Merate, villa Baslini: tutto respinto, si può intervenire sull’edificio, non sul parco
Per concludere il racconto delle sei ore di Consiglio comunale di Merate, ecco il dibattito sul cosiddetto “Piano Baslini”. La villa è sita in fregio a via Sant’Ambrogio, di fronte al sagrato della chiesa prepositurale. Vi abitarono i Baslini della cui famiglia fecero parte l’avvocato Antonio, parlamentare e il dottor Carlo medico oculista a lungo sindaco di Merate.
A entrambi è stata dedicata una strada della città: a Antonio l’antica via che dalla chiesa conduce al cimitero, a Carlo la centralissima tra le piazze Prinetti e degli Eroi. La proprietà “Leader Srl” non ha presentato un progetto vero e proprio, ha chiesto di poter ristrutturare l’edificio e realizzare immobili per 1.200 metri quadrati all’interno del parco. L’ipotesi è di trasformare il comparto in una struttura ricettiva con ristorante e albergo. Le osservazioni relative al piano sono la 8, la 49, la 50 e incidentalmente la 54.
In avvio di dibattito il capogruppo di maggioranza Alessandro Vanotti ha dato lettura di un lungo emendamento, al termine del quale da Andrea Robbiani a Aldo castelli passando per Giuseppe Procopio e Roberto Perego si sono domandati in concreto che cosa abbia detto il leghista. Perché francamente – ma lo si era già notato al tempo della mozione sul divieto di usare parole straniere – i testi di Vanotti sembrano scritti, a tratti in aramaico antico, a tratti in sumero e, qua e là con frasi comprensibili. Fuor di battuta non è stato chiaro il perché di un emendamento omnicomprensivo quando sarebbe stato più semplice approvare o respingere le quattro osservazioni.
Il punto centrale, in realtà, è che le osservazioni contrarie al progetto erano state bocciate dal tecnico estensore del PGT mentre poi l’autorità politica le ha approvate (in contrario del “caso” Procopio-Perego). Perché questo cambio di fronte? Lo ha stigmatizzato con durezza il consigliere di minoranza Roberto Perego: “Sono contento – ha detto – che dopo 15 giorni Lei, signor sindaco, mi dà ragione”. “Avete cambiato idea più volte in queste settimane creando un pasticcio inenarrabile”. A fronte della prima richiesta di edificare 1.200 metri quadrati, la Soprintendenza si era espressa in maniera definita un po’ “ambigua” parlando genericamente di una “sensibile riduzione delle volumetrie”. Ma che cosa si intende per sensibile? Così nei diversi passaggi istituzionali si era scesi prima a 950 mq. e poi a 600 mq., la metà di quanto richiesto. Adesso si è scesi a zero. “Esattamente quello che abbiamo sostenuto sin dall’inizio”, ha scandito Perego. “E’ vero – ha risposto pacificamente Panzeri – è maturata una valutazione diversa di questo intervento, la consideri pure una sua vittoria, abbiamo cambiato idea, caratteristica, si dice, delle persone intelligenti”
Così, l’osservazione nr. 8, Gruppo di minoranza “Cambia Merate con Aldo Castelli” di rimuovere la previsione denominata PA1 da ogni documento del PGT, affinché non sia consentita nessuna edificazione nel comparto, inizialmente respinta è stata invece accolta. Così come l’osservazione nr. 49 a firma avvocato Andrea Valli secondo cui le scelte prese risultano incoerenti rispetto alla tutela conservativa a cui invece l’area dovrebbe essere sottoposta, dall’iniziale respingimento è risultata accolta. Al contrario l’osservazione nr. 50 della società “Leader Srl” tesa a chiarire le migliorie che il comparto di proprietà villa Baslini otterrebbe dalla realizzazione del piano, inizialmente accolta in modo parziale è stata respinta.
Il dibattito in Aula è stato serrato. Vanotti ha difeso l’operato della Soprintendenza mentre il sindaco ha parlato di una risposta quanto meno confusa. Perego ha incalzato la maggioranza arrivando a sostenere che “… non siete in grado di fare urbanistica” e “…che non siete adeguati al ruolo”. Accuse respinte da Panzeri che però poi ha dovuto vedersela con Robbiani il quale ha criticato aspramente l’emendamento Vanotti in base al quale oggi si dice non si fa nulla ma lascia aperta la possibilità di una riproposizione dell’intervento nella successiva consigliatura. Dobbiamo prendere una posizione netta, ha detto l’ex sindaco. Se nel parco, tutelato peraltro, non si deve costruire lo si dice qui e ora chiaramente. Anche Perego si è associato: “Robbiani ha ragione (e detto da lui deve essere stato uno sforzo dato che i due si sono scontrati più volte ndr) si deve decidere ora e non rinviare alla prossima Amministrazione. L’emendamento di Vanotti rinvia ma lascia aperta la porta a una successiva modifica”.
Sul punto è intervenuto anche Procopio in veste di ex assessore all’Urbanistica. Si è detto d’accordo con i colleghi di Aula sul fermare tutto in assenza di un progetto concreto. E del resto – ha aggiunto – il balletto dei metri quadrati da costruire è astratto perché ogni investimento ha un break even, un punto di pareggio, sotto il quale l’investimento non è più economicamente sostenibile. Inutile quindi dire 950, 600 o 300 mq. Spetterà al titolare dell’immobile rivalutare il progetto.
L’emendamento Vanotti è stato votato dalla maggioranza e dal Gruppo Misto, astenuti i consiglieri di Cambia Merate. La successiva votazione sulle osservazioni ha avuto l’esito detto con l’emendamento allegato.
Dunque stop al piano. Restano i dubbi di Vanotti, di Procopio e anche di Panzeri, sul futuro dell’edificio storico. Senza qualche intervento – sulla villa possibile anche da subito – il rischio è di trovarsi tra 15-20 anni con un rudere, come il vecchio oratorio che a furia di dinieghi da parte della soprintendenza è quasi del tutto crollato. Un accenno al parco che, visto anche dal drone, si presenta come un vasto prato incolto attorniato da alberi di alto fusto e cespugli.
Qualcosa si dovrà pensare per uno degli stabili più ricchi di storia della città.
Dopo una discussione sul punto 2 dell'osservazione 54 e sulla opportunità o meno di inserire tra le destinazioni non ammissibili per le zone T6 e T7 anche la voce "all'ingresso" oltre a quelle già presenti "media e grande distribuzione", il tutto finalizzato a tutelare il territorio e ad evitare inserimenti commerciali di impatto in città, il consiglio è stato chiamato a votare la variante nel suo complesso.
Il gruppo Cambia Merate, per voce di Aldo Castelli, ha apprezzato le tante luci del piano tra cui la rilevazione degli edifici e gradi di intervento nonchè la semplificazione documentale ma ha ribadito quanto già emerso in commissione. E cioè che l'accoglimento dell'osservazione 9 a Sartirana, con la concessione di una edificazione in zona di pregio, e la predisposizione a un intervento su villa Baslini, ora azzerato ma inizialmente sostenuto con ardore a fronte di una proposta di importante volumetria, non consentono di votare a favore. Per questo c'è stata l'astensione.
Per quanto riguarda il "Gruppo Misto" Giuseppe Procopio si è detto soddisfatto per la chiarezza e la semplicità raggiunte nella documentazione prodotta così per la sostenibilità e il non consumo di suolo, voci sulle quali il lavoro è stato importante.
"Abbiamo cercato di evitare coinvolgimenti politici. L'obiettivo è stato fare un percorso comune e condiviso. Villa Baslini era la possibilità sul tavolo al momento di rigenerare una struttura difficilmente affrontabile economicamente dal privato singolo, ci sarà un'altra opportunità. L'augurio è che si riesca. L'obiettivo è stato fare il bene della città in ogni singola scelta. Consegniamo alla città uno strumento positivo. Voto favorevole".
Con il voto della maggioranza, la variante è passata qualche minuto dopo l'una di notte.
A entrambi è stata dedicata una strada della città: a Antonio l’antica via che dalla chiesa conduce al cimitero, a Carlo la centralissima tra le piazze Prinetti e degli Eroi. La proprietà “Leader Srl” non ha presentato un progetto vero e proprio, ha chiesto di poter ristrutturare l’edificio e realizzare immobili per 1.200 metri quadrati all’interno del parco. L’ipotesi è di trasformare il comparto in una struttura ricettiva con ristorante e albergo. Le osservazioni relative al piano sono la 8, la 49, la 50 e incidentalmente la 54.
In avvio di dibattito il capogruppo di maggioranza Alessandro Vanotti ha dato lettura di un lungo emendamento, al termine del quale da Andrea Robbiani a Aldo castelli passando per Giuseppe Procopio e Roberto Perego si sono domandati in concreto che cosa abbia detto il leghista. Perché francamente – ma lo si era già notato al tempo della mozione sul divieto di usare parole straniere – i testi di Vanotti sembrano scritti, a tratti in aramaico antico, a tratti in sumero e, qua e là con frasi comprensibili. Fuor di battuta non è stato chiaro il perché di un emendamento omnicomprensivo quando sarebbe stato più semplice approvare o respingere le quattro osservazioni.
Il punto centrale, in realtà, è che le osservazioni contrarie al progetto erano state bocciate dal tecnico estensore del PGT mentre poi l’autorità politica le ha approvate (in contrario del “caso” Procopio-Perego). Perché questo cambio di fronte? Lo ha stigmatizzato con durezza il consigliere di minoranza Roberto Perego: “Sono contento – ha detto – che dopo 15 giorni Lei, signor sindaco, mi dà ragione”. “Avete cambiato idea più volte in queste settimane creando un pasticcio inenarrabile”. A fronte della prima richiesta di edificare 1.200 metri quadrati, la Soprintendenza si era espressa in maniera definita un po’ “ambigua” parlando genericamente di una “sensibile riduzione delle volumetrie”. Ma che cosa si intende per sensibile? Così nei diversi passaggi istituzionali si era scesi prima a 950 mq. e poi a 600 mq., la metà di quanto richiesto. Adesso si è scesi a zero. “Esattamente quello che abbiamo sostenuto sin dall’inizio”, ha scandito Perego. “E’ vero – ha risposto pacificamente Panzeri – è maturata una valutazione diversa di questo intervento, la consideri pure una sua vittoria, abbiamo cambiato idea, caratteristica, si dice, delle persone intelligenti”
Così, l’osservazione nr. 8, Gruppo di minoranza “Cambia Merate con Aldo Castelli” di rimuovere la previsione denominata PA1 da ogni documento del PGT, affinché non sia consentita nessuna edificazione nel comparto, inizialmente respinta è stata invece accolta. Così come l’osservazione nr. 49 a firma avvocato Andrea Valli secondo cui le scelte prese risultano incoerenti rispetto alla tutela conservativa a cui invece l’area dovrebbe essere sottoposta, dall’iniziale respingimento è risultata accolta. Al contrario l’osservazione nr. 50 della società “Leader Srl” tesa a chiarire le migliorie che il comparto di proprietà villa Baslini otterrebbe dalla realizzazione del piano, inizialmente accolta in modo parziale è stata respinta.
Il dibattito in Aula è stato serrato. Vanotti ha difeso l’operato della Soprintendenza mentre il sindaco ha parlato di una risposta quanto meno confusa. Perego ha incalzato la maggioranza arrivando a sostenere che “… non siete in grado di fare urbanistica” e “…che non siete adeguati al ruolo”. Accuse respinte da Panzeri che però poi ha dovuto vedersela con Robbiani il quale ha criticato aspramente l’emendamento Vanotti in base al quale oggi si dice non si fa nulla ma lascia aperta la possibilità di una riproposizione dell’intervento nella successiva consigliatura. Dobbiamo prendere una posizione netta, ha detto l’ex sindaco. Se nel parco, tutelato peraltro, non si deve costruire lo si dice qui e ora chiaramente. Anche Perego si è associato: “Robbiani ha ragione (e detto da lui deve essere stato uno sforzo dato che i due si sono scontrati più volte ndr) si deve decidere ora e non rinviare alla prossima Amministrazione. L’emendamento di Vanotti rinvia ma lascia aperta la porta a una successiva modifica”.
Sul punto è intervenuto anche Procopio in veste di ex assessore all’Urbanistica. Si è detto d’accordo con i colleghi di Aula sul fermare tutto in assenza di un progetto concreto. E del resto – ha aggiunto – il balletto dei metri quadrati da costruire è astratto perché ogni investimento ha un break even, un punto di pareggio, sotto il quale l’investimento non è più economicamente sostenibile. Inutile quindi dire 950, 600 o 300 mq. Spetterà al titolare dell’immobile rivalutare il progetto.
L’emendamento Vanotti è stato votato dalla maggioranza e dal Gruppo Misto, astenuti i consiglieri di Cambia Merate. La successiva votazione sulle osservazioni ha avuto l’esito detto con l’emendamento allegato.
Dunque stop al piano. Restano i dubbi di Vanotti, di Procopio e anche di Panzeri, sul futuro dell’edificio storico. Senza qualche intervento – sulla villa possibile anche da subito – il rischio è di trovarsi tra 15-20 anni con un rudere, come il vecchio oratorio che a furia di dinieghi da parte della soprintendenza è quasi del tutto crollato. Un accenno al parco che, visto anche dal drone, si presenta come un vasto prato incolto attorniato da alberi di alto fusto e cespugli.
Qualcosa si dovrà pensare per uno degli stabili più ricchi di storia della città.
Dopo una discussione sul punto 2 dell'osservazione 54 e sulla opportunità o meno di inserire tra le destinazioni non ammissibili per le zone T6 e T7 anche la voce "all'ingresso" oltre a quelle già presenti "media e grande distribuzione", il tutto finalizzato a tutelare il territorio e ad evitare inserimenti commerciali di impatto in città, il consiglio è stato chiamato a votare la variante nel suo complesso.
Il gruppo Cambia Merate, per voce di Aldo Castelli, ha apprezzato le tante luci del piano tra cui la rilevazione degli edifici e gradi di intervento nonchè la semplificazione documentale ma ha ribadito quanto già emerso in commissione. E cioè che l'accoglimento dell'osservazione 9 a Sartirana, con la concessione di una edificazione in zona di pregio, e la predisposizione a un intervento su villa Baslini, ora azzerato ma inizialmente sostenuto con ardore a fronte di una proposta di importante volumetria, non consentono di votare a favore. Per questo c'è stata l'astensione.
Per quanto riguarda il "Gruppo Misto" Giuseppe Procopio si è detto soddisfatto per la chiarezza e la semplicità raggiunte nella documentazione prodotta così per la sostenibilità e il non consumo di suolo, voci sulle quali il lavoro è stato importante.
"Abbiamo cercato di evitare coinvolgimenti politici. L'obiettivo è stato fare un percorso comune e condiviso. Villa Baslini era la possibilità sul tavolo al momento di rigenerare una struttura difficilmente affrontabile economicamente dal privato singolo, ci sarà un'altra opportunità. L'augurio è che si riesca. L'obiettivo è stato fare il bene della città in ogni singola scelta. Consegniamo alla città uno strumento positivo. Voto favorevole".
Con il voto della maggioranza, la variante è passata qualche minuto dopo l'una di notte.