Church pocket/10. Maggio, un mese della Madonna!

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Per antichissima tradizione, il mese di maggio è legato al culto della Beata Vergine Maria, costellato da tante iniziative tra ritualità e devozione. Perché proprio il mese di maggio? È stata una idea cristiana? Ovviamente non proprio. Nei culti dell’antica Roma, il mese di maggio era dedicato anche al culto di Flora, divinità legata alla natura, alle fioriture primaverili e, più in generale, ai fiori. L’accostamento tra mese di maggio e mese mariano nasce non prima del IX secolo quando, a Maria, inizio a essere dati i primi appellativi, i primi vezzeggiativi, che nel XII secolo diventano le Litanie Lauretane, ossia una sorta di invocazione che esalta una dote della Vergine. Alcuni dei primi titoli dati a Maria furono Rosa Mistica e successivamente Flor Virginum (fiore dei vergini/delle vergini), titoli rimasti ancora oggi nelle Litanie. Da qui l’accostamento di Maria al mese in cui i fiori e la natura si risvegliano. Non a caso, una delle preghiere a Maria più famosa è il Rosario, un insieme di 50 piccole “rose” divise in 5 decine, dove si contempla un mistero della vita di Maria e di Gesù per ogni decina. 
Il mese di maggio è poi diventato uno scrigno di festività mariane: 

- L’8 maggio, festa della Regina del Rosario, venerata a Pompei;
- Il 9 maggio, solennità in cui si ricordano le apparizioni della Madonna del Bosco a Imbersago;
il 13 Maggio, festa della Madonna apparsa a Fatima;
- il 24 maggio, festa dell’Auxilium Christianorum, Aiuto dei cristiani, conosciuta come Santa Maria Ausiliatrice, devozione a cui era molto legato San Giovanni Bosco;
- il 31 maggio, festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, memoria dell’incontro tra Maria e la sua parente Elisabetta, madre del Battista. 

Queste solo per citarne alcune sia nel nostro territorio sia di dominio pubblico. Il culto mariano però non nasce nel IX secolo ma molto prima. Testimonianza ne è un’antica preghiera, composta non più tardi del III secolo, il Sub tuum praesidium. In questo mese di maggio vorrei dare spazio a queste antiche preghiere, alcune delle quali mi sono state tramandate dalla fede semplice di mia nonna.

Il Suub tuum praesidium è una preghiera che appartiene al gruppo di particolari orazioni, chiamate antifone mariane, ossia canti antichi legati alla devozione e al culto della Beata Vergine. Le antifone maggiori sono quattr: Alma Redemptoris Mater per il tempo di Avvento e Natale, Ave Regina coelorum per il tempo di Quaresima, Regina coeli per il tempo di Pasqua e Salve Regina per il tempo Ordinario. Chi ha più anni di me ricorderà sicuramente che, prima della riforma di Paolo VI, le antifone mariane maggiori venivano cantate alla fine di ogni celebrazione eucaristica. Torniamo però alla più antica, la Sub tuum praesidium.  In un papiro ritrovato ad Alessandri d’Egitto, compare uno stralcio di questa preghiera in greco, notizia che ci fa pensare che era una laude di uso comune, utilizzata anche dalla parte greca. 

Di seguito il testo e la traduzione 

Testo – versione romana

Sub tuum praesidium confugimus,
Sancta Dei Genetrix.
Nostras deprecationes ne despicias
in necessitatibus,
sed a periculis cunctis
libera nos semper,
Virgo gloriosa et benedicta.

Traduzione CEI
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
ma liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.

Nel rito ambrosiano la versione latina ha delle differenze con quella romana:

Testo – versione ambrosiana
Sub tuam misericordiam confugimus
Dei Genitrix
nostram deprecationem
ne inducas in tentationem
sed de periculo
libera nos
sola casta
et benedicta

Traduzione
Sotto la tua misericordia cerchiamo rifugio,
Madre di Dio:
non disprezzare le nostre suppliche
perchè siamo nella tentazione,
ma liberaci dal pericolo,
o Unica Casta e Benedetta.


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Il testo ambrosiano è quello più rimasto legato al testo antico greco. Si può subito notare come le prime comunità cristiane fossero abituate a rivolgersi direttamente alla Madre del Signore, invocando il suo aiuto nelle ore difficili. Il Sub tuum praesidium esprime il totale affidamento del popolo cristiano all'intercessione della Vergine. Il termine praesidium è di origine militare, a prova che è una aggiunta o evoluzione successiva della preghiera originale, significa esattamente “presidio militare”. Maria diventa quindi aiuto dei cristiani, soprattutto nei momenti di prova. In questa antifona infatti è molto evidente la potenza dell'intercessione della Theotokos (1) presso il Figlio.
Essendo una delle prime ad essere redatta, questa preghiera ci comunica le emozioni di quella Chiesa dei martiri, che portava le gioie e le preoccupazioni del popolo di Dio ai piedi della sua Madre, di una comunità che viveva in uno stato di pericolo e di persecuzione e chiedeva la liberazione. Nella persecuzione di Decio, infatti, molti furono i martirizzati africani: proprio nelle stesse zone fu composto testo della preghiera, tra Egitto e Tunisia attuali. 

Nel medioevo fu pubblicato un Ufficio medievale, ossia le preghiere del mattino, in onore dei Sette Dolori di Maria, e qui il Sub tuum praesidium è la preghiera iniziale per ogni dolore. Attualmente questa preghiera è inserita tra le invocazioni con cui, soprattutto durante la Compieta, la preghiera di fine giornata.

(1) Termine greco che indica “La Madre di Dio”.

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Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023. Ad oggi sono istruttore amministrativo presso i Servizi Demografici -Ufficio Elettorale – del Comune di Merate, frequento il primo anno della Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi “G. Marconi”.
Rubrica a cura di Pietro Santoro
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