Merate: la campagna elettorale di Panzeri condotta a colpi di big. Ma il costo delle trasferte leghiste lo paghiamo tutti

E’ una campagna elettorale davvero anomala quella in corso. Due formazioni la conducono con metodi tradizionali, gazebi, volantinaggi, incontri nelle frazioni, contatti personali. La terza ha posto questi metodi in secondo piano puntando tutto sui volti dei personaggi famosi, almeno in politica. Il perché di questa “chiamata alle armi” è semplice: Massimo Augusto Panzeri ha il terrore di perdere. E la consapevolezza – per quanto dubitiamo a lui importi – dell’effetto domino che avrebbe una sua sconfitta, prima sulle prossime elezioni provinciali di secondo livello, poi sulle candidature alle municipalizzate con tutto quello che ne consegue in termini di gestione del potere reale.
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Quindi avanti con i big. Il problema però è che questi big giunti a sostegno di Panzeri, li paghiamo tutti noi.  Prendiamo la visita di Matteo Salvini. Un esperto di queste cose ha stimato in 63 gli uomini delle forze dell’ordine presenti. Diciamo 40 per non esagerare, impegnati a Merate per almeno 6 ore e poi di nuovo a Nibionno. E non per parlare del prolungamento della tangenziale Est – che due anni fa Mauro Piazza dava per certo – o del secondo ponte di Paderno, indispensabile per l’economia del territorio. No, per parlare del suo libro e sostenere la corsa elettorale di Massimo Panzeri. Quanto è costato alla collettività, anche quella parte che non vota Panzeri, cioè la maggioranza, questa comparsata?

Ieri è arrivato l’assessore regionale Guido Guidesi, per la medesima ragione, libro a parte, con l’ennesimo aperitivo (immaginiamo il pieno fatto in queste settimane dai partecipanti più assidui). Altro politico di rango ben pagato che impiega il suo tempo anche a sostegno di una campagna elettorale di parte.
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Oggi, con autista e accompagnatori, è arrivato niente meno che Attilio Fontana, presidente della Regione. Che, come tale, dovrebbe essere il presidente di tutti, anche di Dario Perego e di Mattia Salvioni. Nei fatti, anche lui a nostre spese. Strade chiuse a Sartirana, carabinieri e vigili urbani come non se ne vedono quando davvero servono, il tutto per i soliti trenta già convinti. Iniziativa inutile.

Nell’intermezzo, la sfilata di Maurizio Lupi che ha pubblicamente sostenuto Panzeri con la Moratti e Galliani a fare da ulteriori testimonial.

Con un tale dispiegamento di forze Massimo Augusto Panzeri dovrebbe stravincere. Per quanto, anche a spese nostre.

L’aggravante è che questo malvezzo, questo uso spregiudicato e di parte del ruolo, ha contagiato anche i livelli inferiori. Prendiamo Alessandra Hofmann, sindaca di Monticello ma anche presidente della Provincia di Lecco. La scorsa settimana si è arrampicata fino a Casargo per sostenere la campagna elettorale di Antonio Pasquini sindaco uscente ma alla consueta celebrazione del 12 maggio in onore di San Leopoldo Mandic non si è fatta vedere. Eppure al Santo è intitolato l’ospedale di Merate. La signora Hoffmann la si è vista in ogni iniziativa politica della Lega, il più delle volte dietro qualcuno tutta sorrisi e calorosi abbracci e a un numero imprecisato di tavolate – deve essere una buona forchetta - ma mai una volta a difendere il nostro presidio ospedaliero. Mai. Del resto come sia arrivata a quel posto è cosa nota (frutto di una selezione politica all'interno del centrodestra). E a un’impiegata non si può chiedere di essere dirigente. C’è da chiedersi, con quale faccia si ricandida a Monticello e come sia possibile ridarle fiducia davvero non riusciamo a comprenderlo. Soprattutto da parte di coloro che attendono da un anno una gastroscopia.

Resta l’ultimo interrogativo: che cosa tirerà fuori dal cilindro il Panzeri assicurarsi il voto dei meratesi? Disponibili ci sono solo tre entità superiori: la Meloni, Mattarella e Papa Francesco.

Attendiamo con ansia crescente la venuta di uno dei tre.
Claudio Brambilla
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