La pioggia frena il mais lombardo

Clima, la pioggia frena il mais lombardo: un terzo dei campi ancora da seminare
Ma manca anche il 60% della soia e il 29% del riso

A causa delle piogge torrenziali degli ultimi mesi, in Lombardia sono ancora da seminare circa un terzo dei campi destinati a mais di primo raccolto. È quanto stima la Coldiretti regionale in base a un monitoraggio sugli effetti delle ripetute e recenti ondate di maltempo sul territorio.

In condizioni normali – precisa la Coldiretti – in Lombardia le semine del mais di primo raccolto iniziano già nell’ultima decade di marzo. Questo significa che, ad oggi, in molte zone della regione si è accumulato un ritardo di due mesi sulle tradizionali tempistiche di lavoro. E anche chi ha già seminato – continua la Coldiretti regionale – si trova ora a fare i conti con la necessità di dover ripetere le operazioni.

Inoltre – prosegue la Coldiretti Lombardia –, accanto a quelle del mais, non sono ancora state effettuate neppure il 29% delle semine del riso e oltre il 60% di quelle della soia. Altro fronte aperto – continua la Coldiretti – riguarda i prati per il fieno: gli sfalci sono in grande ritardo, soprattutto nei pascoli di montagna dove le operazioni sono di per sé più complicate. Una situazione che preoccupa gli allevatori che utilizzano il fieno come alimento per gli animali.

Gli agricoltori – afferma la Coldiretti – si trovano in una condizione di incertezza che li costringe a rivedere l’organizzazione aziendale e la normale programmazione colturale. Bisogna decidere se concentrare la preparazione e la lavorazione del terreno inseguendo le finestre di bel tempo; se cambiare in corsa il tipo di coltivazione o se mantenere la stessa scegliendo però varietà di piante che maturano in meno tempo; se riseminare tutto laddove i terreni erano già stati lavorati.

Solo nei mesi di marzo e aprile – continua la Coldiretti su dati Arpa – quest’anno in Lombardia sono caduti 324 millimetri di pioggia. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, con una tendenza alla tropicalizzazione, con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo all’agricoltura che in Italia nel 2023 hanno superato i 6 miliardi di euro.

L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze di questi cambiamenti, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli: gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. La ricerca agraria, inoltre, ha oggi a disposizione nuove tecnologie di miglioramento genetico raggruppate sotto la denominazione Tea o Ngt (Tecnologie di Evoluzione Assistita), che non hanno nulla a che fare con i vecchi Ogm poiché non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta, che permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici, della difesa della biodiversità e affrontare l’obiettivo della sovranità alimentare.
Coldiretti Lombardia
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