Brivio, Calco, Olgiate: corteo fino Cippo e lettura del brano di Scurati
È stata come sempre molto partecipata la celebrazione organizzata in occasione della Festa della Liberazione dai comuni di Brivio, Calco e Olgiate Molgora, che hanno preso parte insieme al grande corteo partito dalle scuole e diretto al Cippo dei Partigiani, dove è poi stato letto e condiviso il monologo dello scrittore Antonio Scurati, tanto dibattuto in questi giorni.
I tre enti hanno patrocinato un ampio programma di eventi iniziati lo scorso 7 aprile con la posa di una pietra d’inciampo in memoria del partigiano olgiatese Ernesto Cattaneo. Parallelamente è stata inaugurata la mostra allestita dalla nipote di Cattaneo, Patrizia Consonni, intitolata “In nome del pane” e dedicata proprio al nonno mugnaio, arrestato per aver fornito della farina a dei partigiani. Il programma ha poi previsto l’evento “Arte significante, memoria significata” e la presentazione di due diversi libri a Olgiate e a Calco.
La mattina di giovedì 25 aprile, come da tradizione, i tre Comuni hanno onorato i propri caduti ai relativi monumenti in paese e in frazione. Insieme ai membri dell’amministrazione comunale erano presente anche gli alpini dei gruppi locali e alcuni cittadini. Tutti i gruppi si sono poi ritrovati come consuetudine al parcheggio delle scuole di Brivio dove, alle 11:15, è partito un lungo e partecipato corteo diretto appunto al "cippo". A prendere parte alla sfilata, anche il comandante della stazione dei Carabinieri di Brivio Vincenzo Valenza, i rappresentanti delle associazioni locali e Avis e Aido, le associazioni degli ex combattenti, la sezione briviese dei Marinai d’Italia, i rappresentanti della Protezione Civile, la dirigente scolastica Chiara Ferrario e moltissimi cittadini, non solo dei tre comuni ma che di paesi limitrofi, come Airuno. Presenti anche i consiglieri airunesi Gianfranco Lavelli, Adele Gatti e Simone Tavola.
A guidare il lungo “serpentone” fino alla rotonda è stato il corpo musicale “Giulia Recli” di Brivio, che ha reso ancor più solenne il momento suonando diversi brani. A garantire invece la sicurezza per strada sono stati gli agenti di Polizia Locale.
Giunti al cippo commemorativo – situato davanti alla rotonda dei partigiani decorata con papaveri realizzati a mano dall'associazione ArteLab – dove il 26 aprile del 1945 Enrico Mandelli e Pietro Ripamonti sacrificarono la loro vita per la riconquista della libertà, come da tradizione è stato intonato l’Inno d’Italia ed è stata deposta una corona d’alloro sul monumento. Prima di essere depositata, la corona è stata benedetta da don Emilio Colombo, parroco e decano di Brivio che ha voluto lanciare un messaggio a tutti i presenti: “Ricordiamo che Dio ha solo figli e nessuno è nemico”.
Il primo cittadino calchese ha quindi dato lettura del brano che conclude con un messaggio forte e chiaro: “Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.
Infine la parola è passata al capogruppo degli Alpini della sezione di Olgiate-Calco, Paolo Bonfanti, che si è fatto portavoce del messaggio condiviso dal presidente nazionale Sebastiano Favero in occasione della Festa della Liberazione. Il messaggio conclude dicendo: “In un 25 aprile che cade in un momento terribilmente difficile per la pace in Europa, in Medio Oriente e a livello mondiale, gli alpini si appellano con maggior forza ai loro valori, stringendosi attorno ad essi, nel consueto spirito solidale e di servizio a beneficio di quanti siano in difficoltà. E a simbolica testimonianza, isseremo il Tricolore su tutte le nostre Sedi, rendendo omaggio alla nostra Patria, ribadendo che Essa sa di poter contare sempre sulle penne nere”.
I tre enti hanno patrocinato un ampio programma di eventi iniziati lo scorso 7 aprile con la posa di una pietra d’inciampo in memoria del partigiano olgiatese Ernesto Cattaneo. Parallelamente è stata inaugurata la mostra allestita dalla nipote di Cattaneo, Patrizia Consonni, intitolata “In nome del pane” e dedicata proprio al nonno mugnaio, arrestato per aver fornito della farina a dei partigiani. Il programma ha poi previsto l’evento “Arte significante, memoria significata” e la presentazione di due diversi libri a Olgiate e a Calco.
La mattina di giovedì 25 aprile, come da tradizione, i tre Comuni hanno onorato i propri caduti ai relativi monumenti in paese e in frazione. Insieme ai membri dell’amministrazione comunale erano presente anche gli alpini dei gruppi locali e alcuni cittadini. Tutti i gruppi si sono poi ritrovati come consuetudine al parcheggio delle scuole di Brivio dove, alle 11:15, è partito un lungo e partecipato corteo diretto appunto al "cippo". A prendere parte alla sfilata, anche il comandante della stazione dei Carabinieri di Brivio Vincenzo Valenza, i rappresentanti delle associazioni locali e Avis e Aido, le associazioni degli ex combattenti, la sezione briviese dei Marinai d’Italia, i rappresentanti della Protezione Civile, la dirigente scolastica Chiara Ferrario e moltissimi cittadini, non solo dei tre comuni ma che di paesi limitrofi, come Airuno. Presenti anche i consiglieri airunesi Gianfranco Lavelli, Adele Gatti e Simone Tavola.
A guidare il lungo “serpentone” fino alla rotonda è stato il corpo musicale “Giulia Recli” di Brivio, che ha reso ancor più solenne il momento suonando diversi brani. A garantire invece la sicurezza per strada sono stati gli agenti di Polizia Locale.
Giunti al cippo commemorativo – situato davanti alla rotonda dei partigiani decorata con papaveri realizzati a mano dall'associazione ArteLab – dove il 26 aprile del 1945 Enrico Mandelli e Pietro Ripamonti sacrificarono la loro vita per la riconquista della libertà, come da tradizione è stato intonato l’Inno d’Italia ed è stata deposta una corona d’alloro sul monumento. Prima di essere depositata, la corona è stata benedetta da don Emilio Colombo, parroco e decano di Brivio che ha voluto lanciare un messaggio a tutti i presenti: “Ricordiamo che Dio ha solo figli e nessuno è nemico”.
La parola è passata quindi al sindaco di Calco, Stefano Motta, che anche a nome di Brivio e Olgiate, rappresentati rispettivamente dai vicesindaci Roberta Agostoni e Matteo Fratangeli, ha detto: “Dopo non poca riflessione ho concluso che sia cosa buona e giusta accogliere la richiesta del sindaco di Bergamo indirizzata nei giorni scorsi ai colleghi: «Il 25 aprile dai palchi delle nostre città leggiamo tutti il discorso che lo scrittore saggista Antonio Scurati ha dedicato a questa ricorrenza. La Rai ha deciso di censurarlo? I cittadini lo ascolteranno dalle nostre piazze». E allora sono qui anche io a proporre questo brano, senza rinunciare però a trarre le conclusioni ultime sul significato della testimonianza storica e sulle grande responsabilità che abbiamo di fronte a noi in questo momento di difficoltà e di tensione su scala mondiale”.
Il primo cittadino calchese ha quindi dato lettura del brano che conclude con un messaggio forte e chiaro: “Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.
Infine la parola è passata al capogruppo degli Alpini della sezione di Olgiate-Calco, Paolo Bonfanti, che si è fatto portavoce del messaggio condiviso dal presidente nazionale Sebastiano Favero in occasione della Festa della Liberazione. Il messaggio conclude dicendo: “In un 25 aprile che cade in un momento terribilmente difficile per la pace in Europa, in Medio Oriente e a livello mondiale, gli alpini si appellano con maggior forza ai loro valori, stringendosi attorno ad essi, nel consueto spirito solidale e di servizio a beneficio di quanti siano in difficoltà. E a simbolica testimonianza, isseremo il Tricolore su tutte le nostre Sedi, rendendo omaggio alla nostra Patria, ribadendo che Essa sa di poter contare sempre sulle penne nere”.
E.Ma.