Giornata della libertà di stampa: l’Italia scende dal 41.mo al 46.mo posto con Ungheria, Bulgaria, Burkina, Zambia

Non passerà quasi sicuramente sui Tg nazionali, soprattutto in queste settimane preelettorali. Eppure la notizia è drammatica per un Paese democratico: nella giornata mondiale della Libertà di Stampa, l’Italia scivola dal già penoso 41.mo posto al 46.mo. sotto Mauritania, Macedonia del Nord, Namibia, isole Fjii e Tonga. Nella annuale classifica redatta dalla ong “Reporter senza Frontiere” l’Italia esce persino dal gruppo dei paesi con una situazione “abbastanza buona” per il lavoro dei giornalisti e finisce nel gruppo “situazione problematica” insieme a Polonia, Ungheria, Bulgaria, Ucraina, Niger, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Gabon, Zambia e Botswana. Le cause? Da più parti si indicano le recenti leggi varate prima dall’ex ministra Cartabia con il governo Draghi e ora con la cosiddetta “legge bavaglio” proposta da Enrico Costa di Azione e approvata dal governo Meloni. Proprio mentre in Commissione Giustizia si discute addirittura di nuovo del carcere per i giornalisti. Le misure reazionarie contro la stampa si susseguono mentre fioccano i provvedimenti per rendere difficoltoso il lavoro dei magistrati. L’ultima novità è il possibile acquisto da parte del gruppo Angelucci, re delle cliniche private e senatore della Lega Salvini premier, della seconda agenzia di stampa italiana l’AGI tuttora di proprietà dell’ENI, a sua volta controllata dal Ministero dell’Economia. Il gruppo Angelucci già controlla i giornali di destra Libero, Il Giornale, il Tempo. Il patron Antonio Angelucci è parlamentare dal 2008, prima col Popolo della Libertà, poi con Forza Italia e ora con la Lega.
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