Olgiate: dibattito sul Mandic e aggiornamenti sui reparti

Non c’è nessuna cospirazione sulla chiusura dell’Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate, ma finché il presidio viene preso di mira, nessun medico sarà invogliato a venirci a lavorare. O così almeno la pensa il sindaco di Olgiate, Giovanni Battista Bernocco, che martedì sera in consiglio comunale ha risposto all’interrogazione presentata nelle scorse settimane dal consigliere di opposizione Andrea Martena, che ha chiesto – in riferimento al recente incontro tra sindaci e vertici della Asst – aggiornamenti sulla situazione e in particolare riguardo a determinati repertati. 

Il primo cittadino ha dato una prima risposta, spiegando che il problema sta nella carenza di medici e nella presenza delle cooperative, ma a dare una risposta più puntuale ed esaustiva è stato l’assessore ai Servizi Sociali Maurizio Maggioni  che ha ottenuto dall’azienda ospedaliera dati aggiornati (clicca QUI per visualizzare la risposta)
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L'assessore Maurizio Maggioni

Con quattro pagine alla mano ha illustrato dapprima un quadro generale sulla popolazione del territorio che afferisce al Mandic, facendo una panoramica sul territorio di provenienza delle persone che vengono ricoverate. “Il territorio di riferimento ha visto un totale di ricoveri pari a 7.662 di cui 4.491 a Merate, 3.096 a Lecco, da Lecco a Merate sono 1.327, e 75 a Bellano”.

Quindi ha mostrato la statistica dei nati vivi in Italia dal 2000 al 2022 evidenziato come a livello nazionale il numero sia passato da 568.000 a 393.333 e a livello provinciale da 3.037 a 2.103. Evidenziato anche come la popolazione stia invecchiando, Maggioni è entrato quindi nel merito dell’ospedale di Merate parlando della disponibilità e l’effettiva occupazione dei posti letto reparto per reparto. 

Quindi ha risposto a Martena sulla Psichiatria, ricordando che è stato chiusa nel 2020 e che a oggi non ci sono prospettive di riapertura, ma che ne frattempo sono stati potenziati i servizi ambulatoriali e gli interventi specifici richiesti. “Lo stato generale dei reparti evidenzia una forte carenza di psichiatri, situazione presente sia a livello regionale sia a livello nazionale. La Asst di Lecco ha indotto diversi concorsi per l'assunzione di specialisti, la maggior parte andati deserti. Alla fine dell’attuale mese si procederà all'assunzione di 4 nuovi psichiatri”. 

Per quanto riguarda il Pronto Soccorso ha spiegato che la carenza del personale è la stessa che affligge tutta la Regione. “Attualmente in PS operano medici inseriti in una cooperativa di gettonisti avente un contratto in scadenza nel 2025. La Asst di Lecco, nonché Regione Lombardia, stanno lavorando ad un ampliamento dei concorsi per assunzione di medici da inserire in modo diretto”. 

Ricollegandosi al trend negativo delle nascite, Maggioni ha illustrato quelle avvenute al Mandic negli ultimi anni e il motivo della chiusura del Punto Nascite. Tuttavia ha voluto ricordare le eccellenze del Mandic, quali il reparto di cardiologia, medicina generale il DIPRE e il progetto DAMA. “Gli sviluppi del presidio possono essere sintetizzati in: home visiting ostretico, cure palliative pediatriche, ampliamento dell'offerta chirurgica ginecologia e urologia, sviluppo della ortogeriatria/medicina perioperatoria, aggiornamento tecnologico radiologia, trasformazione CAL in CAD e lo sviluppo della Casa di comunità e Ospedale di comunità. 
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Il consigliere Andrea Martena

In merito alle azioni intraprese dal sindaco, a cui con apposita mozione è stato dato mandato di farsi portavoce dei cittadini sul tema della Sanità, l’assessore ha spiegato che l’amministrazione è continuamente a sollecitare gli organismi superiori per vigilare e verificare l'andamento del presidio ospedaliero San Leopoldo Mandic facendo pressione e comunicando con la Conferenza dei Sindaci, il Distretto di Merate e il Consiglio di rappresentanza della provincia di Lecco.

“Vi preoccupate della chiusura, ma il Mandic fa più accessi dell'ospedale di Lecco. Bisogna costruire immagine diversa da quella di oggi e voi politici dovete aiutarci in questo” ha detto il sindaco dopo la lettura. 

Martena si è detto soddisfatto della risposta, ma ha replicato su alcuni punti. “Mi fa piacere ci sia attenzione nelle sedi istituzionali. Sulla cospirazione sulla chiusura, da parte mia c’è solo preoccupazione. Ricordo 5 anni fa l’assessore al Welfare di Regione che si presentò a Merate millantando gli investimenti sull’antincendio e confermando che non avrebbe mai chiuso il Punto Nascite…” ha detto, pur riconoscendo la contrazione delle nascite. “La contrazione maggiore a Merate si è verificata nel 2022 con il -43% ma legato al fatto che andò via il primario. Forse qui non c’è stata lungimiranza politica”. 

Maggioni ha replicato che sul Punto Nascite spiegando che al di là dei numeri, un vero Punto nasce deve avere la capacità di offrire un pronto intervento per il neonato in caso di difficoltà e questi interventi sono presenti nei grandi ospedali. Ha poi ribadito che la popolazione sta invecchiando e che le esigenze sanitari diventano diverse rispetto a quelle di una volta.

Per la verità si nasce anche in ospedali minori, ad esempio a Carate 965 parti nel 2023, a Treviglio 886 a Ponte San Pietro, 550. Forse per Merate i problemi erano tutt'altri.
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