Merate: la commedia elettorale tra ambiguità e malintesi
Con la presentazione della lista NOI Merate, guidata dal dottor Dario Perego, in programma questa mattina in piazza Prinetti, si apre ufficialmente la campagna elettorale per l’elezione diretta del 14.mo sindaco della città.
La storia elettorale cittadina ha avuto una sola insegna, lo scudocrociato, dal 1946 al 1990; poi l’alleanza obbligata con Psi e Pri, quindi l’era dell’elezione diretta con riduzione da 30 a 20 dei consiglieri comunali. Ancora un ex Dc nel 1995, Dario Perego, poi due ex Dc in gara, lo stesso Perego e Mario Gallina, quindi Albani, Robbiani, primo leghista a guidare la città, Massironi, anche lui ex Dc e, infine Panzeri, altro leghista.
L’unico momento di tensione lo si è avuto quando Massironi, assessore esterno di Robbiani, ha radunato gli assessori di area non Lega per dare vita a una lista civica. Gli uomini del Carroccio lo sapevano da mesi ma hanno mantenuto l’aplomb istituzionale, né gli assessori in uscita si sono dimessi, né il sindaco Robbiani li ha sfiduciati.
Una politica lineare, tra persone serie.
Questa campagna, invece, sembra avvelenata da ambiguità, ipocrisie e malintesi.
E’ iniziato tutto con gli abboccamenti tra persone di una non meglio identificata area civica e la sinistra. Allora forse le intenzioni del giovane Mattia Salvioni erano pure sincere. Ma da segretario di circolo del partito democratico non poteva non sapere che i marpioni del PD si sarebbero messi di mezzo. Ha cercato l’accordo, credo si possa dirlo, ma giocando sull’equivoco che il candidato sindaco doveva essere lui e non un rappresentante dell’area civica, prendendo così di sorpresa i pattisti. Che mangiata la foglia, come si dice, cioè l’entrata a gamba tesa del partito guidato da Fragomeli, hanno mollato la trattativa e dato vita a una lista autonoma.
Poi è arrivato il caso Procopio, possiamo ben dire il caso più clamoroso. Assessore per 15 anni con Robbiani, Massironi e Panzeri si è trovato in disaccordo su molte questioni con il sindaco in carica e, senza valutare le conseguenze, si è avvicinato ai civici. Tanto vicino da irritare il Panzeri che gli ha tolto la delega e la carica di vice sindaco. Procopio è rimasto traumatizzato, non se lo aspettava e colto dalla sindrome di Stoccolma ha cercato di blandire il suo ex capo. Nel frattempo però lavorava per la lista civica fino a quando è stato richiamato dal suo mentore principale, l’on. Maurizio Lupi che gli ha imposto il rientro nei ranghi per onorare la formula del centrodestra unito. Uno sbandamento da far deragliare un Frecciarossa. Procopio ha subito il colpo e forse ha davvero cercato di rientrare nella compagine di maggioranza proponendosi anche come assessore esterno, come sostengono alcuni membri attuali di maggioranza. Ma si è trovato la porta chiusa. Così è rimasto sul pianerottolo, né con Panzeri né con i civici. E ora tutti a fare previsioni su quale candidato dirotterà le sue preferenze. Lo aspettano al varco, poveretto, gli uni per mantenere la fiducia accordata gli altri per verificare se anche sotto traccia sia tornato all’ovile.
E infine, abbiamo la terza ambiguità. La lista Panzeri ha dovuto fare posto a un esponente di Noi Moderati, dato che il mini partito di Lupi, da prefisso telefonico, è pur sempre inserito nel simbolo di Forza Italia. Procopio no, altri di primo piano non ce ne sono, rimaneva il commercialista Dal Mas poco conosciuto e tutt’altro che gradito a molti amici di Panzeri, dentro e fuori la lista. Al punto, secondo Procopio e altri, che Fabio Tamandi minacciava di restare a casa se fosse davvero entrato il Dal Mas. Naturalmente il noto commerciante alle parole – ammesso che siano vere ma sono confermate da più fonti – non ha fatto seguire l’azione concreta. E’ un classico del Fabione di via Verdi: annunciare una cosa e farne un’altra. Diceva a tutti di voler restare a casa per ragioni personali e intanto trattava con Panzeri la carica di assessore in caso di vittoria.
Insomma rispetto al passato questa è una campagna elettorale avvelenata. Lo prediceva Alfredo Casaletto che sarebbe corso sangue. Del resto, nella logica dell’alternanza di coalizione, spettava a lui la guida del centrodestra. Un viaggio in discesa se non si fossero messi di mezzo ben tre ex sindaci: Dario Perego, Andrea Robbiani e Andrea Massironi, assieme per battere prima la destra che la sinistra.
E ora la strada per Panzeri e Casaletto è decisamente in salita.
Una nota curiosa, anche questa inedita: il candidato sindaco di Prospettive per Merate, massimo Augusto Panzeri ha lanciato la campagna di raccolta fondi “Sostienici”. Per finanziare la campagna elettorale. All’americana. E, perché, no, anche alla . . . .meratese.
La storia elettorale cittadina ha avuto una sola insegna, lo scudocrociato, dal 1946 al 1990; poi l’alleanza obbligata con Psi e Pri, quindi l’era dell’elezione diretta con riduzione da 30 a 20 dei consiglieri comunali. Ancora un ex Dc nel 1995, Dario Perego, poi due ex Dc in gara, lo stesso Perego e Mario Gallina, quindi Albani, Robbiani, primo leghista a guidare la città, Massironi, anche lui ex Dc e, infine Panzeri, altro leghista.
L’unico momento di tensione lo si è avuto quando Massironi, assessore esterno di Robbiani, ha radunato gli assessori di area non Lega per dare vita a una lista civica. Gli uomini del Carroccio lo sapevano da mesi ma hanno mantenuto l’aplomb istituzionale, né gli assessori in uscita si sono dimessi, né il sindaco Robbiani li ha sfiduciati.
Una politica lineare, tra persone serie.
Questa campagna, invece, sembra avvelenata da ambiguità, ipocrisie e malintesi.
E’ iniziato tutto con gli abboccamenti tra persone di una non meglio identificata area civica e la sinistra. Allora forse le intenzioni del giovane Mattia Salvioni erano pure sincere. Ma da segretario di circolo del partito democratico non poteva non sapere che i marpioni del PD si sarebbero messi di mezzo. Ha cercato l’accordo, credo si possa dirlo, ma giocando sull’equivoco che il candidato sindaco doveva essere lui e non un rappresentante dell’area civica, prendendo così di sorpresa i pattisti. Che mangiata la foglia, come si dice, cioè l’entrata a gamba tesa del partito guidato da Fragomeli, hanno mollato la trattativa e dato vita a una lista autonoma.
Poi è arrivato il caso Procopio, possiamo ben dire il caso più clamoroso. Assessore per 15 anni con Robbiani, Massironi e Panzeri si è trovato in disaccordo su molte questioni con il sindaco in carica e, senza valutare le conseguenze, si è avvicinato ai civici. Tanto vicino da irritare il Panzeri che gli ha tolto la delega e la carica di vice sindaco. Procopio è rimasto traumatizzato, non se lo aspettava e colto dalla sindrome di Stoccolma ha cercato di blandire il suo ex capo. Nel frattempo però lavorava per la lista civica fino a quando è stato richiamato dal suo mentore principale, l’on. Maurizio Lupi che gli ha imposto il rientro nei ranghi per onorare la formula del centrodestra unito. Uno sbandamento da far deragliare un Frecciarossa. Procopio ha subito il colpo e forse ha davvero cercato di rientrare nella compagine di maggioranza proponendosi anche come assessore esterno, come sostengono alcuni membri attuali di maggioranza. Ma si è trovato la porta chiusa. Così è rimasto sul pianerottolo, né con Panzeri né con i civici. E ora tutti a fare previsioni su quale candidato dirotterà le sue preferenze. Lo aspettano al varco, poveretto, gli uni per mantenere la fiducia accordata gli altri per verificare se anche sotto traccia sia tornato all’ovile.
E infine, abbiamo la terza ambiguità. La lista Panzeri ha dovuto fare posto a un esponente di Noi Moderati, dato che il mini partito di Lupi, da prefisso telefonico, è pur sempre inserito nel simbolo di Forza Italia. Procopio no, altri di primo piano non ce ne sono, rimaneva il commercialista Dal Mas poco conosciuto e tutt’altro che gradito a molti amici di Panzeri, dentro e fuori la lista. Al punto, secondo Procopio e altri, che Fabio Tamandi minacciava di restare a casa se fosse davvero entrato il Dal Mas. Naturalmente il noto commerciante alle parole – ammesso che siano vere ma sono confermate da più fonti – non ha fatto seguire l’azione concreta. E’ un classico del Fabione di via Verdi: annunciare una cosa e farne un’altra. Diceva a tutti di voler restare a casa per ragioni personali e intanto trattava con Panzeri la carica di assessore in caso di vittoria.
Insomma rispetto al passato questa è una campagna elettorale avvelenata. Lo prediceva Alfredo Casaletto che sarebbe corso sangue. Del resto, nella logica dell’alternanza di coalizione, spettava a lui la guida del centrodestra. Un viaggio in discesa se non si fossero messi di mezzo ben tre ex sindaci: Dario Perego, Andrea Robbiani e Andrea Massironi, assieme per battere prima la destra che la sinistra.
E ora la strada per Panzeri e Casaletto è decisamente in salita.
Una nota curiosa, anche questa inedita: il candidato sindaco di Prospettive per Merate, massimo Augusto Panzeri ha lanciato la campagna di raccolta fondi “Sostienici”. Per finanziare la campagna elettorale. All’americana. E, perché, no, anche alla . . . .meratese.
Claudio Brambilla