Church pocket/8. IL MONOTEISMO ABRAMITICO – La cattività babilonese
L’Esilio Babilonese si può considerare la seconda tappa fondamentale del monoteismo abramitico del popolo di Israele. È definito come la deportazione a opera dei Babilonesi di alcune migliaia di nobili e maestranze del popolo ebraico verso i dintorni della capitale, avvenuta tra il 597 - 538 a.C. per mano del Re Nabucodonosor. Oltre ai testi biblici, come il secondo libro dei Re e i profeti Geremia e Isaia, abbiamo ana fonte extra-biblica: il cilindro di Ciro, il re che liberò il popolo dall’esilio. Tale cilindro contiene un decreto che permette il rientro in Palestina dei popoli semini e in alcuni testi babilonesi è possibile riscontrare alcuni nomi ebraici, a testimonianza del loro passaggio in quella terra. Con l’esilio gli ebrei assistono teologicamente a due fatti: la perdita della terra promessa ad Abramo da Dio e la distruzione del Tempio di Gerusalemme, unico centro di culto – almeno ufficialmente – del Dio Unico. La teologia giudea, che rinveniamo soprattutto nei profeti, riconduce tale evento a una punizione divina per l’apostasia: apostata è colui che rifiuta o sceglie un’altra religione. L’apostasia, almeno la prima, si verificò con il re Salomone. Nel libro dei re leggiamo:
Il re Salomone permise a donne non ebree di praticare il culto della loro divinità, Astarte, facendo costruire un altare a lei dedicato a Gerusalemme. L’autore biblico ribadisce tale episodio, a prova del fatto che tale decisione generò molto scandalo al tempo. Infatti:
«l re profanò gli alti luoghi che erano di fronte a Gerusalemme, a destra del monte della perdizione, e che Salomone re d'Israele aveva eretti in onore di Astarte, l'abominevole divinità dei Sidoni, di Chemos, l'abominevole divinità di Moab, e di Milcom, l'abominevole divinità degli Ammoniti.»2
In pratica: con il senno di poi gli ebrei cercano di dare una spiegazione all’esilio, per evitare di ammettere una sconfitta di Dio, quel Dio che aveva fatto grandi cose contro gli egiziani ma che non era riuscito a evitare l’esilio di Nabucodonosor. È in questo periodo che nasce un monoteismo rigido. Nel libro del profeta Isaia, infatti, trovano la citazione di una parte del Decalogo (alias i dieci comandamenti). Si potrebbe pensare che tale repetitio non sia solo una mera ripetizione ma è proprio una “rinnovazione” ma leggiamo prima il testo:
«Io sono il Signore e non v'è alcun altro; fuori di me non c'è dio; ti renderò spedito nell'agire, anche se tu non mi conosci, perché sappiano dall'oriente fino all'occidente che non esiste dio fuori di me. Io sono il Signore e non v'è alcun altro. Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto questo»3
Isaia “rende nuovo” o “rinnova” o meglio ancora “dà di nuovo vita” al patto mosaico4, alle parole date a Dio a Mosè sul Sacro Monte. Ammonisce gli israeliti e ridà vita all’antico patto. Dopo l’esilio il monoteismo sarà ancor più rigido di quello mosaico. In questo periodo di esilio nasce il culto sinagogale, una liturgia che porta al centro il testo sacro, vista l’assenza dell’Arca dell’Alleanza, perduta dopo la distrutta del Tempio. Dopo il ritorno da Babilonia troviamo elementi del culto sinagogale anche nel culto del Tempio. Nella sinagoga esilica e post-esilica possiamo trovare: l’armadio - o arca – sacro, posto sulla parete rivolta verso Gerusalemme, al cui interno è custodito il rotolo della Torah, ossia il rotolo manoscritto del Pentateuco, dei primi cinque libri della Bibbia, che si legge al centro della sinagoga su un leggio che ricorda un pulpito o un ambone.
1 2Re 21,7
2 2Re 23, 13
3 Is 45, 5-7
4 Mosaico, riferito a Mosè
Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023. Ad oggi sono istruttore amministrativo presso i Servizi Demografici -Ufficio Elettorale – del Comune di Merate, frequento il primo anno della Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi “G. Marconi”.
Rubrica a cura di Pietro Santoro