadini erano stanchi delle dinamiche innescate dal sindaco uscente e aveva un desiderio di cambiamento e qualcuno lo ha ben capito. Merate era assuefatta dai dissapori tra il Sindaco ed i suoi assessori e dall’atteggiamento aggressivo di alcuni di loro. I rapporti con le associazioni erano ormai deteriorati ed è emersa una disparità di trattamento (vedi Proloco, Comitato Viale Verdi e Merate calcio) che ha fatto percepire il non essere marcatamente il sindaco di tutti e ha influito sul giudizio finale con la voglia di cambiamento. Un’incapacità relazionale empatica con i cittadini che nell’ultimo anno da più parti era stata portata all’attenzione dei segretari dei partiti e allo stesso sindaco. “Attenzione basta andare in due associazioni e tre bar e ti dicono che non rivoteranno il sindaco uscente” era il passaparola nel centrodestra. Passare da una coalizione di centro destra che alle europee supera il 50 % e alle comunali scende sotto il 30 % vuol dire che gli elettori di FDI e Lega hanno poi votato il giovane segretario uscente del Partito Democratico. Un chiaro voto di protesta contro il candidato e di cambiamento mai vista prima che ha espresso il combinato disposto di cui sopra difficilmente riconducibile solo a una terza lista. E’ stato un referendum chiaro. Riavvolgendo il nastro qui scende in campo il personalismo e l’ambizione di qualche esponente locale che ha sposato il trionfale “modello Lecco” dove il centro destra perde le elezioni da 20 anni, modello buono per uno e devastante per tutti. Si poteva cambiare il cavallo in corsa, trovare un accordo su un candidato unitario che andasse bene a tutti ma ha prevalso la logica partitica di spartizione del territorio. Il sindaco è della Lega e resta della Lega non si arretra di un centimetro. Muoia Sansone con tutti i filistei. Una cecità che contraddistingue i leghisti. A cascata tutte le altre suddivisioni territoriali da Merate a Oggiono passando da Casatenovo. Erano già pronte le poltrone dei vicesindaci, degli assessori suddivisi per partiti con un manuale Cencelli perfetto. Peccato che nessuno si è posto la domanda: ma questi candidati sindaci li hanno i voti? Le liste sono fatte da persone valide? Cosa pensano gli elettori? Come sempre qualcuno la casa la costruisce dal tetto senza pensare alle fondamenta peccato che poi non è quello che ci va a vivere perché sa che crollerà tutto. Questi i motivi di una sconfitta che hanno un percorso lungo cinque anni e non pochi mesi. Se poi ti scontri con un giovane intelligente, fresco, volenteroso, abile nel dialogo, supportato da un partito come il PD che ha preparato la corsa con due anni di anticipo la sconfitta è certa. Il rammarico è che probabilmente tutto ciò non servirà da lezione e il centro sinistra per una decade governerà Merate con buona pace degli elettori di centrodestra, del burattinaio e di tutti i suoi burattini.
Un lettore assiduo