Sul pensiero del prof. Motta

Buongiorno, dopo aver passato, per il tramite di due figli le scuole medie (e, ormai quasi integralmente, le scuole superiori), accolgo con piacere, ma con qualche distinguo, il pensiero del professor Motta. Pur ammettendo la sua maggior esperienza nel campo pedagogico, mi piacerebbe inserire alcune precisazioni. Effettivamente le letture di Dante e de "I promessi sposi" risultano di loro particolarmente poco adeguate al contesto delle scuole medie, ma lo stesso può dirsi di tante altre letture che vengono proposte ai ragazzi, ma dalle quali ricavano ben poco piacere. Tali letture spesso vengono preparate, o, meglio, precedute, da un lavoro teorico che risulta poco utile al fine di sviluppare il gusto per la cultura. Imparare a memoria un elenco di figure retoriche, solo per fare un esempio, crea difficoltà mnemoniche, ma non permette comunque ai ragazzi di "gustare" la lettura, ma di vederla come un esercizio tecnico di cui è difficile comprendere il significato. Forse, il discorso principale dovrebbe, prima che sul cosa, essere indirizzato sul come. Il cosa poi avrebbe meno limiti e più gusto.
Carlo Gibertini
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