Church pocket/11. Maggio, un mese della Madonna! Pompei, Imbersago e Alma redentoris mater
La settimana che sta volgendo al termine è stata molto ricca in termini di culto mariano. L’8 maggio si celebra la festa di Maria Regina del SS. Rosario di Pompei, una devozione diffusa in tutta Italia, particolarmente nel sud. Il santuario, poco distante dall’antica città romana di Pompei, è meta in tutto l’anno di pellegrinaggi, particolarmente nel mese di maggio dove, da vari paesi della Campania, partono pellegrinaggi a piedi, formando grandi “carovane”, che giungono fino all’edicola che custodisce la famosa immagine della Madonna del Rosario, con i Santi Domenico e Caterina che ricevono il Santo Rosaio il primo dal Bambin Gesù, seduto sulle ginocchia della Madre; la seconda riceve la Mistica Corona del Rosario direttamente da Maria. Il Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei nasce alla fine dell’ottocento e fu riconosciuto come pontificio da papa Leone XIII il 4 maggio 1901. Ha attirato l’attenzione anche di numerosi santi come san Luigi Guanella, San Giuseppe Moscati, San Luigi Orione, San Padre Pio da Pietrelcina e San Massimiliano Maria Kolbe. Il primo papa a visitarlo fu San Giovanni Paolo II, il 7 ottobre del 2003, festa della Madonna del Rosario, seguito poi dai suoi successori Benedetto XVI e Francesco. La particolarità di questo santuario è legata ai giorni 8 maggio e la prima domenica di ottobre dove si celebra solennemente, a mezzogiorno, la pratica devozionale della Supplica alla Madonna di Pompei, scritta dal Beato Bartolo Longo, co-fondatore del Santuario, e trasmessa da radio e televisioni in tutto il mondo. Questo momento è chiamato l’Ora del Mondo perché i devoti alla Madonna di Pompei, sparsi in tutto il mondo, pregano con la stessa preghiera in tutte le parti del mondo alla stessa ora che, per via del fuso orario, cambia.
Il 9 maggio, invece, si ricordano le prime apparizione della Madonna del Bosco di Imbersago. Il 9 maggio 1617 tre pastorelli stavano pascolando il gregge, quando, sui tre grandi castagni intorno a una sorgente, appare la Madonna tra luci e armonie angeliche. Subito si diffonde tra le genti che abitavano la zona devozione alla Madonna del Bosco, chiamata anche Madonna del Riccio poiché uno dei pastorelli, Pietro, raccolse un riccio maturo da uno dei castagni su cui la Vergine era apparsa. Avvenimento questo che fu considerato una prova della straordinarietà dell’evento, considerando che era improbabile trovare un riccio maturo agli inizi di maggio. Tra i primi miracoli della Madonna del Bosco si ricorda la liberazione di un bambino dall’attacco di un lupo, non appena sua mamma invocò il nome di Maria. Secondo la tradizione le ultime apparizione della Madonna del Bosco risalgono all'8 dicembre 1896 quando la Madonna apparve a Teresa Secomundi che per via di manifestazioni demoniache era impossibilitata a recarsi in chiesa. La tradizione racconta che la Vergine stessa le consegnò il suo Rosario e accompagnò la sventurata fino alla porta del santuario. Anche questo santuario fu molto caro a personaggi illustri e santi come San Giovanni XXIII, la cui statua domina i 349 gradini della Scala Santa, il Cardinale Beato Alfredo Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano.
Per queste due feste propongo la prima della quattro antifone maggiori mariane: l’Alma Redemptoris Mater.
Testo latino
Alma Redemptoris Mater,
quæ pèrvia cœli
porta manes et stella maris,
succùrre cadènti
sùrgere qui curat, pòpulo:
tu quæ genuìsti,
natura mirante,
tuum sanctum Genitorem,
Virgo prìus ac postérius,
Gabrielis ab ore
sumens illud, Ave, peccatòrum
miserére.
Traduzione ufficiale
O santa Madre del Redentore,
che rimani accessibile
porta del cielo e stella del mare,
soccorri il popolo cadente,
che vuole rialzarsi:
Tu che hai generato,
nello stupore della natura,
il tuo santo Genitore,
vergine prima e dopo,
accogliendo quell'Ave
dalla bocca di Gabriele, dei peccatori
abbi pietà.
Il testo latino è una poesia, composta in esametri. Non è conosciuto l’autore, ma probabilmente la prima stesura è di Ermanno il Contratto. Si incontra dapprima in un codice del XII secolo, come antifona per l’Ora Sesta – preghiera che si celebra alle 12.00 di ogni giorno – nella festa dell’Assunzione. Ricompare ufficialmente per la prima volta in un catalogo di Giordano di Sassonia, secondo Generale dell’Ordine dei Domenicani, dopo San Domenico. Si canta dalla prima domenica di Avvento alla festa della presentazione di Nostro Signore al Tempio1, ossia il 2 febbraio. Questa festa, prima della riforma liturgia di Paolo VI era chiamata anche festa della “Purificazione di Maria” poiché nella legge ebraica le donne che avevano partorito erano considerate impure per i quaranta giorni successivi e avevano bisogno di portare offerte sacrificali per tornare a essere pure. È possibile cantare questa antifona anche nella festa dell’Annunciazione del Signore, tutte le volte che si medita o ricorda il mistero dell’Incarnazione e il giorno dell’Assunzione.
È un’antifona che fa alzare un bellissimo grido alla Madre di Dio, alla quale si danno i titoli di Madre del Redentore, Porta del cielo, Stella del mare, mettendo in evidenza la divina maternità di Maria, dogma mariano affrontato prima dal Concilio di Capua, con quello della verginità di Maria, e poi proclamato dal Concilio di Efeso l'11 ottobre del 431. La Maternità Divina di Maria attribuisce fortemente il ruolo di mediatrice di salvezza alla Madre di Cristo. Lei si fa ponte della salvezza, intercede per gli uomini e le donne presso suo Figlio, come fece con Teresa Secomundi a Imbersago: il gesto di accompagnare la sventurata ci dà l’idea di colei che aiuta le persone a salvarsi, con la preghiera e la presenza di Cristo nel tabernacolo delle chiese.
La melodia a noi pervenuta è solo il prodotto finale di una serie di modifiche e semplificazioni. Ovviamente, il tempo ha facilitato la melodia, rendendola più snella e facile da imparare. Esistono però, alcune melodie di tipo monastico, più elaborate. Il Papa San Giovanni Paolo II nel 1987 ha dedicato un'enciclica a Maria intitolandola Redemptoris Mater, il 25 marzo 1987, festa dell’Annunciazione della Beata Vergine Marina.
1 Cf.: Gli Inni della Liturgia delle Ore, Jucunda Laudatio, Antifona Mariana, p. 439
Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023. Ad oggi sono istruttore amministrativo presso i Servizi Demografici -Ufficio Elettorale – del Comune di Merate, frequento il primo anno della Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi “G. Marconi”.
Rubrica a cura di Pietro Santoro