Merate: l’ultima avventura di Pierpaolo Arlati. 29 giorni traThailandia, Malesia e Singapore in totale "fai da te"

29 giorni tra Thailandia, Malesia, Singapore.

In spalla uno zaino da montagna, due cambi di vestiti, un paio di sandali e scarpe e di certo solo i biglietto di andata e ritorno.

Poi tutto il resto, a dispetto dei timori delle ultime ore prima della partenza e delle preoccupazioni dovute a età e lingua, è arrivato da solo. E senza alcun problema. Tanto che il prossimo viaggio sarà ancora più audace: la Cina.
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Pierpaolo Arlati, 84 anni il prossimo 29 giugno, ha viaggiato per tutto il mondo, ma una esperienza così lontana e lunga, in un paese a migliaia di chilometri di distanza, non l’aveva ancora fatta. E ne è rimasto entusiasta.

“E’ stato un viaggio esplorativo, sono spinto da una grande curiosità e dalla voglia di conoscere altre culture e altre parti del mondo” ha raccontato “la passione mi ha portato fino in quelle terre. Il giorno prima di partire mi chiedevo se ero matto, mi ponevo mille dubbi e mi immaginavo gli scenari negativi che sarebbero potuti accadere. Invece è stato meraviglioso”.
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Bambini che giocano con gli elefanti

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Buddha

E i colpi di fortuna non sono mancati.

Il primo è stato quando l’albergo del PIME (pontificio istituto missioni estere) non ha dato la disponibilità all’alloggio e Arlati ha dovuto ripiegare su una sistemazione sconosciuta. Qui, neanche a dirlo, ha trovato una addetta alla reception che si è rivelata una vera tour operator direttamente sul posto, che l’ha preso in simpatia e gli praticamente organizzato visite, spostamenti, giri delle città, per puro spirito di accoglienza. 12 giorni che Pierpaolo non dimenticherà di certo. 
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Batu Caves

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Hotel by the bay

“Ho scoperto che lì sono tutti così come la signora Wuan: disponibili, gentili, si fanno in quattro per aiutarti senza chiederti nulla per il piacere di far conoscere il loro paese, di far star bene il turista. Se hai bisogno fermi il primo che passa per strada, gli fai vedere dove vuoi andare e lui ti accompagna. Per loro è normale”. 

Quello che poteva essere lo scoglio principale, la lingua, in realtà è stato presto superato. E il grazie alla tecnologia. “So qualche parola di inglese, poi con i gesti ci si riesce ancora a spiegarsi ma chiaramente il traduttore sul cellulare ha azzerato qualsiasi problema. Tutti ne sono dotati e quindi basta parlare, l’applicazione traduce e si riceve risposta chiara e inequivocabile”.
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Garden by the bay

A Singapore informazioni per sistemarsi in un hotel le ha trovate da un addetto all’aeroporto. Per Chinatown  è uno sconosciuto che passeggia per strada con una carrozzina che Arlati interpella. Colpo di fortuna, normalità o caso resta il fatto che si ritrova al Royal Hotel a condividere una camera con due letti a castello, dove già alloggiavano un’americana dell’Arizona e un francese. E con loro trascorre i giorni successivi a visitare la città. 
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Il mercato sul fiume

Taxi, autobus, tuk-tuk ( i veicoli a tre ruote simili all’Ape Piaggio italiana) e un giro in moto serale al mercato di Bangkok con 15mila espositori, sono stati i principali mezzi di trasporto che gli hanno consentito di percorrere migliaia di chilometri.

“Non mi sono mai sentito né in pericolo né in difficoltà. Ho mangiato di tutto e nonostante la stagione calda non ho visto una zanzara. Ho imparato a prendere la metropolitana e a orizzontarmi e lo ammetto sarei stato la ancora”. 
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Kuala Lumpur - The twin towers

In 29 giorni tra aerei (andata e ritorno e uno interno), trasporti, cibo, visite, giri in barca, alberghi, ostelli, Pierpaolo, anima della banda di Merate, ha speso 5400 euro.
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A Puket

“E’ stato il mio terzo viaggio più emozionante dopo l’India e la Russia. Un paese stupendo e le persone meravigliose. Sono in contatto con tanti di coloro che ho incontrato. Ora mi aspettano ad Hong Kong a novembre”.

E i preparativi sono già in corso.
S.V.
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