Church pocket/14. Maggio, un mese della Madonna! La Visitazione e Salve Regina

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Didascalia
Il mese mariano si chiude con il ricordo di un avvenimento della vita della Vergine Maria: la festa della visita di Maria alla parente Elisabetta, incinta di Giovanni il Battista. La vicenda ci viene raccontata nel vangelo di Luca, al capitolo 1 versetti 39- 56. È un brano evangelico molto particolare, uno dei pochi in cui Maria parla “tanto”, infatti Luca le attribuisce il canto del Magnificat, famoso testo utilizzato nella preghiera dei Vespri tutti i giorni. Elisabetta, rivolgendo a Maria, dice: “Benedetta tu fra tutte le donne e Benedetto è il frutto del tuo seno! A che devo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco: appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. Beata colei che ha creduto nelle parole del Signore”. L’incipit delle parole di Elisabetta può risultare familiare: è la seconda parte della preghiera più famosa dedicata alla Madonna, l’Ave Maria. La festa della Visitazione di Maria, prima della riforma liturgia di Paolo IV era associata alla Madonna delle Grazie, il 2 luglio. Oggi invece si festeggia il 31 maggio. L’iconografia tradizionale propone la Madonna delle Grazie nel gesto di allattare il Figlio. Questa iconografia è squisitamente simbolica: nel gesto di allattare, la Madre del Cristo è colei che dona nutrimento a tutta l'umanità, e quindi attraverso lei prende vita la grazia concessa ad ogni uomo.

Nella presentazione delle quattro antifone mariane maggiori siamo giunti all’ultima che è, forse, la più famosa: la Salve Regina. Pur essendo la più recente antifona, la Salve Regina gode di grandissima popolarità grazie alla predicazione dei Frati Domenicani, che la utilizzavano a conclusione della compieta. 

 Testo latino
Salve, regina, mater misericordiae,
vita, dulcedo et spes nostra, salve.
Ad te clamamus exsules filii Hevae,
ad te suspiramus gementes et flentes
in hac lacrimarum valle.
Eia ergo, advocata nostra, illos tuos
misericordes oculos ad nos converte,
et Jesum, benedictum fructum ventris tui,
nobis, post hoc exsilium, ostende.
O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.

Traduzione ufficiale
Salve, Regina, Madre di misericordia;
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo, esuli figli di Eva;
a te sospiriamo, gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del Tuo seno.
O clemente, o pia,
o dolce Vergine Maria! 


La tradizione attribuisce il testo centrale di tale antifona a Sant’Anselmo da Baggio e la stesura finale pare sia attribuita a San Bonaventura da Bagnoregio. Il testo attuale compare per la prima volta in una raccolta del XII secolo in un’abbazia Cistercense, datato 1250, anno in cui, Gregorio IX inserisce definitivamente l’antifona nel Salterio, a conclusione della compieta e confermando l’uso dei Frati Domenicani. Nel Liber Usualis compare con due melodie distinte: la prima, tonus primus¸ usata la domenica e nei giorni solenni; la seconda, tonus simplex, molto meno melismatica, riservata al canto devozionale. Oggi la melodia più popolare è certamente la seconda, utilizzata per concludere la Compieta, il Santo Rosario o, semplicemente, per devozione alla Vergine Maria. Tale è la popolarità del testo che tantissimi musicisti, nel corso dei secoli, non hanno potuto fare al meno di non musicarla come: Palestrina, Monteverdi, Pergolesi, Scarlatti, Salieri e tanti altri. Non fa parte solo del tesoro musicale ma anche di quello devozionale: è impossibile non citare, in questa sede, le magistrali meditazioni di Sant’Alfonso Maria De Liguori sulla Salve Regine contenute nel primo volume de Le glorie di Maria, un testo molto ricco che suggerisco a chi vuole approfondire a titolo devozionale e teologico la cultura generale su Maria. 

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Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023. Ad oggi sono istruttore amministrativo presso i Servizi Demografici -Ufficio Elettorale – del Comune di Merate, frequento il primo anno della Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi “G. Marconi”.
Rubrica a cura di Pietro Santoro
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