Merate, elezioni: due “casi” difficili, Procopio e Tamandi
Giuseppe Procopio e Fabio Tamandi, sia pure con pesi diversi, sono due “pezzi” pregiati al mercato elettorale. E entrambi ancora non hanno sciolto le riserve. O meglio, il primo ha fatto sapere che comunque non si ricandiderà con Massimo Panzeri e il secondo che non entrerà in lista con Dario Perego.La posizione più delicata è quella dell’avvocato Procopio, esponente di Noi Moderati, la piccola formazione di centrodestra fondata da Maurizio Lupi, e segretario generale della Fondazione Costruiamo il Futuro, anch’essa ideata e condotta dal parlamentare del nostro collegio. L’inserimento del logo Noi moderati assieme a quello di Forza Italia per le Europee genera un forte imbarazzo nello scacchiere locale in quanto Forza Italia ha concesso il logo a Massimo Panzeri, nonostante nulla abbia ottenuto in cambio il giovane ambizioso ma poco esperto Roberto Gagliardi. Per Procopio, dunque, entrare in lista con Perego è complicato, anche se pienamente ricompreso nel programma dell’ex sindaco di Merate.Meno complessa la scelta di Fabio Tamandi. Lui stesso ha comunicato che per ragioni famigliari e professionali forse non si presenterà ma, qualora decidesse di farlo sarà con Massimo Panzeri. Pare tuttavia di capire che non sia una scelta “con”, ma una scelta “contro”. Tradotto l’impossibilità di aderire alla lista Perego è dovuta esclusivamente alla presenza in detta lista “Noi Merate” di Andrea Robbiani. I trascorsi tra i due sono burrascosi soprattutto per quanto riguarda il Piano di gestione della riserva del lago di Sartirana. Secondo Tamandi, Robbiani ha agito in modo molto rigido, secondo Robbiani i margini decisionali sono strettissimi in quanto la Legge sulle riserve naturali e i siti di interesse comunitario parla chiaro. E se per anni è stato possibile eluderle per mancanza di controlli l’arrivo del Movimento 5 Stelle ha imposto l’applicazione rigida delle norme di salvaguardia.
Lo stesso Tamandi ne sa qualcosa, per le verità, in tre anni non è riuscito a intervenire sul minuscolo stagno di San Rocco proprio per le diffide ricevute dalla Regione, “sollecitate” si dice, proprio da esponenti locali pentastellati.
Lo stesso Tamandi ne sa qualcosa, per le verità, in tre anni non è riuscito a intervenire sul minuscolo stagno di San Rocco proprio per le diffide ricevute dalla Regione, “sollecitate” si dice, proprio da esponenti locali pentastellati.