Verderio: "Progetto" parte male e finisce ancor peggio

Una conclusione ingloriosa quella della lista “Progetto Verderio” di Emanuele Greco, con una “motivazione principale” (cit.) legata alle condizioni di salute di un candidato che hanno fatto precipitare l'entusiasmo del gruppo.

Una decisione rispettabilissima e meritevole di altrettanto rispetto verso il candidato ma che non ha mancato di far scuotere la testa a tanti dopo la lettura dei post pubblicati sulla pagina della lista a distanza di poche ore l'uno dall'altro.

Il primo alle 13.30 di sabato 10 maggio dove si annunciava che erano in atto “valutazioni” per decidere se ritirare la lista in solidarietà all'amico, impossibilitato a seguire attivamente la campagna elettorale.

Quattro ore dopo il “cambio di rotta”, con uno sprint da centometrista per percorrere l'ultimo tratto.

“Progetto Verderio è “al completo e continuiamo la nostra campagna per una Verderio migliore”.

La convinzione che dunque la tornata elettorale sarebbe stata a tre è durata giusto poche ore. Sabato mattina, infatti, mentre si era nel pieno del “giallo” delle firme autenticate, con una segnalazione presso la sezione elettorale della Prefettura per la validità, il gruppo procedeva a nuovamente bussare porta a porta tra i sostenitori per chiedere una seconda firma, nel caso la prima raccolta fosse da ritenersi non valida non tanto per i sospetti avanzati sulla presenza o meno del consigliere Fiorenza Albani in qualità di pubblico ufficiale, quanto per la rinuncia del candidato Moretti, sottoposto a operazione chirurgica.
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E la sicurezza palesata traballa nella tarda mattinata di domenica. Sino a cadere definitivamente alle 13 di domenica quando alla circondariale di Merate, l'ordine assegnato era solo per “SiAmo Verderio” e per “Cambia Verderio”.

Già l'avvio per Greco non era stato dei più incoraggianti con un logo cambiato nel giro di qualche giorno. Il primo, infatti, raffigurava il campanile della chiesa. Tempo di renderlo pubblico e il dettaglio non era sfuggito ai più accorti che avevano inoltrato segnalazione alla Prefettura, portando il gruppo a cambiarlo, e a togliere il simbolo religioso dal logo per sostituirlo con una pianta d'alto fusto.

Insomma un inizio burrascoso. E una fine disastrosa.
S.V.
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