Merate, via Verdi, Passoni: da smart a speed road, ecco le migliorie rimaste sulla carta mentre il traffico è aumentato

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Assessore all'urbanistica nella consigliatura Albani e coestensore del Piano urbano del traffico vigente

Non è stata ancora inaugurata, ma si sono già verificati quattro incidenti di cui uno mortale

Il concorso di idee “ViviAmoilViale” aveva generato interessanti proposte di natura urbanistica e paesaggistica, fatte proprie dall’” Accordo di programma” fra Provincia e Comune.

Il Progetto Esecutivo non ha dato seguito a tali indicazioni, mancando di una visione architettonica e paesaggistica; ne è una riprova la mancanza di architetti fra gli Estensori del progetto stesso e dello stesso Comandante della Polizia locale. Parimenti non vi è stato uno studio viabilistico che indicasse la necessità o meno della eliminazione dei semafori; il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), che prevedeva il mantenimento dei due incroci semaforici, non è stato previamente modificato in ordine alla loro eliminazione, come dovrebbe essere per documenti approvati in Consiglio Comunale.

Delle diverse indicazioni progettuali assegnate alla Provincia è stata data la priorità alla cosiddetta fluidificazione del traffico, intesa come desemaforizzazione dei due incroci in coerenza con le Linee Programmatiche della Maggioranza di “Più Merate Massironi Sindaco” e realizzate nella Maggioranza successiva di “Più Prospettiva Panzeri Sindaco”. Ciò aprioristicamente e senza una propedeutica verifica dei flussi di traffico, mediante simulazioni con modelli matematici che permettessero un confronto fra rotonde e semafori.

L’eliminazione di questi ha generato il riversarsi su via Verdi del traffico che prima era convogliato sul nodo di Cernusco e che, già si infiltrava, per evitarne il semaforo sulle vie Donizetti. S. Maria di Loreto e Rossini. Inoltre l’attraversamento pedonale agli incroci, si è fatto pericoloso (un investimento), mancando l’interruzione obbligata del traffico veicolare. La velocità, spesso superiore al limite dei 50 km/h, rende difficile la convivenza fra auto e biciclette. In buona sostanza è stato privilegiata la mobilità “forte” (veicoli a motore) rispetto a quella debole (pedoni e ciclisti)

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Riguardo ai pedoni non sono stati realizzati “salvagenti” sulla mezzeria degli attraversamenti pedonali e, in ossequio alla maggiore “fluidificazione” del traffico “forte”, non sono protetti da semafori a chiamata che, peraltro, si rivelerebbero un deterrente per la velocità delle auto.

Riguardo ai ciclisti non è contemplata la pista in sede propria, prevista nella Scheda “Rete ciclopedonale” del Piano di Governo del Territorio”, in particolare dal “Piano dei Servizi”. Se ne accenna all’inizio della Relazione Illustrativa e Paesaggistica del progetto di Fattibilità, poi sparisce.  

L’aumento del traffico sta causando file, nelle ore di punta, specialmente in corrispondenza dello sbocco sulla ex Statale e rende pericolosa le immissioni dalle laterali vie Rossini e Perosi.

Si voleva anche “Favorire la connessione del quartiere con altre aree”, ma il raggiungimento di via Garibaldi mediante l’apertura fra via Perosi e vicolo Albani non è stata realizzata; altrettanto per la connessione ciclopedonale fra le vie Agnesi e Mascagni, collegamento previsto dal PGT.      

Si è parlato di materiali di arredo urbano ed   asfalto, dotati di fantomatiche capacità “mangiasmog”, ma non se ne è saputo più nulla.

Via Verdi, secondo il progetto, dovrebbe diventare una “smart road “prevedendo una “tecnologia a bordo strada per far colloquiare strutture fisse e mezzi mobili” (?), come affermato in una Commissione Urbanistica (maggio 2020).

Nella stessa Commissione Urbanistica furono presentate “slide”, tutte in inglese (Allora si poteva; ora non più dopo l’approvazione della Mozione sulla proibizione dei termini stranieri).                                                                                                               

Da tali diapositive si evinceva che via Verdi sarebbe diventata “una strada pilota in grado di tenere tutti sotto stretto controllo con la rete di telecamere. Ci saranno due panchine solari utilizzabili anche per ricaricare i telefonini, lampioni cui le auto elettriche potranno attraccare per la ricarica, e tante altre meraviglie” (in corsivo da Merateonline).   

Più concretamente la prossima Amministrazione dovrà, prioritariamente, assegnare un incarico ad un esperto in mobilità che affronti i problemi di sicurezza della via.

 

ing. Ernesto Passoni
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