Merate, via Verdi: 4 incidenti in un mese, l’arteria è insicura per pedoni e ciclisti, il traffico senza semafori si è impennato
Nel 2019 era stato uno dei cavalli di battaglia della lista di Massimo Panzeri, PiùProspettiva. Un cavallo vincente. La novità rappresentata dal progetto di riqualificazione di via Verdi e la costituzione dell’omonimo Comitato avevano galvanizzato centinaia di residenti, tutti entusiasti perché finalmente . . . . dopo 50 anni si faceva qualcosa per la strada.
Non era così, naturalmente: al viale ci avevamo messo mano prima Giovanni Battista Albani e poi Andrea Robbiani. Ma la balla ripetuta in ogni sede, microfono alla mano – e guai a chi lo tocca – aveva fatto presa.
Il povero Aldo Castelli, sfidando l’impopolarità si era detto contrario alle rotonde: snelliscono il traffico, in genere, ma se sono posizionate tra due assi viari importanti come la SP 54 e la SP 342 dir legate fra loro da un doppio impianto semaforico a Cernusco, finiscono per diventare come il miele per gli orsi. Attirano traffico. Castelli perdette per una manciata di voti, pur avendone guadagnati oltre 400 rispetto alle coalizioni presentatesi alle Europee nella stessa giornata. Ha perso ma aveva ragione.
E noi la pensavamo come lui.
Ora del 90% di entusiasti del 2019 quanti ne sono rimasti? Temiamo ben pochi a giudicare dalle critiche che si levano soprattutto dai residenti nelle strade laterali: immettersi sulla via principale è diventata un’impresa. Mentre la soppressione della parvenza di pista ciclabile ha reso per pedoni e ciclisti il transito sull’arteria sempre più pericoloso, in proporzione all’aumento giornaliero del traffico.
Quattro incidenti in un solo mese, il penultimo accaduto a una nota commerciante travolta da un’auto mentre in bicicletta attraversava la strada. E oggi l’ultimo sinistro, anziano in bici investito, in codice rosso. Via Verdi è diventata una tangenziale, se ne convincano gli irriducibili.
E portare a esempio questo investimento da 3,5 milioni di euro, come fanno alcuni disinformati di Fratelli d’Italia minaccia di essere controproducente. Con gli stessi soldi si sarebbe potuto migliorare i due incroci mediante impianti semaforici intelligenti, a sensori, in grado di regolare il traffico sulla base della “quantità” di auto in sosta e in transito, realizzare un solo marciapiede e, sul lato nord la pista ciclabile, creare zone di sosta vera dotata di panchine e fontane non come l’inutile piazzetta Tamandi. E poi il verde, un subappalto da 60mila euro che, a vista, si fatica a giustificare. Almeno per noi profani.
Panzeri ha annunciato che nei prossimi giorni allestirà una specie di inaugurazione dell’opera. Forse farebbe meglio a richiamare in servizio gli ingegneri progettisti e studiare come rendere il traffico più lento e la percorrenza per pedoni e ciclisti più sicura.
Altrimenti altro che taglio del nastro . . . .
Non era così, naturalmente: al viale ci avevamo messo mano prima Giovanni Battista Albani e poi Andrea Robbiani. Ma la balla ripetuta in ogni sede, microfono alla mano – e guai a chi lo tocca – aveva fatto presa.
Il povero Aldo Castelli, sfidando l’impopolarità si era detto contrario alle rotonde: snelliscono il traffico, in genere, ma se sono posizionate tra due assi viari importanti come la SP 54 e la SP 342 dir legate fra loro da un doppio impianto semaforico a Cernusco, finiscono per diventare come il miele per gli orsi. Attirano traffico. Castelli perdette per una manciata di voti, pur avendone guadagnati oltre 400 rispetto alle coalizioni presentatesi alle Europee nella stessa giornata. Ha perso ma aveva ragione.
E noi la pensavamo come lui.
Ora del 90% di entusiasti del 2019 quanti ne sono rimasti? Temiamo ben pochi a giudicare dalle critiche che si levano soprattutto dai residenti nelle strade laterali: immettersi sulla via principale è diventata un’impresa. Mentre la soppressione della parvenza di pista ciclabile ha reso per pedoni e ciclisti il transito sull’arteria sempre più pericoloso, in proporzione all’aumento giornaliero del traffico.
Quattro incidenti in un solo mese, il penultimo accaduto a una nota commerciante travolta da un’auto mentre in bicicletta attraversava la strada. E oggi l’ultimo sinistro, anziano in bici investito, in codice rosso. Via Verdi è diventata una tangenziale, se ne convincano gli irriducibili.
E portare a esempio questo investimento da 3,5 milioni di euro, come fanno alcuni disinformati di Fratelli d’Italia minaccia di essere controproducente. Con gli stessi soldi si sarebbe potuto migliorare i due incroci mediante impianti semaforici intelligenti, a sensori, in grado di regolare il traffico sulla base della “quantità” di auto in sosta e in transito, realizzare un solo marciapiede e, sul lato nord la pista ciclabile, creare zone di sosta vera dotata di panchine e fontane non come l’inutile piazzetta Tamandi. E poi il verde, un subappalto da 60mila euro che, a vista, si fatica a giustificare. Almeno per noi profani.
Panzeri ha annunciato che nei prossimi giorni allestirà una specie di inaugurazione dell’opera. Forse farebbe meglio a richiamare in servizio gli ingegneri progettisti e studiare come rendere il traffico più lento e la percorrenza per pedoni e ciclisti più sicura.
Altrimenti altro che taglio del nastro . . . .