Sartirana: terminata la statua del pellegrino ricavata nel tronco di un pioppo. Opera di Flavio
Il lavoro è stato lungo e faticoso. Ma il risultato davvero è andato ben oltre le aspettative e chi ha seguito giorno dopo giorno i tagli con la motosega e le rifiniture con sgorbie e scalpello sapeva che ne sarebbe uscito qualcosa di eccezionale.
La statua del pellegrino ricavata da un pioppo grazie alla sapiente arte di Flavio Fumagalli, alias “zerobacco”, è terminata.
Il lavoro è stato di 10 giorni pieni che però, causa maltempo, sono stati dilazionati su diverse settimane.
Autista in pensione, appassionato artigiano con gli altri amici volontari, in primis Costante Ghezzi, ha realizzato una serie di manufatti in legno rappresentanti gli animali della riserva e ricavandoli dai tronchi degli alberi abbattuti dal nubifragio dell'estate scorsa.
Rane, picchi, gufi sono alcuni degli esemplari scolpiti e a disposizione di selfie e fotografie che sono scattati in abbondanza.
Ma di certo la statua del pellegrino è l'opera più caratteristica, sia per dimensioni che per significato, visto la storia che tramanda.
Individuato il tronco, Flavio lo ha idealmente sezionato e su quelle aree ben definite ha lavorato intagliando con la motosega a poi rifinendo con scalpelli e sgorbie. Lavorazioni che sono state precedute da un bozzetto su carta e poi da una riproduzione in plastilina che viene sviluppata poi secondo proporzioni.
Alto 2,9 metri sul suo capo il pellegrino, che cercava rifugio nella comunità di Sartirana, ricevendo però solo porte in faccia tranne quella di una donna impietosita dalle sue condizioni e per questo poi salvata dall'alluvione che ricoprì il villaggio, ospita due simpatici gufi. Quasi a dare un tocco di allegria a una leggenda di certo non felice.
Il suo sguardo è rivolto verso la riserva: in testa un copricapo con un cordone che si appoggia su una guancia e in mano un sacco. Ai piedi i sandali e indosso un saio lungo, molto semplice con qualche piega che Flavio ha realizzato utilizzando il cannello.
Chissà se il suo sguardo, sgranato verso lo specchio lacustre, possa essere di buon auspicio a una rinascita del sito...
La statua del pellegrino ricavata da un pioppo grazie alla sapiente arte di Flavio Fumagalli, alias “zerobacco”, è terminata.
Il lavoro è stato di 10 giorni pieni che però, causa maltempo, sono stati dilazionati su diverse settimane.
Autista in pensione, appassionato artigiano con gli altri amici volontari, in primis Costante Ghezzi, ha realizzato una serie di manufatti in legno rappresentanti gli animali della riserva e ricavandoli dai tronchi degli alberi abbattuti dal nubifragio dell'estate scorsa.
Rane, picchi, gufi sono alcuni degli esemplari scolpiti e a disposizione di selfie e fotografie che sono scattati in abbondanza.
Ma di certo la statua del pellegrino è l'opera più caratteristica, sia per dimensioni che per significato, visto la storia che tramanda.
Individuato il tronco, Flavio lo ha idealmente sezionato e su quelle aree ben definite ha lavorato intagliando con la motosega a poi rifinendo con scalpelli e sgorbie. Lavorazioni che sono state precedute da un bozzetto su carta e poi da una riproduzione in plastilina che viene sviluppata poi secondo proporzioni.
Alto 2,9 metri sul suo capo il pellegrino, che cercava rifugio nella comunità di Sartirana, ricevendo però solo porte in faccia tranne quella di una donna impietosita dalle sue condizioni e per questo poi salvata dall'alluvione che ricoprì il villaggio, ospita due simpatici gufi. Quasi a dare un tocco di allegria a una leggenda di certo non felice.
Il suo sguardo è rivolto verso la riserva: in testa un copricapo con un cordone che si appoggia su una guancia e in mano un sacco. Ai piedi i sandali e indosso un saio lungo, molto semplice con qualche piega che Flavio ha realizzato utilizzando il cannello.
Chissà se il suo sguardo, sgranato verso lo specchio lacustre, possa essere di buon auspicio a una rinascita del sito...
S.V.