Merate: segretari e coordinatori ‘scartati’ dal voto popolare. Lana il reduce, “Dindi” il perdente, Riva l’illuso e Ventrice

Forse puntano al prestigio, ma certo la carica nuoce alla popolarità. Potrebbe essere l’efficace epitaffio per i segretari e coordinatori di partito che, alla prova del voto, si sono dimostrati del tutto inutili rispetto al loro candidato sindaco.
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Il vessillifero della compagnia è sicuramente Franco Lana, segretario della disastrata sezione della Lega di Merate, veterano di tante battaglie ormai iscritto meritoriamente tra i combattenti e reduci. Abile nello smistare il traffico all’incrocio davanti alle scuole medie “Manzoni” non è altrettanto capace di intercettare voti. Aveva iniziato in sordina nel lontano 2004 ottenendo 3 preferenze. Poi si è affezionato al numero 8 (gli scaramantici ne tengano in debito conto): 18 sono state le preferenze ottenute nel 2009, 28 nel 2014, 38 nel 2019 e di nuovo 28 nel 2024. Nessun nuovo “nato”, solo “decessi”. Così il segretario del fu partito di maggioranza mai ha messo piede in Aula se non per qualche tempo come sostituto.
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Non va meglio Alessandro Albertini detto “Dindi” (fossimo in lui però ci offenderemmo). Aveva tentato nel 2019 sempre con Massimo Panzeri – che vince – ma in quota Fratelli d’Italia. Niente da fare, solo 41 preferenze. Il peggio però doveva ancora arrivare: mentre FdI schizzava verso l’alto, Dindi precipitava verso il basso portando in dote al Panzeri solo 18 preferenze. Stroncato dal popolo meloniano.
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Altrettanto sfortunata la sorte di Ruggero Riva, coordinatore cittadino di Forza Italia. Ha tentato nel 2019 con Panzeri ma le 49 preferenze (tante quante ne prese Paolo Centemero) non gli hanno consentito di conquistare un seggio a causa dell'ordine di presentazione. Nel 2024 è stato vittima illustre dell’impopolarità del sindaco uscente e del suo cerchio magico: solo 21 le preferenze. Riva però porta una responsabilità politica perché mentre il coordinatore provinciale Roberto Gagliardi studiava la situazione alla luce della discesa in campo di Dario Perego, Riva, sostenuto dal reduce Conrater ha riaffermato il principio dell’unità del centrodestra che nelle comunali vale come i cavoli a colazione. Così Gagliardi ha dovuto cedere e schierare il partito, controvoglia, con Panzeri, pur annotando su un brogliaccio interno la profetica frase “Tanto lì si perde”.
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E veniamo all’altro campo dove troviamo il coordinatore di Italia Viva, partito fondato e tenuto in vita da Matteo Renzi, Giacomo Ventrice. E’ un craxiano non pentito, l’ultimo a tenere alta la bandiera del partito socialista quando gli iscritti erano due. Dopo incursioni varie sempre nell’area del centrosinistra nel 2004 si candida con Aldo Castelli e ottiene 52 voti. Nel 2009 si candida un’altra Ventrice, Debora che però si ferma a 12 preferenze. Nel 2024 è l’animatore della lista Noi Merate nonché uno dei principali negoziatori, responsabile del fallimento della trattativa con Mattia Salvioni. Ma non va meglio di vent’anni prima: 57 preferenze.

Fuori dal perimetro dei segretari, qualche citazione di merito: all’ex assessore Franca Maggioni che ha battuto tutti i colleghi di lista risultando seconda alle spalle di Alfredo Casaletto (246) tra la squadra di Giunta iniziale e quella uscente (disastrosa, Fabio Tamandi 123, Fiorenza Albani 101 – che non potrà essere rieletta in Provincia – Norma Maggioni 98 e Paolo Centemero 40); lo stesso Casaletto che siederà per la prima volta sui banchi dell’opposizione; le due veterane Patrizia Riva (337) e Valeria Marinari (318); Chiara Consonni (193), figlia dell’ex consigliere Andrea e nipote del mitico capo storico del Pci meratese Ezio; Eleonora Gibertini, 20 anni neppure compiuti che le sue 72 preferenze le ha ottenute.  Complimenti!
C.B.
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