Merate: la festa di Liberazione nel ricordo del capitano Gino Prinetti Castelletti

E' stato un 25 aprile molto partecipato quello che si è celebrato quest'oggi a Merate.
Tante le persone che hanno preso parte prima alla Messa, poi al corteo e infine agli onori ai caduti che si sono celebrati nel centro cittadino.
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Don Riccardo

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Vuoi per la bella giornata di sole e vuoi per la campagna elettorale ormai nel vivo che ha portato tanti candidati a non mancare a questo momento celebrativo pubblico, la solenne manifestazione è stata particolarmente sentita anche per la ricorrenza degli ottant'anni dalla morte del capitano Gino Prinetti Castelletti, la cui storia famigliare è legata a villa Subaglio.

La mattina è iniziata con la santa Messa celebrata da don Riccardo Sanvito nella chiesa prepositurale di sant'Ambrogio. A commento del Vangelo il sacerdote ha ricordato la difficoltà a essere “agnelli” in mezzo ai lupi, così come profetizzato da Gesù agli apostoli, ma ha ricordato anche come la forza nell'affrontare questa prova derivi anche dalla certezza di avere accanto un pastore che è Padre ed è più forte di ogni lupo. “Il male non sopporta di trovarsi di fronte persone che scelgono il bene, la giustizia, la bellezza. In questo giorno di festa chiediamo che tutti i popoli possano vivere nella giustizia e nella Pace”.
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La sosta davanti al cancello di ingresso di villa Subaglio

Al termine della funzione religiosa, sul sagrato si è formato il corteo aperto dal gonfalone del comune di Merate e seguito subito dopo dalla banda che ha intonato brani patriottici. Diversamente dal solito il tragitto ha deviato lungo via Antonio Baslini per arrivare sino al cimitero e a all'ingresso di villa Subaglio dove è apposta una lapide a ricordo del capitano Gino Prinetti Castelletti, unica medaglia d'oro al valor militare della provincia di Lecco, caduto alla guida dei suoi uomini, che nella pregiata dimora visse con la famiglia durante l'adolescenza.
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L'omaggio ai caduti

A ricordare la sua figura e brevemente la sua storia è stata l'architetto Laura Corti che in un appassionato scritto (CLICCA QUI per il testo oppure guarda il video integrale) letto in piazza degli Eroi, dove il corteo si è portato dopo avere percorso viale Cornaggia e avere reso omaggio al Tricolore, ha colto l'occasione anche di fare menzione altri partigiani meratesi morti per la libertà del Paese: Paolo Mandelli, Ernesto Panzeri, Antonio Giuseppe Colombo.


In una piazza gremita e attenta, con persone di ogni età e bambini, la cui attenzione è stata sicuramente catturata da tante divise e dalle musiche della banda che sempre è stata il valore aggiunto della cerimonia, il sindaco Massimo Panzeri ha proposto la sua riflessione sulla Liberazione, l'ultima del suo primo mandato.

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Ricordando non solo i militari ma anche le donne e i bambini che durante le guerre soffrono e muoiono, il primo cittadino ha auspicato che tutti i giovani abbiano come obiettivo comune quello di difendere la libertà perchè “ogni gesto di dialogo contribuisce a spezzare la spirale di odio e violenza dilagante nel mondo di oggi. Rinnoviamo il nostro impegno a favore della pace nel mondo, favorendo solidarietà tra i popoli e rispetto reciproco tra le diverse tradizioni culturali e religiose, abbracciando e non coltivando le diversità. Che il 25 aprile sia una festa di ricordo ma diventi anche di futuro” e concludendo, con chiaro riferimento a quanto accaduto in questi giorni all'istituto Manzoni, ha detto “Siam pronti alla vita avrebbero voluto urlare i nostri ragazzi nelle scuole oggi...” per poi augurare a tutti una buona festa di Liberazione, “Viva Merate, viva i cittadini liberi, viva il libero pensiero”.
S.V.
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