Merate, Sanità: i candidati sull’Ospedale e le ‘strategie’
E' stata senz’altro la sanità e in particolare il presente e il futuro dell'ospedale Mandic il tema più discusso nel corso del confronto tra candidati sindaci della città di Merate organizzato da Merateonline giovedì sera. Le domande a Massimo Panzeri, Dario Perego e Mattia Salvioni non sono giunte solo dal professor Stefano Motta, conduttore della serata, ma anche dal pubblico, che è parso molto attento e interessato alla questione.
A porre sul tavolo l’argomento sono stati i candidati stessi rispondendo alla domanda “Cosa è cambiato a Merate in questi 5 anni?”. Il sindaco uscente Panzeri, parlando in generale ha detto che i medici di base sono stati mantenuti. “Le figure che hanno lasciato sono state sostitute da medici giovani che hanno scelto Merate perché c’é la medicina di gruppo che aiuta a inserirsi”. D’acchito l’affermazione ha fatto discutere buona parte del pubblico. Il dottor Dario Perego ha riconosciuto che sì, lo spazio è stato ottenuto per la medicina di gruppo, ma qualcosa è venuto meno: “È venuta a mancare l’attenzione per l’Ospedale. Sulla sanità avremmo dovuto essere più attenti, determinati e controllori rispetto alle vicende che hanno investito il Mandic”. Secondo Mattia Salvioni in generale è mancata una visione delle esigenze del territorio, anche per il tema sanità. “Ho raccolto personalmente 12 mila firme per l’ospedale per iniziare un percorso di risveglio della coscienza dei cittadini che qualcosa lì non andava. Merate non ha inciso in questo punto”.
Il prof. Motta ha quindi chiesto che cosa può fare un sindaco di una città come Merate per salvaguardare il suo ospedale.
Secondo Dario Perego è fondamentale prendere conoscenza della situazione attuale. “Esistono ambiti in cui ci si può confrontare” ha detto, spiegando che proprio lo scorso autunno ha incontrato 10 primari parlando di vari problemi. “È nata anche l’idea di una Onlus che raggruppi una forza sociale e che possa diventare luogo di confronto e stimolo rispetto alla direzione strategica”. Fondamentale per il dottor Perego l’attenzione al Piano Organizzativo Aziendale Strategico (Poas). Secondo l'ex sindaco la politica non può e non deve sostituirsi alla direzione strategica, ma deve supportare, dare suggerimenti e controllare l’attuazione del Piano. “Importante poi capire capacità di attrazione. Un Ospedale di primo livello deve avere almeno 150mila utenti. Prima a Merate afferiva anche l’Isola Bergamasca. Dopo la chiusura del ponte e poi il Covid non è più così”. Importante per Perego mettere mettere in atto tutte le condizioni perché questa “curva” si inverta. Infine per il candidato di “Noi Merate” è necessario mantenere i servizi ora attivi in ospedale e ripristinare quelli che non ci sono più, anche dislocandoli sul territorio. “Dobbiamo tenere unito l'intero bacino, casatese compreso. Ci sono strategie che si possono adottare”.
Massimo Panzeri di “Prospettiva X Merate” si è sentito toccato dalle dichiarazioni di Perego. “Lasci intendere che il sindaco non si sia impegnato. L’interlocuzione con i sindaci nelle conferenze è stata continuata a proficua, anche se all’interno ci sono appartenenze politiche che non aiutano a fare cose insieme”. Il primo cittadino ha dichiarato che forse lui per questo tema pecca di ottimismo, ma che l’allarmismo non va bene. “Io ero l’unico presente all’assemblea di distretto l’altro giorno (era aperta solo ai sindaci ndr) e so cosa è stato detto, ma sui media si è parlato solo in modo negativo dell’ospedale. Così facendo, come fa a tornare attrattivo?”. Panzeri ha ricordato che negli ultimi mesi è stato in città l’assessore regionale Guido Bertolaso e ha dichiarato che negli anni il confronto è stato costante con la direzione strategica. “Il direttore generale è cambiato anche su sollecitazione dei sindaci, perché è evidente che si era perso controllo della situazione. Il nuovo direttore non ha ancora fatto miracoli. Io gli ho chiesto una cosa: di essere presente a Merate, non come faceva il suo predecessore, che stava sempre a Lecco”. Secondo Panzeri questa presenza ha già risollevato il morale di molti dipendenti. “Il fatto è che le cose non si risolvono con manifestazioni, mozioni o raccolte firme. C’è difficoltà a reperire nuovo personae”.
Per Mattia Salvioni è opportuno rappresentare i bisogni sanitari dei cittadini. “Bertolaso è venuto perché nella mozione approvata da diversi comuni era stato chiesto un incontro” ha detto, dichiarando che c’è il bisogno di un territorio unito, con un’asse Merate-Casate che remi nella stessa direzione. “Quello che proponiamo è un cambio di passo, un ‘tavolo’ o una ‘task force’ di esperti del passato affinché i sindaci siano accompagnati nell’ascolto attivo”. Per il candidato di “Viviamo Merate” è necessario impegnarsi attivamente a scrivere un nuovo Poas, inserendo i sindaci nell’interlocuzione con il supporto del ‘tavolo’. “Abbiamo bisogno di un nuovo indirizzo strategico. L’ospedale di primo livello è fondamentale, ma abbiamo reparti che non sono di primo livello”.
Secondo Salvioni è “semplice” il perché molto personale lasci il Mandic. “Molti non hanno i turni dei prossimi due mesi. Non hanno prospettiva né di lavoro e nemmeno della vita privata. Serve invece la leva della prospettiva. Il nostro territorio deve essere attrattivo”. Infine, in merito alle Case e Ospedali di Comunità: “C’è difficoltà a farli partire. Bisogna fare in modo che ci sia integrazione socio sanitaria. L’Ospedale di Comunità deve essere un punto di riferimento e deve essere a supporto dell’ospedale di Merate”.
Dario Perego ha convenuto con Panzeri riguardo al fatto che non si debba essere disfattisti. Ha obbiettato invece in merito all’idea di Salvioni: “Il Poas lo fa la direzione. I sindaci fanno la politica e danno indirizzo politico all’interno del Poas”. Secondo il medico con 42 anni di lavoro alle spalle il personale ospedaliero non se ne va solo da Merate. “Bisogna creare condizioni pubbliche affinché i medici restino nel pubblico. Bisogna far sì che le condizioni siano di qualità e i tempi siano ragionevoli”.
Esagerato secondo Panzeri che un sindaco debba occuparsi anche dei turni degli infermieri. Il primo cittadino ha invece convenuto sull’importanza dell’unione dell’asse Merate-Casate e infine sui gettonasti ha detto: “Lo stesso sindaco di Casate, il dottor Galbiati, ha detto che per il personale del Pronto Soccorso è impensabile abbandonare le cooperative”.
Dal pubblico è giunta una domanda in merito al ruolo dell’Ospedale di Merate tra quello di Lecco e Vimercate e se questi due presidi non “opprimano” il Mandic.
Secondo Salvioni l’ospedale meratese è baricentrico e se non ci fosse, anche gli altri due avrebbero difficoltà. Massimo Panzeri ha sostenuto che devono essere individuati i punti di forza del Mandic e resi punti di eccellenza. Perego, d’accordo con Salvioni, ha detto che l’ospedale è importante anche per Lecco, che deve recepire questa cosa, se no ne farà le spese.
Al termine dell’incontro è intervenuta Antonella Pellegri di Fratelli d’Italia, che si è rivolta a Salvioni spiegando di aver fatto incontrare lo scorso 14 luglio alcuni primari con i vertici regionali per accendere l’attenzione sul Mandic. “Mancano 70mila infermieri. Ecco perché è importante avere dei partiti alle spalle. Quale coniglio tireranno fuori dal cappello Perego e Salvioni? Tutto dipende dalla regione”.
“Ha detto bene: la regione, che è rappresentata anche dal suo partito” ha risposto Salvioni, raccogliendo un grande applauso. Un clamoroso autogol che ha visibilmente irritato anche il candidato di Prospettiove per Merate, sostenuto anche da Fratelli d'Italia. “L’ospedale di Merate ha necessità di un territorio che guardi nella stessa direzione. Serve una task force con esperti che supportino alla creazione di un Poas condiviso. La Regione è il luogo dove poi bisogna bussare…”
A porre sul tavolo l’argomento sono stati i candidati stessi rispondendo alla domanda “Cosa è cambiato a Merate in questi 5 anni?”. Il sindaco uscente Panzeri, parlando in generale ha detto che i medici di base sono stati mantenuti. “Le figure che hanno lasciato sono state sostitute da medici giovani che hanno scelto Merate perché c’é la medicina di gruppo che aiuta a inserirsi”. D’acchito l’affermazione ha fatto discutere buona parte del pubblico. Il dottor Dario Perego ha riconosciuto che sì, lo spazio è stato ottenuto per la medicina di gruppo, ma qualcosa è venuto meno: “È venuta a mancare l’attenzione per l’Ospedale. Sulla sanità avremmo dovuto essere più attenti, determinati e controllori rispetto alle vicende che hanno investito il Mandic”. Secondo Mattia Salvioni in generale è mancata una visione delle esigenze del territorio, anche per il tema sanità. “Ho raccolto personalmente 12 mila firme per l’ospedale per iniziare un percorso di risveglio della coscienza dei cittadini che qualcosa lì non andava. Merate non ha inciso in questo punto”.
Il prof. Motta ha quindi chiesto che cosa può fare un sindaco di una città come Merate per salvaguardare il suo ospedale.
Secondo Dario Perego è fondamentale prendere conoscenza della situazione attuale. “Esistono ambiti in cui ci si può confrontare” ha detto, spiegando che proprio lo scorso autunno ha incontrato 10 primari parlando di vari problemi. “È nata anche l’idea di una Onlus che raggruppi una forza sociale e che possa diventare luogo di confronto e stimolo rispetto alla direzione strategica”. Fondamentale per il dottor Perego l’attenzione al Piano Organizzativo Aziendale Strategico (Poas). Secondo l'ex sindaco la politica non può e non deve sostituirsi alla direzione strategica, ma deve supportare, dare suggerimenti e controllare l’attuazione del Piano. “Importante poi capire capacità di attrazione. Un Ospedale di primo livello deve avere almeno 150mila utenti. Prima a Merate afferiva anche l’Isola Bergamasca. Dopo la chiusura del ponte e poi il Covid non è più così”. Importante per Perego mettere mettere in atto tutte le condizioni perché questa “curva” si inverta. Infine per il candidato di “Noi Merate” è necessario mantenere i servizi ora attivi in ospedale e ripristinare quelli che non ci sono più, anche dislocandoli sul territorio. “Dobbiamo tenere unito l'intero bacino, casatese compreso. Ci sono strategie che si possono adottare”.
Massimo Panzeri di “Prospettiva X Merate” si è sentito toccato dalle dichiarazioni di Perego. “Lasci intendere che il sindaco non si sia impegnato. L’interlocuzione con i sindaci nelle conferenze è stata continuata a proficua, anche se all’interno ci sono appartenenze politiche che non aiutano a fare cose insieme”. Il primo cittadino ha dichiarato che forse lui per questo tema pecca di ottimismo, ma che l’allarmismo non va bene. “Io ero l’unico presente all’assemblea di distretto l’altro giorno (era aperta solo ai sindaci ndr) e so cosa è stato detto, ma sui media si è parlato solo in modo negativo dell’ospedale. Così facendo, come fa a tornare attrattivo?”. Panzeri ha ricordato che negli ultimi mesi è stato in città l’assessore regionale Guido Bertolaso e ha dichiarato che negli anni il confronto è stato costante con la direzione strategica. “Il direttore generale è cambiato anche su sollecitazione dei sindaci, perché è evidente che si era perso controllo della situazione. Il nuovo direttore non ha ancora fatto miracoli. Io gli ho chiesto una cosa: di essere presente a Merate, non come faceva il suo predecessore, che stava sempre a Lecco”. Secondo Panzeri questa presenza ha già risollevato il morale di molti dipendenti. “Il fatto è che le cose non si risolvono con manifestazioni, mozioni o raccolte firme. C’è difficoltà a reperire nuovo personae”.
Per Mattia Salvioni è opportuno rappresentare i bisogni sanitari dei cittadini. “Bertolaso è venuto perché nella mozione approvata da diversi comuni era stato chiesto un incontro” ha detto, dichiarando che c’è il bisogno di un territorio unito, con un’asse Merate-Casate che remi nella stessa direzione. “Quello che proponiamo è un cambio di passo, un ‘tavolo’ o una ‘task force’ di esperti del passato affinché i sindaci siano accompagnati nell’ascolto attivo”. Per il candidato di “Viviamo Merate” è necessario impegnarsi attivamente a scrivere un nuovo Poas, inserendo i sindaci nell’interlocuzione con il supporto del ‘tavolo’. “Abbiamo bisogno di un nuovo indirizzo strategico. L’ospedale di primo livello è fondamentale, ma abbiamo reparti che non sono di primo livello”.
Secondo Salvioni è “semplice” il perché molto personale lasci il Mandic. “Molti non hanno i turni dei prossimi due mesi. Non hanno prospettiva né di lavoro e nemmeno della vita privata. Serve invece la leva della prospettiva. Il nostro territorio deve essere attrattivo”. Infine, in merito alle Case e Ospedali di Comunità: “C’è difficoltà a farli partire. Bisogna fare in modo che ci sia integrazione socio sanitaria. L’Ospedale di Comunità deve essere un punto di riferimento e deve essere a supporto dell’ospedale di Merate”.
Dario Perego ha convenuto con Panzeri riguardo al fatto che non si debba essere disfattisti. Ha obbiettato invece in merito all’idea di Salvioni: “Il Poas lo fa la direzione. I sindaci fanno la politica e danno indirizzo politico all’interno del Poas”. Secondo il medico con 42 anni di lavoro alle spalle il personale ospedaliero non se ne va solo da Merate. “Bisogna creare condizioni pubbliche affinché i medici restino nel pubblico. Bisogna far sì che le condizioni siano di qualità e i tempi siano ragionevoli”.
Esagerato secondo Panzeri che un sindaco debba occuparsi anche dei turni degli infermieri. Il primo cittadino ha invece convenuto sull’importanza dell’unione dell’asse Merate-Casate e infine sui gettonasti ha detto: “Lo stesso sindaco di Casate, il dottor Galbiati, ha detto che per il personale del Pronto Soccorso è impensabile abbandonare le cooperative”.
Dal pubblico è giunta una domanda in merito al ruolo dell’Ospedale di Merate tra quello di Lecco e Vimercate e se questi due presidi non “opprimano” il Mandic.
Secondo Salvioni l’ospedale meratese è baricentrico e se non ci fosse, anche gli altri due avrebbero difficoltà. Massimo Panzeri ha sostenuto che devono essere individuati i punti di forza del Mandic e resi punti di eccellenza. Perego, d’accordo con Salvioni, ha detto che l’ospedale è importante anche per Lecco, che deve recepire questa cosa, se no ne farà le spese.
Al termine dell’incontro è intervenuta Antonella Pellegri di Fratelli d’Italia, che si è rivolta a Salvioni spiegando di aver fatto incontrare lo scorso 14 luglio alcuni primari con i vertici regionali per accendere l’attenzione sul Mandic. “Mancano 70mila infermieri. Ecco perché è importante avere dei partiti alle spalle. Quale coniglio tireranno fuori dal cappello Perego e Salvioni? Tutto dipende dalla regione”.
“Ha detto bene: la regione, che è rappresentata anche dal suo partito” ha risposto Salvioni, raccogliendo un grande applauso. Un clamoroso autogol che ha visibilmente irritato anche il candidato di Prospettiove per Merate, sostenuto anche da Fratelli d'Italia. “L’ospedale di Merate ha necessità di un territorio che guardi nella stessa direzione. Serve una task force con esperti che supportino alla creazione di un Poas condiviso. La Regione è il luogo dove poi bisogna bussare…”