Church pocket/7. Il monoteismo abramitico - La liberazione mosaica
La nascita del monoteismo abramitico ha i suoi germi nell’insediamento di Abramo nella terra di Canaan. Con il tempo diventa la religione dei padri, degli ascendenti. Anche Dio assume il nome dei padri: il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. È questo il primo nome che Dio dice di avere nella grande rivelazione che ne fa a Mosè.
Ma andiamo con ordine. Tutti conosciamo la storia di Mosè: quelli di qualche generazione fa avranno visto il grande colossal “I dieci comandamenti” e quelli della mia generazione avranno visto il film “Il principe d’Egitto”.
Ricordo perfettamente che ne “Il principe d’Egitto” c’è la scena del roveto ardente, quella tratta da Esodo, al cap. 3. Dio invita Mosè a togliersi i sandali, perché la terra su cui poggia i piedi è un luogo santo. Mosè, come chiunque di noi avrebbe fatto, chiede all’interlocutore chi sia. Lui risponde: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Subito dopo Dio gli chiede di andare dal Faraone e pretendere la libertà del suo popolo. Mosè non è convinto. Non vorrebbe. Era riuscito ad uscire dal quel sistema, viveva nel deserto, con la tribù di Ietro, tutto sommato aveva una vita tranquilla. Dio insiste, pare non demordere e Mosè torna sulla storia del nome dicendo: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».
Il brano di Esodo 3 è di una importanza disarmante. Dio, per la prima volta nella Bibbia, rivela il suo nome e quindi entra in una relazione con Mosè. In questa misteriosa denominazione si è radicata l’analisi di grandi teologi di tutti i tempi. Il verbo “essere” riconduce a Dio come l’Esistente, la Vita, colui che è Vita perché ha creato vita. Lo stesso Dio, come dirà l’Apocalisse, è «Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente» (Apocalisse 1,8).
Quindi, senza citare tutte le disquisizioni sul tema dei grandi teologi ebrei e cristiani, affermiamo che Dio a Mosè dà la sua definizione come di pura essenza. Il racconto di Esodo 3 è solo la prima parte del grande mito della liberazione del popolo di Israele, che potrebbe essere la base del monoteismo ebraico ma che sicuramente è il fondamento della religione ebraica, l’evento fondatore da cui tutto nasce definitivamente. Prima di questo evento, El, Dio, era la divinità di alcune tribù, di un gruppo semita. La figura di Mosè renderà questo sparuto gruppo di tribù un popolo semita.
Ma andiamo con ordine. Tutti conosciamo la storia di Mosè: quelli di qualche generazione fa avranno visto il grande colossal “I dieci comandamenti” e quelli della mia generazione avranno visto il film “Il principe d’Egitto”.
Ricordo perfettamente che ne “Il principe d’Egitto” c’è la scena del roveto ardente, quella tratta da Esodo, al cap. 3. Dio invita Mosè a togliersi i sandali, perché la terra su cui poggia i piedi è un luogo santo. Mosè, come chiunque di noi avrebbe fatto, chiede all’interlocutore chi sia. Lui risponde: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Subito dopo Dio gli chiede di andare dal Faraone e pretendere la libertà del suo popolo. Mosè non è convinto. Non vorrebbe. Era riuscito ad uscire dal quel sistema, viveva nel deserto, con la tribù di Ietro, tutto sommato aveva una vita tranquilla. Dio insiste, pare non demordere e Mosè torna sulla storia del nome dicendo: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».
Il brano di Esodo 3 è di una importanza disarmante. Dio, per la prima volta nella Bibbia, rivela il suo nome e quindi entra in una relazione con Mosè. In questa misteriosa denominazione si è radicata l’analisi di grandi teologi di tutti i tempi. Il verbo “essere” riconduce a Dio come l’Esistente, la Vita, colui che è Vita perché ha creato vita. Lo stesso Dio, come dirà l’Apocalisse, è «Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente» (Apocalisse 1,8).
Quindi, senza citare tutte le disquisizioni sul tema dei grandi teologi ebrei e cristiani, affermiamo che Dio a Mosè dà la sua definizione come di pura essenza. Il racconto di Esodo 3 è solo la prima parte del grande mito della liberazione del popolo di Israele, che potrebbe essere la base del monoteismo ebraico ma che sicuramente è il fondamento della religione ebraica, l’evento fondatore da cui tutto nasce definitivamente. Prima di questo evento, El, Dio, era la divinità di alcune tribù, di un gruppo semita. La figura di Mosè renderà questo sparuto gruppo di tribù un popolo semita.
Pietro Santoro, nato a Caserta il 29 dicembre 1990. Primo di tre figli, ho vissuto la mia infanzia e adolescenza alle pendici del Monte Tifata, tra San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere e Capua, dove ho frequentato il Liceo Scientifico “L. Garofano”. Nel 2009 mi sono iscritto presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, la sez. San Luigi, conseguendo nel 2014 il Baccellerato in Sacra Teologia, con la valutazione di magna cum laude. Negli stessi anni ho frequentato il Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, il Seminario Maggiore per le arcidiocesi e diocesi della Campania e del meridione d'Italia che ne hanno affidato la direzione alla Compagnia di Gesù (Gesuiti). È il luogo che la Chiesa Cattolica istituisce per la formazione del futuro clero diocesano. Ho frequentato la Pontifica Università della Santa Croce in Roma per la Licenza in Diritto Canonico. Vivo in Lombardia dal 4 novembre 2015 e a Osnago dal 2019. Ho insegnato Religione Cattolica dal 2015 al 2023 presso alcune scuole del meratese ma soprattutto presso la Scuola Primaria “G. Rodari” di Cernusco Lombardone, di cui sono stato Responsabile di Plesso dal 2018 al 2023. Ad oggi sono istruttore amministrativo presso i Servizi Demografici -Ufficio Elettorale – del Comune di Merate, frequento il primo anno della Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi “G. Marconi”.
Rubrica a cura di Pietro Santoro