Olgiate: la situazione a Gaza raccontata da Vento di Terra
Tante persone nella serata di venerdì 19 aprile si sono recate in sala consiliare a Olgiate Molgora per ascoltare testimonianze su Gaza. L’iniziativa è nata dalla volontà del Comune di aiutare la popolazione palestinese con una raccolta viveri. “Dopo aver provveduto a organizzare aiuti per l’Ucraina e la Romagna, volevamo sostenere anche Gaza, ma ci è stato comunicato che ciò non era possibile” ha spiegato il vicesindaco Matteo Fratangeli a inizio serata. “Ci siamo chiesti cosa si potesse fare e da lì l’idea di un evento informativo. Non siamo qui per una discussione geopolitica, ma per parlare di una crisi umanitaria in atto”.
La serata è stata organizzata da Arci, Comitato Lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli e dall’Ong milanese Vento di Terra, a cui è legata la cittadina olgiatese Anna Biffi, che ha la Palestina nel cuore. È stata proprio lei a mettere in contatto il Comune con Serena Baldini, referente dei progetti in Medio-Oriente di Vento di Terra, nonché ospite della serata insieme al rabbino pacifista Jeremy Milgrom, che si è collegato da Gerusalemme. Prima di dare inizio alla serata ha rivolto un saluto e un ringraziamento anche la consigliera Giovanna Fumagalli, delegata tra le altre cose anche al rapporto con le religioni. “È bello vedere la sala così piena” ha detto, spiegando che è importante partire dal proprio piccolo affinché tutte le religioni possano trovare accoglienza.
Il rabbino Jeremy Milgrom, collegato da Gerusalemme, che ha esordito con “Shabbat Shalom”, il tipico augurio ebraico perché sia “un sabato di pace”, si è subito detto dispiaciuto di dover parlare di un argomento tanto triste. “Se conoscete il calendario ebraico, saprete che lunedì prossimo inizia la Pasqua ebraica, momento in cui generalmente si sta in famiglia. Quest’anno sarà tutto diverso” ha detto in inglese, tradotto da Serena. “Durante il pranzo di Pasqua c’è una frase che si ripete: sfamiamo le persone che hanno fame”. Quest’anno, ha spiegato il rabbino, il pensiero non potrà che andare agli abitanti della striscia di Gaza, dove la maggior parte degli edifici sono strati distrutti e dove trovare cibo è una missione quasi impossibile. “Far arrivare cibo a Gaza è molto difficile purtroppo”.
Milgrom ha raccontato un episodio accadutogli proprio il giorno stesso. “Al supermercato ho comprato del vino, ma la cassiera non l’ha toccato e mi ha chiesto di prenderlo da me. Perché?, le ho chiesto. Mi ha risposto che era musulmana. Vedete, persone di diverse religioni si incontrano e possono vivere insieme e aiutarsi le une con le altre”. Nonostante questa verità, come ha ricordato il rabbino pacifista, la striscia di Gaza è sotto assedio da 20 anni. “Dallo scorso 7 ottobre è impossibile non seguire le notizie” ha proseguito, ricordando dell’attacco di Hamas a Israele e del conseguente attacco israeliano a Gaza, ma anche della ripercussione su West Bank, ovvero la Cisgiordania. “West Bank non è sotto assedio, ma la situazione è pesante. Sono chiusi i ponti di collegamento e gli insegnanti non riescono a muoversi bene e raggiungere le scuole. Il governo Israeliano sta impedendo ai palestinesi di essere indipendenti”.
E tra le scuole che ancora resistono presenti in Cisgiordania, a Khan al Ahmar, campo beduino situato tra Gerusalemme e Gerico, c’è anche quella che Vento di Terra ha costruito nel 2009 utilizzando pneumatici. “Si trova nella cosiddetta area C e l’abbiamo costruita in fretta e furia lavorando anche di notte per non farci scoprire. Il fatto che ci fosse una Ong di mezzo ha fatto sì che non venisse distrutta e rimanesse protetta. Al momento però non ci arrivano insegnanti” ha spiegato Serena. Vento di Terra aveva costruito anche una scuola dell’infanzia nella striscia di Gaza, ma nel 2014 è stata distrutta. “Nel 2016 l’avevamo ricostruita. Ora però possibile che non ci sia più”.
Serena ha proseguito proiettando immagini degli edifici distrutti a Gaza e spiegando, attraverso le testimonianze dei referenti locali di Vento di Terra, la situazione. “Oltre il 60% degli edifici sono strati distrutti e 1,7 milioni di persone, ovvero più della metà della popolazione di Gaza, si è ritrovata senza un posto dove stare” ha raccontato, spiegando che le persone che hanno potuto, a seguito dell’ordine di evacuazione, si sono spostate verso la costa dove hanno costruito una tenda o un riparo di fortuna in cui vivere. “Purtroppo, essendo cintata, da Gaza non si scappa”. La stessa associazione Vento di Terra attraverso i contatti locali ha aiutato a costruire alcune tende e, grazie a un ingegnere del posto, a fornire della farina. “Ora i prezzi dei cibi sono arrivati alle stelle. La farina bianca costa anche 40 euro al chilo”. I valichi di accesso a Gaza, sia a sud che a nord, sono sorvegliati dagli israeliani e per i palestinesi uscire è impossibile, ma altrettanto difficile è entrare se si intende aiutare. Serena infatti ha raccontato di file di camion carichi di cibo e altri aiuti bloccati ai check point. “Tutta la merce viene controllata, ma molte cose vengono rigettare per ‘dual use’ (doppio utilizzo ndr)”. Incubatrici, frigoriferi e altre strumentazioni destinate a medici e soccorritori vengono infatti bandite dagli israeliani al controllo perché ritengano possano essere utilizzate per costruire armi o comunque essere utilizzati per altri usi dai palestinesi.
“La situazione è questa e il sistema sanitario di Gaza è al collasso” ha concluso Serena, spiegando che al momento riescono a entrare nella striscia solo alcuni soccorritori della Croce Rossa egiziana e pochissimi palestinesi. “Questa è una negazione del diritto internazionale umanitario che, essendo un diritto, va rispettato”. La serata si è conclusa con domande da parte del pubblico, che è rimasto molto toccato dalle testimonianze. Uscendo, le persone hanno potuto offrire un contributo economico a Vento di Terra per aiutare a Gaza.
La serata è stata organizzata da Arci, Comitato Lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli e dall’Ong milanese Vento di Terra, a cui è legata la cittadina olgiatese Anna Biffi, che ha la Palestina nel cuore. È stata proprio lei a mettere in contatto il Comune con Serena Baldini, referente dei progetti in Medio-Oriente di Vento di Terra, nonché ospite della serata insieme al rabbino pacifista Jeremy Milgrom, che si è collegato da Gerusalemme. Prima di dare inizio alla serata ha rivolto un saluto e un ringraziamento anche la consigliera Giovanna Fumagalli, delegata tra le altre cose anche al rapporto con le religioni. “È bello vedere la sala così piena” ha detto, spiegando che è importante partire dal proprio piccolo affinché tutte le religioni possano trovare accoglienza.
Il rabbino Jeremy Milgrom, collegato da Gerusalemme, che ha esordito con “Shabbat Shalom”, il tipico augurio ebraico perché sia “un sabato di pace”, si è subito detto dispiaciuto di dover parlare di un argomento tanto triste. “Se conoscete il calendario ebraico, saprete che lunedì prossimo inizia la Pasqua ebraica, momento in cui generalmente si sta in famiglia. Quest’anno sarà tutto diverso” ha detto in inglese, tradotto da Serena. “Durante il pranzo di Pasqua c’è una frase che si ripete: sfamiamo le persone che hanno fame”. Quest’anno, ha spiegato il rabbino, il pensiero non potrà che andare agli abitanti della striscia di Gaza, dove la maggior parte degli edifici sono strati distrutti e dove trovare cibo è una missione quasi impossibile. “Far arrivare cibo a Gaza è molto difficile purtroppo”.
Milgrom ha raccontato un episodio accadutogli proprio il giorno stesso. “Al supermercato ho comprato del vino, ma la cassiera non l’ha toccato e mi ha chiesto di prenderlo da me. Perché?, le ho chiesto. Mi ha risposto che era musulmana. Vedete, persone di diverse religioni si incontrano e possono vivere insieme e aiutarsi le une con le altre”. Nonostante questa verità, come ha ricordato il rabbino pacifista, la striscia di Gaza è sotto assedio da 20 anni. “Dallo scorso 7 ottobre è impossibile non seguire le notizie” ha proseguito, ricordando dell’attacco di Hamas a Israele e del conseguente attacco israeliano a Gaza, ma anche della ripercussione su West Bank, ovvero la Cisgiordania. “West Bank non è sotto assedio, ma la situazione è pesante. Sono chiusi i ponti di collegamento e gli insegnanti non riescono a muoversi bene e raggiungere le scuole. Il governo Israeliano sta impedendo ai palestinesi di essere indipendenti”.
E tra le scuole che ancora resistono presenti in Cisgiordania, a Khan al Ahmar, campo beduino situato tra Gerusalemme e Gerico, c’è anche quella che Vento di Terra ha costruito nel 2009 utilizzando pneumatici. “Si trova nella cosiddetta area C e l’abbiamo costruita in fretta e furia lavorando anche di notte per non farci scoprire. Il fatto che ci fosse una Ong di mezzo ha fatto sì che non venisse distrutta e rimanesse protetta. Al momento però non ci arrivano insegnanti” ha spiegato Serena. Vento di Terra aveva costruito anche una scuola dell’infanzia nella striscia di Gaza, ma nel 2014 è stata distrutta. “Nel 2016 l’avevamo ricostruita. Ora però possibile che non ci sia più”.
Serena ha proseguito proiettando immagini degli edifici distrutti a Gaza e spiegando, attraverso le testimonianze dei referenti locali di Vento di Terra, la situazione. “Oltre il 60% degli edifici sono strati distrutti e 1,7 milioni di persone, ovvero più della metà della popolazione di Gaza, si è ritrovata senza un posto dove stare” ha raccontato, spiegando che le persone che hanno potuto, a seguito dell’ordine di evacuazione, si sono spostate verso la costa dove hanno costruito una tenda o un riparo di fortuna in cui vivere. “Purtroppo, essendo cintata, da Gaza non si scappa”. La stessa associazione Vento di Terra attraverso i contatti locali ha aiutato a costruire alcune tende e, grazie a un ingegnere del posto, a fornire della farina. “Ora i prezzi dei cibi sono arrivati alle stelle. La farina bianca costa anche 40 euro al chilo”. I valichi di accesso a Gaza, sia a sud che a nord, sono sorvegliati dagli israeliani e per i palestinesi uscire è impossibile, ma altrettanto difficile è entrare se si intende aiutare. Serena infatti ha raccontato di file di camion carichi di cibo e altri aiuti bloccati ai check point. “Tutta la merce viene controllata, ma molte cose vengono rigettare per ‘dual use’ (doppio utilizzo ndr)”. Incubatrici, frigoriferi e altre strumentazioni destinate a medici e soccorritori vengono infatti bandite dagli israeliani al controllo perché ritengano possano essere utilizzate per costruire armi o comunque essere utilizzati per altri usi dai palestinesi.
“La situazione è questa e il sistema sanitario di Gaza è al collasso” ha concluso Serena, spiegando che al momento riescono a entrare nella striscia solo alcuni soccorritori della Croce Rossa egiziana e pochissimi palestinesi. “Questa è una negazione del diritto internazionale umanitario che, essendo un diritto, va rispettato”. La serata si è conclusa con domande da parte del pubblico, che è rimasto molto toccato dalle testimonianze. Uscendo, le persone hanno potuto offrire un contributo economico a Vento di Terra per aiutare a Gaza.
E.Ma.