Riserva Lago, Robbiani: "Tamandi dica la verità. La Legge ha imposto le chiusure. Risponda invece a qualche domanda"
Gentile Direttore,
le scrivo in relazione al suo ultimo editoriale, nel quale si attribuisce all’attuale assessore all’ambiente Fabio Tamandi, una strategia elettorale tesa a scaricare sul sottoscritto, la responsabilità delle restrizioni attualmente in vigore nella zona della riserva di Sartirana, con l’evidente intento di gettare discredito sulla mia reputazione, anziché promuovere una comprensione accurata della situazione come in realtà, chi riveste un ruolo istituzionale dovrebbe fare.
Le confesso che anche a me sono arrivate notizie in tal senso, ma cercherò di prendere il lato positivo della vicenda per fare chiarezza, una volta per tutte, sul tema della fruizione delle aree naturali di pertinenza della Riserva del Lago di Sartirana, nella speranza di dissipare dubbi e fraintendimenti.
In primo luogo, è importante ricordare che la Riserva di Sartirana è stata istituita nel lontano 1984 e successivamente riconosciuta come Sito di Interesse Comunitario (SIC) nel 2003, rientrando quindi nel piano europeo di conservazione della biodiversità, noto come Rete Natura 2000. Questa rete, basata sulla Direttiva "Habitat" 92/43/CEE, mira a proteggere, a livello europeo, gli habitat naturali e le specie rare o minacciate di estinzione. La Regione Lombardia, stabilisce di conseguenza le regole di gestione e fruizione degli habitat protetti, mentre agli enti gestori, spetta l'obbligo di farle rispettare.
Come per tutti i SIC, anche per Sartirana è stato redatto un piano di gestione davvero articolato e dettagliato, adottato dal consiglio comunale nel 2022 e successivamente approvato dalla Regione nel 2023 (allego il link della delibera regionale BURL n.14 - Sezione ordinaria del 06.04.2023). Da quel momento, il piano diventa vincolante, limitando notevolmente le possibilità di interpretazione o modifica.
È importante quindi sottolineare che le restrizioni imposte non derivano da interpretazioni soggettive, dell’assessore di turno, ma sono il risultato di un iter regolamentato e vincolante. Iter peraltro pubblico, a cui possono partecipare attivamente, semplici cittadini, associazioni ambientaliste e legittimi portatori di interesse.
In questo senso, ritenere che io sia responsabile delle attuali limitazioni, senza considerare il contesto normativo e procedurale, più che altro lede l'intelligenza stessa di chi si permette di esprimere pubblicamente tali affermazioni.
Francamente voglio credere e sperare che l'assessore Tamandi, non stia effettivamente strumentalizzando la situazione per fini meramente elettoralistici. Tuttavia, il fatto che lei non abbia ancora ricevuto nessuna richiesta di smentita, non depone a favore della buona fede dell’assessore, al quale mi voglio comunque rivolgere, affinchè possa fornire delle dettagliate e circostanziate risposte alle seguenti domande:
Durante il suo mandato come assessore con delega all'ambiente, se realmente ritiene le norme di gestione della Riserva di Sartirana così vincolanti e penalizzanti, perché non ha intrapreso azioni per modificare il piano di gestione o addirittura operando per chiedere all'ente regionale di escludere l'area del lago dalla Rete Natura 2000?
Per quale motivo ha rinunciato alla presidenza del Consiglio di Gestione della Riserva, ruolo che tradizionalmente spetta agli assessori all'ambiente, lasciandola nelle mani del Sindaco?
Per quale motivo il sistema di pozzi pianificato e progettato durante il mio mandato di assessore non è ancora funzionante?
Per quali motivo non sono ancora stati effettuati i lavori di dragaggio del bacino idrico di San Rocco?.
Come si dice in questi casi, domandare è lecito, rispondere (ai cittadini), è un dovere istituzionale.
Cordiali saluti
le scrivo in relazione al suo ultimo editoriale, nel quale si attribuisce all’attuale assessore all’ambiente Fabio Tamandi, una strategia elettorale tesa a scaricare sul sottoscritto, la responsabilità delle restrizioni attualmente in vigore nella zona della riserva di Sartirana, con l’evidente intento di gettare discredito sulla mia reputazione, anziché promuovere una comprensione accurata della situazione come in realtà, chi riveste un ruolo istituzionale dovrebbe fare.
Le confesso che anche a me sono arrivate notizie in tal senso, ma cercherò di prendere il lato positivo della vicenda per fare chiarezza, una volta per tutte, sul tema della fruizione delle aree naturali di pertinenza della Riserva del Lago di Sartirana, nella speranza di dissipare dubbi e fraintendimenti.
In primo luogo, è importante ricordare che la Riserva di Sartirana è stata istituita nel lontano 1984 e successivamente riconosciuta come Sito di Interesse Comunitario (SIC) nel 2003, rientrando quindi nel piano europeo di conservazione della biodiversità, noto come Rete Natura 2000. Questa rete, basata sulla Direttiva "Habitat" 92/43/CEE, mira a proteggere, a livello europeo, gli habitat naturali e le specie rare o minacciate di estinzione. La Regione Lombardia, stabilisce di conseguenza le regole di gestione e fruizione degli habitat protetti, mentre agli enti gestori, spetta l'obbligo di farle rispettare.
Come per tutti i SIC, anche per Sartirana è stato redatto un piano di gestione davvero articolato e dettagliato, adottato dal consiglio comunale nel 2022 e successivamente approvato dalla Regione nel 2023 (allego il link della delibera regionale BURL n.14 - Sezione ordinaria del 06.04.2023). Da quel momento, il piano diventa vincolante, limitando notevolmente le possibilità di interpretazione o modifica.
È importante quindi sottolineare che le restrizioni imposte non derivano da interpretazioni soggettive, dell’assessore di turno, ma sono il risultato di un iter regolamentato e vincolante. Iter peraltro pubblico, a cui possono partecipare attivamente, semplici cittadini, associazioni ambientaliste e legittimi portatori di interesse.
In questo senso, ritenere che io sia responsabile delle attuali limitazioni, senza considerare il contesto normativo e procedurale, più che altro lede l'intelligenza stessa di chi si permette di esprimere pubblicamente tali affermazioni.
Francamente voglio credere e sperare che l'assessore Tamandi, non stia effettivamente strumentalizzando la situazione per fini meramente elettoralistici. Tuttavia, il fatto che lei non abbia ancora ricevuto nessuna richiesta di smentita, non depone a favore della buona fede dell’assessore, al quale mi voglio comunque rivolgere, affinchè possa fornire delle dettagliate e circostanziate risposte alle seguenti domande:
Durante il suo mandato come assessore con delega all'ambiente, se realmente ritiene le norme di gestione della Riserva di Sartirana così vincolanti e penalizzanti, perché non ha intrapreso azioni per modificare il piano di gestione o addirittura operando per chiedere all'ente regionale di escludere l'area del lago dalla Rete Natura 2000?
Per quale motivo ha rinunciato alla presidenza del Consiglio di Gestione della Riserva, ruolo che tradizionalmente spetta agli assessori all'ambiente, lasciandola nelle mani del Sindaco?
Per quale motivo il sistema di pozzi pianificato e progettato durante il mio mandato di assessore non è ancora funzionante?
Per quali motivo non sono ancora stati effettuati i lavori di dragaggio del bacino idrico di San Rocco?.
Come si dice in questi casi, domandare è lecito, rispondere (ai cittadini), è un dovere istituzionale.
Cordiali saluti
Andrea Robbiani