Merate: governare significa decidere, non rinviare sempre

La campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Merate ha, tra gli altri, il pregio di riempire le piazze senza arrecare danno alcuno. Così, gli elettori hanno la possibilità di incontrare i candidati e sottoporre loro richieste, suggerimenti, riflessioni. E dalle risposte, formarsi una opinione.

Ebbene, sabato mattina, un noto commerciante del centro ha “arringato” il giovane Mattia Salvioni sul tema dell’occupazione degli spazi del centro per eventi di varia natura, il venerdì e il sabato - giornate di intenso lavoro - il cui effetto sul tessuto commerciale locale, con poche eccezioni, è devastante. Soprattutto se l’occupazione è per manifestazioni di nessuno spessore culturale, ma caratterizzate da un forte afflusso di persone da ogni dove, molto rumore e sgradevoli odori di frittura. La richiesta era e è semplice: sì – dice il commerciante – facciano pure gli eventi ma che siano di un solo giorno e di domenica.

Una richiesta che non ha bisogno di approfondimenti: in passato i principali commercianti del centro hanno denunciato cali di lavoro tra il 40 e il 60%, ogniqualvolta le piazze sono state bloccate per eventi (come accadrà questo fine settimana). Dario Perego candidato della lista “Noi Merate” è stato chiaro: eventi in centro solo di una giornata, la domenica e, possibilmente, di contenuto inedito e di elevata qualità.

Netto e preciso. Massimo Panzeri al contrario chiuderebbe l’intero quadrilatero al traffico veicolare rilasciando autorizzazioni per eventi anche di lunga giornata, come appunto lo Street Food.

Due visioni opposte, entrambe legittime.

Mattia Salvioni, invece, sorprendendo anche il commerciante, oltre che lo scrivente, ha iniziato una logomachia sconcertante, fondata su fantomatici studi, accordi pubblico-privato, reperimento risorse per non si sa cosa. Confermando l’impressione che, belle parole a parte, la sua linea guida sia prendere tempo. Rinviare, sopire, troncare, erano i verbi-pilastro del pensiero democristiano. Un giovane arrembante si pensa abbia una risposta per tutto, o quasi. E che rifugga dalla genericità, nascondendosi dietro l’esigenza preventiva di studiare, analizzare, valutare, approfondire, verificare.

E qui sta il punto centrale della riflessione: mantenersi prudente in campagna elettorale è comprensibile. Ma su argomenti di facile analisi o è sì o e no. Il di più, disse Gesù, secondo Matteo, viene dal Maligno.

Ora, citazioni a parte, si era già notato durante il confronto elettorale come il giovane esponente del Partito Democratico riuscisse molto bene nell’esercizio di dire poco o nulla ma nel migliore dei modi.

Prima o poi, però qualcosa di concreto, di terra terra, lo dovrà dire. Non potrà rinviare sempre, declinare i progetti e coniugare i verbi al futuro.

Ogni domanda posta ha visto sia pure con toni e contenuti diversi Massimo Panzeri e Dario Perego rispondere concretamente. Invece Mattia Salvioni ha volato alto, svicolato, citato i massimi sistemi. Alla fine per non dire alcunché. I bocconiani fanno così, dicono alcuni. Un fiume di parole ma al dunque non arrivano.

Non siamo così drastici ma certo sabato abbiamo lasciato la piazza sconfortati. Questo giovane, senza alcuna esperienza amministrativa ha la pretesa di guidare la seconda città della provincia per cinque anni e poi tentenna davanti a una domanda banale, avendo pieno diritto di rispondere positivamente o negativamente alla richiesta del commerciante.

Giuseppe Ghezzi, Battista Albani, per dire i primi sindaci che vengono in mente, erano tutt’altro che analisti di Ernst & Young ma avevano la concretezza del pensiero e dell’agire. Questo continuo rinviare ad altra data genera pesanti dubbi e perplessità.

E non basta una risatina non si sa se isterica o gioiosa a dissiparli.
C.B.
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