Pagnano: don Massimo Mapelli è Cavaliere della repubblica italiana
Don Massimo Ambrogio Mapelli, 52 anni, prete diocesano dal 1997, è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana. La data del conferimento risale allo scorso 27 dicembre su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri ma la cerimonia è avvenuta nei giorni scorsi alla presenza di un ristretto gruppo di famigliari e amici e del sindaco di Milano Giuseppe Sala che gli ha consegnato la pergamena.
Sacerdote e presidente dell'associazione "Una casa anche per Te onlus" è indiscussa figura di riferimento per l'accoglienza di soggetti fragili e vulnerabili. Ha dedicato il proprio instancabile impegno anche in progetti di recupero di beni confiscati alla mafia convertiti in strutture di accoglienza attraverso la costruzione di progetti formativi inclusivi dedicati a ragazzi in difficoltà.
Don Massimo, nato e cresciuto a Pagnano figlio dell’altrettanto noto Francesco, è impegnato da sempre in realtà disagiate e problematiche, come i campi rom alla periferia della metropoli, è direttore della Caritas sud di Milano, attivo con progetti di legalità e di recupero di beni confiscati alla mafia. E' presidente del “Comitato di sostegno del bene confiscato La Masseria” e della comunità educativa per minori denominata “Casa MiniTA”.
Ha dato il suo apporto in numerose realtà che si occupano di minori stranieri non accompagnati e che tentano di salvare dalla criminalità organizzata giovani destinati altrimenti a delinquere.
Don Massimo non è nuovo a riconoscimenti pubblici.
Lo stesso comune di Merate, per mano dell'allora sindaco Giovanni Battista Albani che aveva anticipato altri titoli onorifici, gli aveva attribuito la benemerenza civica e nel dicembre 2008 nel salone di villa Confalonieri, dove allora aveva sede il municipio, don Massimo era venuto a ritirarla con i “suoi” ragazzi.
“Impegnato ad aiutare i più poveri, nella Casa della
Carità di Milano, con coraggio e determinazione si prodiga per risolvere i problemi che
nessuno osa affrontare, offrendo un grande esempio di vera solidarietà”.
Cinque anni dopo era stato il comune di Milano a riconoscere il suo impegno a favore degli ultimi e dei più “difficili” con questa motivazione:
"In occasione di Sant'Ambrogio la città esprime la sua gratitudine a chi dedica la propria vita al bene comune. Milano premia gli uomini e le donne, le associazioni e le organizzazioni che hanno saputo dare un contributo speciale, un sorriso, un moto di orgoglio"
Ora la sua “fama” ha attraversato la Penisola arrivando sino a Roma dove il presidente Mattarella ha firmato l’atto che gli conferisce il titolo di cavaliere ordine al merito della Repubblica italiana.
Sacerdote e presidente dell'associazione "Una casa anche per Te onlus" è indiscussa figura di riferimento per l'accoglienza di soggetti fragili e vulnerabili. Ha dedicato il proprio instancabile impegno anche in progetti di recupero di beni confiscati alla mafia convertiti in strutture di accoglienza attraverso la costruzione di progetti formativi inclusivi dedicati a ragazzi in difficoltà.
Don Massimo, nato e cresciuto a Pagnano figlio dell’altrettanto noto Francesco, è impegnato da sempre in realtà disagiate e problematiche, come i campi rom alla periferia della metropoli, è direttore della Caritas sud di Milano, attivo con progetti di legalità e di recupero di beni confiscati alla mafia. E' presidente del “Comitato di sostegno del bene confiscato La Masseria” e della comunità educativa per minori denominata “Casa MiniTA”.
Ha dato il suo apporto in numerose realtà che si occupano di minori stranieri non accompagnati e che tentano di salvare dalla criminalità organizzata giovani destinati altrimenti a delinquere.
Don Massimo non è nuovo a riconoscimenti pubblici.
Lo stesso comune di Merate, per mano dell'allora sindaco Giovanni Battista Albani che aveva anticipato altri titoli onorifici, gli aveva attribuito la benemerenza civica e nel dicembre 2008 nel salone di villa Confalonieri, dove allora aveva sede il municipio, don Massimo era venuto a ritirarla con i “suoi” ragazzi.
“Impegnato ad aiutare i più poveri, nella Casa della
Carità di Milano, con coraggio e determinazione si prodiga per risolvere i problemi che
nessuno osa affrontare, offrendo un grande esempio di vera solidarietà”.
Cinque anni dopo era stato il comune di Milano a riconoscere il suo impegno a favore degli ultimi e dei più “difficili” con questa motivazione:
"In occasione di Sant'Ambrogio la città esprime la sua gratitudine a chi dedica la propria vita al bene comune. Milano premia gli uomini e le donne, le associazioni e le organizzazioni che hanno saputo dare un contributo speciale, un sorriso, un moto di orgoglio"
Ora la sua “fama” ha attraversato la Penisola arrivando sino a Roma dove il presidente Mattarella ha firmato l’atto che gli conferisce il titolo di cavaliere ordine al merito della Repubblica italiana.
S.V.